Alla Cappellina, io ci sto!

Creato il 08 ottobre 2013 da Irenecampinoti

Ricordo che per tutta la sera ho avuto la sensazione di essere su una giostra: io ferma e tutte le cose e le persone che mi giravano intorno vorticosamente.
Mi sono ritrovata a fare da padrona di casa in un luogo pubblico dove, per anni, avevo provato imbarazzo ad entrare. Quella sensazione di non essere del tutto gradita…
Tutto cominciò la sera della Consulta a Le Colline… Le Colline non hanno un parco giochi, un ritrovo, un punto di aggregazione, che cosa possiamo fare? Qualcuno propose di tornare ad utilizzare il giardino della Cappellina (Santa Maria al Fortino) come accadeva molti anni fa.
Non ho i mezzi e le conoscenze scientifiche per dimostrare l’importanza dei luoghi di aggregazione, ma l’ho provato sulla mia pelle quello che significa: da un lato la solitudine, l’idea che ogni cosa (brutta o bella che sia) accada soltanto a te, la pesantezza dei gesti quotidiani, non saper chiedere aiuto… dall’altra la condivisione, ogni cosa brutta diventa più leggera, ogni cosa bella si stempera e si moltiplica, i gesti quotidiani si affrontano diversamente, si sa a chi chiedere aiuto e ci si scopre anche in grado di darne. Ci sono momenti e situazioni, nella vita di tutti noi, in cui il centro di aggregazione (che sia anche solo un giardinetto pubblico) diventa fondamentale per sopravvivere: quando si diventa mamme, per esempio, e la vita cambia in un colpo solo in maniera rivoluzionaria. O quando ci si trasferisce in un posto dove non conosciamo nessuno, magari neanche la lingua… oppure quando i figli iniziano ad andare a scuola e da soli ci sentiamo inadeguati ad aiutarli.
Il primo GRAZIE va a Mario, fu lui che mi propose di fare con le nostre forze, di organizzare una cena in cui tutti potevano contribuire e iniziare nello stesso tempo a riappropriarsi di quel luogo… Sicuramente un’idea romantica, ma, riflettendoci bene, anche innovativa e soprattutto una di quelle idee che responsabilizzano le persone, i cittadini. È fondamentale capire il cambiamento. VECCHIO PENSIERO: quel posto è del Comune… i soldi ce li deve dare il Comune!   NUOVO PENSIERO: quel posto è del Comune… il Comune siamo noi cittadini… aiutiamoci a creare ciò che ci serve, nel rispetto dei diritti di tutti.
Insomma, quell’idea romantica mi spaventò non poco, perché organizzare in dieci giorni una cena di quel tipo non era semplice. Avevo paura, poi, che soltanto poche persone la pensassero come me. Temevo che sarebbe stato un insuccesso totale.
Per cui, la sera del 25 giugno, lì al tramonto, a ricevere i partecipanti con i loro manicaretti, mi sentivo un po’ la padrona di casa… o meglio, quella che fa il compleanno, ma non è molto popolare, per cui ha paura che non venga nessuno… e invece, mentre io non riuscivo a trovare il bottone per scendere dalla giostra, piano piano, il giardino della Cappellina si riempiva: bambini, adulti, anziani, gente che non avevo mai visto, gente che non vedevo da quando ero piccola, forestieri, sanminiatesi da parte di là, sanminiatesi di San Miniato Basso, amici da Ponte a Elsa e Ponte a Egola. Per quello che posso essermi goduta in quelle ore fuori di testa, è stata una delle serate più esaltanti che abbia mai vissuto.

E infatti, il bello non è tanto avere un sogno, ma trovare altri con cui condividerlo.

Quello che tutti insieme abbiamo realizzato quella sera, va ben oltre l’altalena e le molle che siamo riusciti ad acquistare. Abbiamo mangiato insieme scambiandoci il cibo, eravamo sconosciuti e ci siamo uniti nel nome di un sogno.

Col cuore, la cosa più preziosa che ho dopo i miei bambini, dico GRAZIE a tutti.
Guardatevi il video. Ci sono tante foto di quella sera e un po’ di filmati.


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