Alighiero Boetti Insicuro noncurante
Alighiero Boetti Insicuro noncurante – Fondazione Marconi, documenti mostre arte contemporanea Milano. Insicuro noncurante è il titolo in forma di autoritratto che Alighiero Boetti ha dato alla sua cartella composta di 81 fogli comprendenti i lavori dal 1966 al 1975 e realizzata da Rinaldo Rossi 2R di Genova in 41 esemplari numerati da 1 a 41 più 4 esemplari HC numerati da I a IV. Ciascuna cartella contiene un disegno a mano dell’artista, che interrompe la integralità della riproducibilità e costituisce il secondo polo della tautologia presente al foglio diciannovesimo in cui il disegno è legalizzato dal timbro “originale” apposto sul supporto. > Da Giovan Battista Salerno jr, Alighiero e Boetti, in “Studio Marconi – Bollettino”, n. 5, 31 marzo 1976. – Questo testo fa parte della mole di documenti cartacei sull’arte contemporanea che Fondazione Marconi – si ringrazia Giorgio Marconi – mette a disposizione dei lettori di Milano Arte Expo. >
Insicuro noncurante di Alighiero Boetti non è esattamente una cartella di grafica perché le tecniche usate per la realizzazione dei singoli fogli sono anche grafiche ma non esclusivamente: ci sono fotografie, stampe, incisioni, ritagli, litografie, interventi manuali, collages, timbrature, ecc.
Alighiero Boetti Insicuro noncurante – 81 fogli comprendenti i lavori dal 1966 al 1975, Ciascuna cartella contiene un disegno a mano dell’artista
Ma soprattutto perché non è precisamente una raccolta di opere, ma un’opera composita, costituita di tante particelle quanti sono i fogli che contiene e che si può dispiegare su una parete, foglio accanto a foglio, ma non smembrare estraendone una particella e considerandola parte a se stante. D’altra parte nessun foglio è necessario agli altri e l’insieme non conferisce necessità al particolare se non nella misura difficilmente commensurabile della scelta che l’artista ha compiuto sulle presenze e le esclusioni spesso clamorose delle opere inserite nella cartella, alcune delle quali trovano per la prima volta l’occasione di una vita pubblica non avendo altra possibilità di vedere la luce se non quella fornitagli dalla cartella stessa. Quindi ogni foglio realizzato da Alighiero Boetti ha una sua compiutezza, una sua autonomia interna – e partecipa in modo determinabile del tutt’uno che lo contiene – come autonoma e compiuta può essere considerata la colonna di un tempio; ma a differenza di questa non poggia su uno stilobate e non sorregge un timpano, cioè non è necessario alla cartella nello stesso modo in cui si può dire necessaria la colonna al suo tempio. [...]
Giovan Battista Salerno jr
Alighiero Boetti, Storia naturale della moltiplicazione, 1975, inchiostro su carta quadrettata, 70×100 cad
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Il 2012 ha rappresentato una vera e propria consacrazione dell’artista Alighiero Boetti grazie ad una gigantesca retrospettiva in tre tappe: Madrid, Londra, e New York. Lynne Cooke, Mark Godfrey e Christian Rattemeyer curatori per i rispettivi musei Reina Sofia (Madrid), Tate Modern (Londra) e MoMA (New York), hanno dato all’artista italiano ulteriore visibilità in tutto il mondo. Segnaliamo che le quotazioni di Alighiero Boetti nel mercato dell’arte continuano incessantemente a salire.
Alighiero Boetti, Undici fogli afghano-etruschi, 1976, Tecnica mista, 11 elementi 30×20 cad
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Alighiero Boetti – o Alighiero e Boetti
Alighiero Boetti – o Alighiero e Boetti come lui stesso si firma a partire dal 1971 – è nato nel 1940 a Torino. Autodidatta dell’arte si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino.Nel 1962 in Provenza incontro fondamentale con Annemarie Sauzeau, che sposa nel 1964. Con una mostra personale nel contesto dell’Arte Povera alla Galleria Stein nel 1967 Alighiero Boetti segna definitivamente il suo ingresso nel mondo dell’arte contemporanea.
Boetti viene invitato a tutte le esposizioni collettive che sanciscono la nascita dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale. Una di queste mostre è When attitudes become form di Harald Szeemann del 1969. All’inizio degli anni ’70 Alighiero Boetti si trasferisce a Roma. Dalla capitale parte per svariati viaggi in Afghanistan. Durante uno di questi soggiorni in Afghanistan apre con Annemarie Sauzeau, a Kabul, l’albergo chiamato One Hotel.
Alighiero Boetti, Undici buste contenenti l’opera Undici fogli afghano-etruschi spedite da Kabul nel 1976 da Boetti allo Studio Marconi
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Alighiero Boetti, Senza titolo, 1975, 25 buste affrancate, 122×55
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MAE Milano Arte Expo -milanoartexpo@gmail.com- ringrazia Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea di Milano – e particolarmente Giorgio Marconi – per la documentazione messa a disposizione sulla cartella / opera di Alighiero Boetti Insicuro noncurante.
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