Alice Yasmine

Creato il 29 aprile 2013 da Chandy
C'era una volta una bambina figlia di due giovani fricchettoni.
Anzi prima ancora c'erano due giovani fricchettoni.
Lui, lunghi capelli lisci e chitarra in spalla,genitori della medio borghesia del Sud,viveva al centro di una cittadina in un quartiere allora un pò con la puzzettina sotto il naso, in una grande casa con un salone lussuoso, costruita negli anni sessanta,.
Lei, lunghe gonne e passione per il disegno,viveva con i suoi nonni in un paesello che, dopo trent'anni e poco più,è ancora tale e quale, in una piccola casa all'interno di una corte,a stretto contatto con la gente del vicinato.
Si conobbero nella cittadina dove lui viveva e lei andava a scuola, alla villa, presentati da amici comuni, come spesso succede.
O almeno, qualcuno ha raccontato così.
"Si dice" che fossero molto belli, inevitabile fu lo scoccare di una magica scintilla tra i due.
Belli fuori e dentro, possedevano una vena artistica molto forte,tante potenzialità.
Era la fine degli anni '70 e si viveva forse ancora un pò sulla magica scia di quell'epoca straordinaria.
Sebbene vivessero a pochi chilometri di distanza, provenivano da mondi diversi e  forse fu un pò difficile integrarli, ma il loro Amore andava sopra ogni cosa.
Un giorno la nonna di lei, tornando dalla campagna mara, trovò un biglietto sul tavolo.
Diceva più o meno così
Sono partita con gli amici, siamo andati in Trentino a raccogliere le mele.

Di mele poi non ne avevano trovate,nè loro nè gli amici, ma finirono a viaggiare per l'Italia, in lungo e in largo, (immancabile sacco a pelo al seguito) unendosi al gran movimento di giovani che si spostavano in quegli anni  lungo Stivale, mossi da uno spirito particolare.
Sembra che,di passaggio attraverso Bologna la Rossa (un tempo), il loro Amore concepì un minuscolo Germoglio.
Nel frattempo i loro parenti era tutti agitati, i nonni di lei e i genitori di lui si consultarono e il papà di lui, un intellettuale del paese, studioso di latino e greco,decise di partire con l'altra figlia (aspirante viaggiatrice dai capelli lunghi e la fascetta in fronte) per recuperare i due figliuoli prodighi.
Li trovò o non li trovò, non ci è dato sapere...in ogni modo i due un giorno tornarono, ignari di essere in tre.
In men che non si dica si sposarono e dopo un mese nacque una bambina dalla carnagione chiara come la luna e le guance rosa.
La neo-mamma aveva un'amica di penna di Palermo, una tipa ancora più fricchettona dei due, che seguiva Steiner e sognava l'India, e insieme le due giovani avevano stabilito che la bimba si sarebbe chiamata Alice Yasmine.
Ma la neo-mamma,guardando la sua  bambina in viso per  la prima volta, stabilì che non poteva chiamarsi che Sara e lo  comunicò all'amica lontana con una lettera.
Lei che capì e fu felice col Cuore.Da lontano seguì i passi della bimba.
La giovane famigliola andò a vivere nel paesello, in una casetta buffa, con la cucina da un lato e il resto delle camere dall'altro,una casa con una Storia,costruita sopra un arco.
I nonni materni abitavano sotto e tutti in quella via si conoscevano e in qualche modo le loro storie erano intrecciate.
Lui tagliò i capelli ma non smise di suonare la chitarra e la bambina con la carnagione chiara come la luna e le guance rosa si addormentava spesso in una culla di note musicali svolazzanti nell'aria.
A volte, il papà, suonava anche l'armonica a bocca e l'atmosfera in casa si faceva ancora più intensa.
La mammina, ancora adolescente (eh si, i due erano piuttosto giovani) cresceva insieme alla figlia e spesso e volentieri le faceva dei bei disegni o le ricamava dei regalini per quando sarebbe diventata grande, per la dote.
La casa era sempre piena di amici, piccoli e grandi, e c'era sempre allegria.
I bambini del vicinato, anche loro figli di giovani coppie, andavano spesso a giocare lì combinandone di cotte e di crude.
Spesso il neo-papà portava la bimba in pineta con i cuginetti ad abbracciare gli alberi e lei ,con le manine piccoline e paffutelle, li accarezzava pure.
Oppure cercavano tra la terra i buchi fatti dalle formiche e le osservavano portarci dentro delle briciole per l'inverno.
O ascoltavano il verso della cicala, la cui vita era ben diversa da quella della formica...e la bambina pensava che preferiva la seconda, sempre canterina e allegra, che se la sapeva cavare comunque.
Quando tornavano a casa, c'era sempre la mamma sorridente e affettuosa ad accoglierla, a volte rideva e scherzava in compagnia delle sue amiche oppure preparava dei bei pranzetti.
E la vita scorreva così, tranquilla, ordinaria, serena.
A volte partivano, tutti e tre, andavano ad Assisi o in altri posti.
C'erano sempre giovani sorridenti con i capelli lunghi, ragazze gentili con gonne fiorite che arrivavano ai piedi.
A volte le regalavano delle mele, quello che avevano.
Ero tutto così magico, come un sogno ad occhi aperti.
I due neo-genitori , anche quando non viaggiavano,si spostavano nel Salento sempre con la loro bambina.
A volte andavano a Gallipoli, il papà spingeva il passeggino vicino al mare e la gente lo guardava in modo strano perchè a quei tempi nel Sud non si usava.
Dopo cinque anni arrivò un fratellino, che sembrava proprio un piccolo Buddha.
Il bambino cresceva di pari passo ai suoi riccioli e la bambina si sentiva molto responsabile nei suoi confronti, da vera sorella maggiore.
Era una bambina molto impegnata, tra scuola, catechismo, lezioni di danza, amichetti e amichette.
Aveva un debole per un bambino esile dagli occhi verdini, un pò timidino, e spesso giocavano soli sul balconcino mentre le mamme li spiavano dalla finestra della cucina, chiamandoli fra loro, "i fidanzatini".
Aveva anche delle amiche del Cuore che non dimenticò mai.
Poi arrivò un giorno Buio e la giovane famiglia , in fretta e furia, prese armi e bagagli e portò i bambini in città, per vivere lì, in una casa più bella e più fredda.
La bambina si annoiava molto perchè lì non poteva scendere a giocare in strada con gli amichetti e i nuovi compagni di scuola erano molto diversi dai bambini del paese.
Tuttavia riuscì presto ad ambientarsi e ricostruirsi una vita, ma era sempre come se mancasse qualcosa.
Passarono gli anni, arrivarono due altri fratellini che la gente chiamava "i gemellini" perchè pur avendo età diverse si assomigliavano molto con le loro teste tonde e sembravano una Cosa Sola.
La bambina divenne adolcescente e passò rapidamente dai Gun'sRoses, ai Take That, ai Nirvana.
Si tinse i capelli rosso fuoco e poichè fu la prima a mettersi il piercing in quella cittadina, la gente perbene la guardava male.
Invece di frequentare l'Istituto d'Arte come sognava, finì al Classico convinta dalla nonna paterna che sognava per lei un futuro borghese, incasellato,previsto.
Furono anni difficili,confusi,ma anche allegri, spensierati, così com'è l'adolescenza, piena di contraddizioni.
Gli amici non mancavano mai e non era mai sola.
La tipa con i capelli lunghi e la fascetta in fronte che anni prima era andata a recuperare i suoi a Bologna con il nonno (la sorella del padre per intenderci),nel frattempo era cresciuta e si era trasferita altrove,ma ogni tanto le telefonava invitandola a fare un viaggio,ad esempio a Dublino, nell'Isola Verde.
La ragazza a diciannove anni prese armi e bagagli e con fare incazzoso salutò i suoi per andarsene a vivere dalla zia, quasi dall'altra parte d'Italia,tra le verdi colline, in un borgo medievale dove non c'era nemmeno il supermercato.C'era solo un locale dove a volte andava Lucio Dalla che invece aveva visto più volte passeggiare nel paese vicino, dove lei andava all'Università.
Spesso andava a Bologna e un giorno volò anche a Londra, realizzando il suo sogno di vedere quella mitica città.
Stava proprio iniziando a divertirsi un mondo,tra le verdi colline, quando una telefonata la riportò violentemente con i piedi per terra strappandole la giovinezza.
Doveva tornare al Sud perchè sua mamma stava morendo e voleva salutarla.
E così fece e tornò, a salutare la mamma che l'aveva aspettata,stando con lei fino all'ultimo respiro.
Decise in seguito di rimanere a Sud e crescere i suoi fratelli, insieme al papà e alla nonna paterna.
Furono anni difficili per tutti, ma chissà come, ogni elemento della famiglia ne uscì indenne e forte.
Insieme era comunque meglio da soli.
Probabilmente l'Amore che la mamma aveva lasciato li proteggeva in qualche modo e seguiva i loro passi.
I quattro fratelli,come dei coraggiosi moschettieri,superarono tutte le difficoltà sul percorso e crebbero senza troppi grilli per la  testa.
Ognuno era impegnato con la sua giovane vita che s'intrecciava con quella degli altri fratelli,erano una specie di piccola tribù, supportati dai grandi e anche se a volte non capivano le loro decisioni, andava bene così.(Con il senno di poi...capirono).
Potrebbe essere una storia triste, ma è una storia allegra e luminosa, che parla di forza interiore e Amore e coincidenze magiche.
Una storia che non finisce qui perchè  nel frattempo si erano diffusi i cellulari e alla piccola donna..arrivò l' sms di un'amica del paesello.
Vediamoci tra dieci minuti al Tramezzineria,voglio salutarti e presentarti un amico.
Sorpresa, si vestì in fretta e furia e, disubbidendo al fidanzato-militare-geloso di quel periodo,uscì e in pochi minuti si ritrovò davanti all'amica e un bel  ragazzo che la fissava sorridendo.
Lui ti conosce, indovina chi è disse la vecchia amica e a lei bastò guardarlo negli occhi per riconoscere il suo fidanzatino d'infanzia....
Avevano 21/22 anni e dopo quella volta non si videro più, ognuno assorbito dalla propria vita.
Un bel giorno, un ragazzo d'oltreoceano ebbe la bella idea d'inventare un social network chiamato facebook.
 e la piccola donna un pò per gioco e  un pò per curiosità s'iscrisse e contattò i suoi amici d'infanzia.
 Dopo molto tempo aggiunse alle amicizie  anche il bambino dagli occhi verdini che ne frattempo era diventato un giovanotto rivoluzionario,tutto pieno d'impegni e con la barba lunga, e aveva ceduto anche lui alla tentazione feisbucchiana nonostante per molto tempo avesse tentato di resisterle.
Piano piano i due riallacciarono l'amicizia e nel giro di qualche mese,accomunati da tante passioni, finirono uno tra le braccia dell'altra.
Iniziarono a viaggiare insieme in giro per il Salento  e poi per il resto d''Italia e spesso, il papà di lei, le mandava un sms dicendo che era già stato in quei posti con la mamma, durante il loro avventuroso viaggio giovanile.
E' strano perchè la ragazza sapeva solo di Bologna, ma evidentemente i suoi, quella volta, avevano fatto un giretto bello lungo.
Il giovane rivoluzionario e la giovane "zen" (nel frattempo si era avvicinata alla meditazione) nel giro di pochi mesi andarono a vivere insieme al paesello d'infanzia, in una casetta allegra e colorata.
Ogni tanto facevano i nomadi e lo fanno ancora, prendono armi e bagagli e partono.
L'ultima volta sono andati proprio lontani e i parenti ancora non se ne fanno capaci, sono finiti in Oriente,tra sadhu misteriosi, elefanti venerati e tuk tuk impazziti.
E chissà quante altre cose combineranno!
Ogni tanto tornano in quella casetta buffa e immaginano di vivere lì per qualche tempo. Pur essendo piccolina e strana è sempre la loro casina.
La nonna di lei, ancora forte e pimpante, ormai si è rassegnata a questa nipote  fuori dai canoni prestabiliti e ogni volta che la vede,le dice
Viaggiate, scoprite il Mondo!
Andate dove volete!
Muovetevi!

Io sorrido sotto i baffi, e penso a tutte le altre cose belle che mi aspettano...
Perchè è ovvio che questa storia parla di me, con tutti i ricordi sbiaditi del caso, ma ancora vivi nel cuore.
Ed adesso permettetelo, è proprio il caso di dire


E vissero felici e contenti.:D
Poesia che ho amato a 16 anni ( e che amo ancora) ritrovata ieri
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,non avere radici, per l’anima,da vivere soltanto di vedere!Neanche a me appartenere!Andare avanti, andare dietrol’assenza di avere un fine,e d’ansia di conseguirlo!Viaggiare così è viaggio.Ma lo faccio e non ho di miopiù del sogno del passaggio.Il resto è solo terra e cielo.F.Pessoa

piccola hippie

Vi lascio con questa vignetta

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Namastè!
Chandana

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