A Parigi, agli inizi del xx secolo, Eugène Atget spoglia la città dagli individui, ci mostra boulevard, piazze, viali deserti; ci lascia soli di fronte al mistero di quelle strade vuote. Ciò che è visione quotidiana diviene icona, simbolo, significato di qualcosa d'altro. Nel '900 lo sguardo dei fotografi si porta al livello della strada e si fa interpretazione, a volte suggerimento, addirittura giudizio. Calare l'occhio nel via vai quotidiano significa raccontare storie, accompagnare il nostro destinatario a passeggio per un bosco di anime e cemento alla ricerca della "storia". Magari della sua storia. Ed è questo compito, questa tensione verso il racconto, verso l'esposizione di una interpretazione della realtà (anche quando pare che l'occhio sia freddo ed obiettivo) che rendono affascinante e diffcilie la caccia fotografica.Ma che senso ha ancora il vagare alla ricerca di storie in questo inizio di millennio dove tutto è storia ed ogni incipit pare già percorso, ogni finale già raccontato?
Ecco, su questo mi piacerebbe confrontarmi con gli amici del blog, e magari contribuire alla ricerca individuale di quello stile narrativo che dovrebbe essere il tesoro, la luce interiore, troppo spesso dimenticata, di ogni fotografo di strada alla ricerca dell'attimo che fugge.
Così dunque ogni settimana pubblicherò in questa rubrica delle note sulla Street Photography, e curerò un dialogo scritto e per immagini, perchè magari una foto dice molto, molto di più di mille parole.
Ciao
Giuseppe P.
Fotografia: Walking Through Signs Quirinale, Roma 2010 Copyright "Giuseppe Pasquali Photography 2011"