3 febbraio 2014 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •
Il giudizio di Rosa MaiuccaroSummary:
All is Lost – Tutto è perduto rimane solo Redford
Presentato fuori concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, All is Lost – Tutto è perduto è scritto e diretto dal regista statunitense J.C. Chandor (Margin Call) ed ha un solo attore protagonista: Robert Redford. Durante un viaggio nell’Oceano Indiano, un uomo si trova da solo in balia del mare dopo che il suo yacht ha subito una collisione con un container abbandonato. Con l’equipaggiamento di navigazione e la radio fuori uso, per sopravvivere l’uomo dovrà fare affidamento solo su un sestante, delle mappe nautiche ed il suo intuito. All is Lost è prima di tutto un film sulla resistenza, non solo dell’uomo protagonista (di cui non viene mai svelata l’identità) ma soprattutto dello spettatore chiamato ad osservare per circa 90 minuti l’avventura di un settantasettenne Robert Redford (ingiustamente escluso quest’anno dalle nomination Oscar).
Nonostante le critiche positive ricevute dalla critica di tutto il mondo ed una grande performance da parte di Redford, All is Lost è un film lento, noioso, desolato e desolante, a tratti irritante e ripetitivo. Inoltre, abbondano i cliché, le metafore e le allegorie – dopotutto per anni gli artisti hanno usato il mare per raccontare storie di sopravvivenza. Le avventure di questo navigatore solitario, che deve far fronte ad una situazione disperata, richiamano da vicino i recenti Vita di Pi e Captain Phillips. Tuttavia, mentre il primo regge su degli effetti speciali da capogiro ed il secondo gioca sull’alta tensione ed un vivo realismo, All is Lost è un film intimo, opaco e fortemente metaforico dove ad un attore del calibro di Redford spetta il compito di rappresentare un’umanità alla deriva, prima forse di qualsiasi speranza che non sia legata alla propria forza di volontà e alla capacità di sopravvivenza. L’uomo è un Crusoe senza il suo Venerdì e il suo è un viaggio insostenibile dove tramite l’austerità ed il silenzio (è pressoché totale la mancanza di dialoghi) non gli rimane che arrendersi all’accettazione della morte. All is Lost tratta la solita sfida dell’uomo contro la natura, un anti-Gravity con un protagonista pienamente in controllo delle sue emozioni, capace di accettare la possibilità del fallimento, al contrario della dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) nel film di Cuaròn.
Robert Redford è il protagonista di All is Lost – Tutto è perduto
La telecamera di Chandor difficilmente indugia sui primi piani del protagonista quasi a voler rivelare la sua intenzione di non cogliere le emozioni dell’uomo. Il navigatore mostra di essere un uomo benestante considerate le dimensioni dello yacht e l’apparente vacanza nell’Oceano Indiano ed è inoltre chiaramente erudito visto il modo in cui riesce a gestire una situazione di pericolo e la lucidità con cui vi si relaziona. Il senso di solitudine è vertiginoso, tutti i suoi tentativi per sopravvivere falliscono, verrebbe da dire “game over” (il gioco è finito). Negli anni della sua giovinezza Redford ci ha regalato film come Tutti gli Uomini del Presidente, Come Eravamo, Il Grande Gatsby in cui potevamo ammirare non solo la sua bravura ma anche la sua eterea bellezza. E’ straordinario come Redford continui ancora oggi a mettersi in gioco non solo come regista (Leoni per Agnelli, La regola del silenzio) ma con una sfida come quella di All is Lost, dove è ormai capace, con una performance quasi più fisica che artistica, di reggere il peso dell’intera umanità sulle sue spalle. All is Lost è un esperimento cinematografico, forse più divertente da immaginare che da guardare, ma è, più di tutto il resto, il testamento di un grande attore e solo per questo la pellicola merita una visione.
All is Lost – Tutto è perduto uscirà nelle nostre sale a partire dal 6 Febbraio 2014.
di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net
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