All Is Lost – Le musiche che spezzano il silenzio di Robert Redford

Creato il 07 febbraio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

7 febbraio 2014 • Colonne Sonore, Vetrina Cinema •

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

All Is Lost è un film estremo, una prova di resistenza non da poco per il suo protagonista Robert Redford, che si trova solo in mezzo al mare su una barca che sta per affondare, così come per gli spettatori. Il secondo film di J.C. Chandor, autore all’esordio del sorprendente Margin Call, è pressochè privo di dialoghi e quindi un ruolo importante viene rivestito dalle musiche. Oltre ai suoni del mare, un contributo fondamentale è ricoperto dalla colonna sonora composta da un nome nuovo, quello di Alex Ebert.

Il giovane compositore californiano, classe 1978, si è portato a casa per il suo lavoro in All Is Lost il Golden Globe 2014 per la migliore soundtrack, uno dei premi che più hanno sorpreso. Ebert è riuscito a superare autori molto più affermati come John Williams e Hans Zimmer, stupendo tutti. Un riconoscimento di certo inaspettato, ma è anche stato meritato?

Alex Ebert con il Golden Globe vinto quest’anno

Alex Ebert non è il tipico compositore classico, proviene invece da un contesto indie. Ebert è il cantante e leader degli Ima Robot e degli Edward Sharpe and the Magnetic Zeroes, due formazioni di pop-rock alternativo dal suono molto originale che combinano elementi folk e country con un’attitudine naturalmente indie. Per le musiche di All Is Love, Alex Ebert ha optato per un suono più tipicamente cinematografico, con l’ausilio di archi e orchestrazioni, senza però farsi mancare un tocco strambo e particolare, capace di rendere lo score di All Is Lost distante da quello di altri autori più tradizionali, come i sopra citati John Williams e Hans Zimmer.

Nonostante l’originalità del suono, molto profondo, intenso e capace in alcuni momenti di affascinare, inserite all’interno della pellicola queste musiche non riescono a coinvolgere del tutto, vuoi anche per la storia non troppo interessante e anzi, diciamolo pure, davvero noiosa, come ha ben sottolineato la nostra recensione di All Is Lost. Sicuramente le musiche rappresentano una delle note più positive di una visione davvero sfiancante anche per il più coraggioso tra gli spettatori, però anch’esse subiscono lo stesso destino della pellicola, quello di rappresentare un esperimento intrigante più sulla carta che non nei fatti, e finiscono per annoiare.

Va apprezzato quindi il coraggio di proporre sonorità un pochino differenti dalle tipiche colonne sonore cinematografiche, sebbene le inclinazioni indie dell’autore si sentano in All Is Lost solo a tratti, però di memorabile resta ben poco. Anche la canzone di chiusura, “Amen”, interpretata dallo stesso Ebert, è una ballata particolare, strana, che incuriosisce eppure non riesce a lasciare il segno. Il Golden Globe assegnato è stato allora un bel segnale di svecchiamento, però il premio l’avrebbe meritato di più il “solito” Hans Zimmer, autore di un tema musicale davvero memorabile ed emozionante per lo splendido 12 anni schiavo. Il buon vecchio Zimmer avrà comunque modo di rifarsi agli Oscar, dove correrà contro John Williams (Storia di una ladra di libri), Thomas Newman (Saving Mr. Banks), Alexandre Desplat (Philomena), William Butler e Owen Pallett (Her) e Steven Price (Gravity). E la colonna sonora di All Is Lost? Esclusa, giustamente.

di Marco Goi per Oggialcinema.net

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