All’orizzonte la pre-crisi avanza

Creato il 27 settembre 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Mentana annuncia nel suo Tg serale che è stata una  giornata di pre-crisi. Da lontano un Letta, infuriato, alla conferenza stampa di NY ha scandito parole durissime. “Il Pdl ha umiliato l’Italia” con la scena delle dimissioni in bianco, di massa e con la minaccia di andarsene tutti, dal Parlamento, se Berlusconi verrà dichiararto decaduto dopo la sua condanna definitiva.  Forza Italia passa al contrattacco e si prepara a respingere l’assalto della sinistra giustizialista che punta a far fuori Silvio Berlusconi votando la sua decadenza da senatore.

Un Letta irato, che non vuole prestare il fianco a quella che è a suo avviso è la propaganda avversaria e afferma di comprendere le reazioni del PdL ma non si può dire muoia Sansone con tutti i filistei!

Passa la linea dura con l’approvazione per acclamazione delle dimissioni di massa.

E anche Napolitano insorge, con inaudita durezza. Marca la sua indignazione dando forfait al convegno della Fondazione De Gasperi, evitando di reincontrare  Al Fano dopo il cambio di rotta, sgraditissimo.  Pochissime righe, dure e affilate per reagire e stoppare l’offensiva pidiellina. E allora, Berlusconi torna a manifestare tutta la diffidenza nei confronti del Presidente e del Pd, senza nascondere la forte irritazione per il nuovo altolà del Colle sull’instabilità politica.

Serve un chiarimento, dicono tutti. Ma la sitiuazione resta grave. Il futuro di Enrico Letta è sempre più appeso a un filo sottilissimo. Si parla, ormai, di crisi inevitabile e di elezioni anticipate. E tra gli effetti collaterali ci si domanda che fine farà il congresso del PD e il tentativo di ascesa di Renzi. Intanto i fedelissimi del cavaliere stanno utlimando la raccolta firme per le dimissioni, con una Santanché schiarata in prima linea che definisce arrogante la nota del Quirinale e non imparziale.

Da una parte i falchi già pronti alla guerra, dall’altra le colombe che tentano di frenare gli intenti bellicosi. Aldilà delle prossime mosse, il partito sarà compatto, senza distinzioni di linee, accanto al leader quando si arriverà al voto in Aula sulla decadenza. E questo provoca fortissime febbri politiche.

“Andrò dal capo dello Stato – dice Lettaper discutere e valutare, insieme, la modalità di un chiarimento, assolutamente indispensabile”. Alla pre-crsi, scoppiata a Roma , Letta chiede un confronto  che dovrà avvenire davanti ai cittadini, cioè ci sarà un dibattito parlamentare che si potrebbe concludere con un  nuovo voto di fiducia al governo.

Un Letta durissimo difronte alle minacce delle dimisioni di massa del PdL.

Un Letta amareggiato, soprattutto per il fatto di trovarsi in una missione importante per l’immagine del paese, rovinata da quanto accade a Roma.

Un Letta convinto di riuscire ancora a recuperare una situazione, alla viglia della legge di stabilità dove si progetta il rilancio dell’Italia. Mandare tutto all’aria sarebbe incomprensibile e catastrofico.

Un Letta che vuole chiarire se c’è la volontà di andare avanti in attesa del dibattito parlamentare.

Questo è quello che si sta verificando nel panorama politico, dove all’ira del Quirinale abbattutasi sul PdL si aggiunge quella dei cittadini che stanno a guardare e subire. Il problema ora, non è più se il PdL staccherà la spina o no, ma come andare avanti. I rapporti tra alleati, sono ormai sfibrati e l’incendio è stato appiccato.

A bruciare sarà Nerone o tutti noi romani?


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