Alimentazione corretta nel tempo

Creato il 15 marzo 2011 da Dietedimagranti

Oggi, il tempo che le persone sono disposte a dedicare alla preparazione del cibo si è ridotto a 15-30 minuti al giorno a causa di una vita sempre più frenetica.
I prodotti alimentari però devono risultare sani, appetibili ed energeticamente equilibrati.

Proprio perché lo stile di vita tendenzialmente è più stressante rispetto al passato c’è bisogno a maggior ragione di un apporto nutrizionale coerente con le attuali esigenze di vita. Non deve mancare nella dieta di ogni individuo : fibre, vitamine, frutta e verdura.
Insomma, i consumatori devono riscoprire la “vecchia” dieta mediterranea, quella che si consumava nel Mezzogiorno negli anni dell’immediato dopoguerra, a base di carboidrati, fibre, grassi vegetali non idrogenati, verdura e proteine (anche se allora in quantità ridotte, non certamente per rispettare canoni dietetici o alimentari, ma per ragioni prettamente di portafoglio).
In pratica bisogna superare l’obsoleto concetto di “alimentazione adeguata” dello scorso secolo, che assicurava il fabbisogno ordinario di sostanze nutritive.
Oggi si fa sempre più pressante il concetto di
“alimentazione ottimale”.
Si tratta, di utilizzare alimenti per i quali è stata «evidenziata la capacità di modificare positivamente una o più funzioni fisiologiche del corpo umano, con significativi benefici per la salute fisica e mentale».
Sono quattro le ragioni che contribuiscono ad affermare un’alimentazione ottimale: l’allungamento delle aspettativa di vita; la crescita del numero degli anziani; gli aumentati costi economici e sociali della salute; il desiderio diffuso di una migliore qualità di vita.
In questo secolo, particolarmente rilevante è la problematica legata alla possibilità di prevenire, modificando le abitudini alimentari e, più in generale, il proprio stile di vita, quelle patologie che nel corso degli ultimi decenni si sono diffuse a livello epidemico nelle popolazioni dei paesi in cui c’è benessere economico.
La riduzione dell’attività fisica e l’aumento dell’introito energetico con gli alimenti hanno contribuito a un significativo incremento di alcune patologie di natura cronica: obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori, con gravi ripercussioni sulle aspettativa di vita e un forte peso economico per l’intera collettività.

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