All' improvviso elvis
Creato il 16 febbraio 2012 da Rob77
Nel settembre del 1977, ormai vecchio e inadeguato, il mio giradischi se ne andò in pensione dopo anni di onorato servizio. Alla fine io e mia sorella, rispettivamente undici e tredici anni, riuscimmo a convincere nostra madre a regalarci un dispensatore di emozioni musicali più al passo con i tempi! Diciamo che la prendemmo per sfinimento, ma di soldi in casa non ce n'erano molti, un vero e proprio impianto stereo sarebbe rimasto a lungo l'oggetto del desiderio, qualcosa da ammirare nelle case di chi era evidentemente più fortunato di noi. Così optammo per una sorta di compatto, comprensivo di piatto, radio e di due rudimentali casse in plastica, che in ogni caso rappresentò un notevole balzo tecnologico in avanti per noi! In effetti ci sembrò comunque bellissimo, potentissimo e super accessoriato, e qualche giorno dopo eravamo tutti in un grande negozio di dischi: ci volevano alcuni 33 giri nuovi di zecca per inaugurarlo nel migliore dei modi. Il budget a nostra disposizione non era certo illimitato, ma ci avrebbe consentito di acquistare ben quattro album. Mia sorella ne approfittò immediatamente e prese PLEASE PLEASE ME dei Beatles, poi una raccolta di recenti hits della quale non riesco a ricordare il titolo, e I'M A PHOTOGRAPH di Amanda Lear. Era più grande di me, si servì per prima e abbondantemente, forte del fatto che io non avevo dei gusti musicali ben definiti all'epoca. Così restai indeciso davanti a quelle lunghissime file di dischi, fino a quando mia madre non corse in mio aiuto: "Perché non prendi un disco di Elvis? Vedrai, ti piacerà". Elvis Presley... circa un mese prima l'avevo vista piangere, mentre al telegiornale davano la notizia della scomparsa di questo cantante, che non avevo mai sentito nominare.Quel giorno mi aveva detto qualcosa di lui, della sua bellezza, del suo talento e del successo straordinario che aveva ottenuto in tutto il mondo. Ma si, d'impulso realizzai che volevo saperne di più, c'erano decine di dischi con la sua immagine in copertina, ne scelsi uno che costava poco, credo 3500 lire, perché pensavo che mia madre avesse già speso abbastanza per noi. Si intitolava SOLID GOLD. Tornammo a casa, e dopo aver invitato alcuni nostri amici, iniziammo ad ascoltare con indescrivibile entusiasmo quei grandi pezzi di vinile, che a me sembravano dischi volanti! L'album di Elvis era l'ultimo in lista, mia sorella lo mise sul piatto e le prime note di KENTUCKY RAIN cominciarono a diffondersi nella stanza. Non so cosa accadde di preciso in quei momenti, ma quando Elvis attaccò con "Seven lonely days..." provai una stranissima, sconosciuta sensazione di vuoto, e fu amore a prima vista. Dopo l'ipnotica FEVER, si scatenò il finimondo con JAILHOUSE ROCK, e tutti i presenti cominciarono a ballare freneticamente. Altri tempi. Io intanto, completamente assorto, mi trovavo in un'altra dimensione. Alcuni giorni dopo già cercavo di convincere mia madre a dare un seguito alla mia nascente passione, mentre setacciavo i giornali nella speranza di trovare foto e articoli dedicati ad Elvis da ritagliare e conservare. Oggi, a posteriori, posso dire che Elvis è un artista meraviglioso, con una capacità senza eguali di arrivare dritto al cuore delle persone, in grado di creare un universo di emozioni con la magia della sua voce. Ma è difficile stabilire cosa mi prese in quel lontano pomeriggio di settembre. Forse cercavo di sentirmi parte di qualcosa, oppure ero alla ricerca di una figura che colmasse il senso di vuoto causato dalla perdita di mio padre. Magari già allora colsi i riflessi dell'impareggiabile arte Elvisiana, chissà. Sono passati quasi trentacinque anni, i dischi di Elvis si sono moltiplicati a dismisura, ma quel SOLID GOLD occupa un posto speciale, solo suo nella mia collezione. Non è cambiato nulla, Elvis è una parte fondamentale della mia vita, e sarò per sempre grato a mia madre, per quel prezioso consiglio di tanto tempo fa.
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