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Alla macelleria Fornero, spezzatino di Costituzione

Creato il 27 giugno 2012 da Albertocapece

Alla macelleria Fornero, spezzatino di CostituzioneAnna Lombroso per il Simplicissimus

Co la carne se frusta l’anima se giusta.. succede di assistere a tardive conversioni, mature redenzioni, attempate folgorazioni. E certo se lo spirito penitenziale fosse direttamente proporzionale alle rughe si spiegherebbe la cieca e invasata adesione alla religione dell’espiazione, della mortificazione e della contrizione de La Fornero. Eh si, alcuni maliziosi testimoni del tempo ricordano una festosa forosetta solita farsi scarrozzare sui sontuosi sedili in pelle di una Porche guidata da un impenitente professore. Ma certo non può essere lei questa savonarola tutta intenta a  farci sapere che la vita è martirio e abnegazione per chi ha troppo goduto, sacrificio e pena per chi ha dissipato, e il lavoro a un tempo fatica e conquista, da guadagnarsi con volontà di immolazione e sofferenza e da conquistarsi con devozione, ubbidienza e spoliazione di sé e della propria dignità.

Così lei pensa di guadagnarsi il regno dei cieli e noi intanto ci guadagniamo l’inferno in terra, se il loro mantra, la loro orazione funebre consiste nel ricordarci che dobbiamo morire e nella miseria per giunta meritata per “aver vissuto al di sopra delle possibilità” per essere bamboccioni e sfigati, mangiatori di spaghetti co ‘a pummarola, indolenti e accidiosi, egoisti e ignoranti.

I neo colonialisti  sono venuti qui da distanze siderali per sistemarci, frusta senza zuccherino,  trasformandoci in una colonia penale di schiavi da muovere in forma sregolata e arbitraria seguendo i comandi implacabili e indiscutibili di un mercato disordinato e precario e ubbidendo a una teologia del profitto, senza pietà e senza ragione, che impone l’edificante rinuncia dei molti a favore della conservazione di ricchezze e privilegi dei pochi eletti.

Che in questo caso non lo sono: si tratta di nominati, incaricati, affiliati, assimilati, fidelizzati appartenenti a una cosca a una cupola di sdegnosi incapaci che dimostrano ogni giorno di non sapersi misurare con altra realtà che un’aula universitaria privata, una filiale bancaria, un consiglio di amministrazione di una società disinteressata ai risultati e alle produzioni, chè tanto guadagna con il gioco d’azzardo della finanza immorale, con gli appalti truccati, con le intermediazioni opache tra affini, amici, compagni di merende e complici. E che parlano di meritocrazia come di una scalata offerta e facilitata agli integrati, ai devoti, ai “simili”, agli ossequienti che si meritano la vetta grazie all’ubbidienza, alla collocazione nella lotteria naturale, all’appartenenza, al disprezzo di regole morali e deontologiche, ostacoli dileggiati che chi pensa che gli scrupoli, come le leggi e le regole, sono appannaggio degli sfigati.

La Fornero ha stupito perfino l’Wall street Journal: “We’re trying to protect individuals not their jobs,” said Ms. Fornero, 63 years old. “People’s attitudes have to change. Work isn’t a right; it has to be earned, including through sacrifice.”. Che, tradotto, significa:L’atteggiamento delle persone deve cambiare: il lavoro non è un diritto ma va guadagnato, anche con il sacrificio”.  Non che l’house organ di Gekko si sorprenda per il cinismo più rapace e la più sfrontata improntitudine. No, è che si sa che nelle carte costituzionali dei Paesi democratici uno dei capisaldi è proprio la definizione di “lavoro” come inalienabile diritto. Non occorre andare alla Bocconi, bastano le elementari per saperlo, se ci si è meritati la licenza di quinta. Basta uno dei quiz cui ha partecipato Renzi. Bastano le spigolature della Settimana Enigmistica.

Ma La Fornero è così spudorata, così insolente, così sfacciata perché in un colpo solo con la complicità empia dei partiti che l’hanno sostenuta nella sua imperizia e nei suoi crimini, ha fatto fuori  lavoro, diritti e costituzione. È come il suo manager di riferimento,  che non ci pensa nemmeno a reintegrare  i 145 lavoratori con la tessera del sindacato guidato Maurizio Landini discriminati  a 19 dei quali   è stato inoltre riconosciuto il diritto a essere risarciti con 3.000 euro,  in barba a leggi, tribunali, stato di diritto, costituzione, e anche in barba alla democrazia ormai cancellata e derisa.

A Marchionne da Pomigliano mandano  a dire che se il Lingotto non   riassumerà immediatamente gli operai allora la Fiom ritornerà in tribunale anche con una denuncia penale. Impariamo da lor, denunciamoli, condanniamoli, riprendiamoci la dignità e la legalità.


Filed under: Anna Lombroso, Crisi economica, Democrazia, donne, Governo

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