Alla prossima Bao Boutique Temporary Store

Creato il 27 giugno 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Inizio dalla fine il mio breve resoconto delle tre settimane che ho trascorso alla Bao Boutique Brera, temporary shop della casa editrice Bao Publishing, all’insegna di presentazioni, firma copie e promozioni speciali. Più precisamente parto dalle sensazioni non mie, ma dell’editore, nella figura di Michele Foschini, che nel blog I tipi di Bao ha espresso le proprie opinioni riguardo l’impegnativa esperienza e le riflessioni che ha generato. Oltre all’entusiasmo dimostrato per la grande affluenza del pubblico, solo in parte rappresento dai lettori fidelizzati (di cui io sono un esempio) e molto aperto al confronto, la necessità primaria è stata di sottolineare nel blog l’importanza, proprio per le considerazioni precedenti, di riproporre eventi simili, di ingrandirli e di organizzarli anche con l’aiuto di altre case editrici.
(L’intervento a cui mi sto riferendo lo trovate QUI)

Ecco, dalla mia esperienza personale, ho avuto la stessa impressione, ma voglio provare a spiegarmi meglio. Dai pomeriggi passati nel piccolo e accogliente negozio in via Solferino ho respirato un clima aperto e festoso dove sopra ogni cosa è prevalsa la voglia di condividere. Da una parte la casa editrice costituita da un team giovane e vitale ha intrattenuto i presenti con intelligenza e con la volontà di sottolineare la bellezza del loro lavoro e dei loro lavori, dall’altra un pubblico desideroso di ascoltare, di assaporare quell’aria che normalmente tira nella redazione di Bao Publishing non si è fatto attendere, ma al contrario ha sempre dimostrato la propria curiosità con interventi e domande, evitando sempre l’imbarazzante silenzio che spesso sono abituata a sentire alle presentazioni in negozi, musei e fiere del fumetto (e chi segue i miei reportage sa che di eventi ne seguo molti).

Entrando nel particolare ho trovato formativi e divertenti tutti gli incontri a cui ho assistito. Il firmacopie di Zerocalcare mi ha dato l’opportunità di chiacchierare con molti appassionati di fumetti (e non solo) e, per la prima volta, di scambiare due parole con l’autore italiano che più di tutti ha dato al fumetto la possibilità di buttare giù il muro, a volte anche autoreferenziale, che gli è stato eretto attorno, catturando l’interesse dei giovani e del pubblico non abituale.

La presentazione di Dylan Dog Cronache del pianeta dei morti con gli ospiti Alessandro Bilotta e Paolo Martinello (e Franco Busatta e Roberto Recchioni sopraggiunti in seguito a ‘mo di special guest) è stata interessante per due motivi: in primo luogo per osservare i rapporti tra una casa editrice come Bao Publishing e i fedeli lettori Bonelli, accorsi numerosi per ottenere la loro copia firmata, ma che ho visto molto spesso sfogliare e comprare volumi diciamo extra-bonelli, in secondo luogo per la distesa chiacchierata con gli autori che mi ha permesso di comprendere l’estrema passione per il proprio lavoro, il bisogno di sperimentare una narrazione e uno stile visivo mai banale e l’amore degli stessi per il fumetto (lo sguardo entusiasta di Alessandro Bilotta mentre mi spiega che cos’è Tormenta nera me lo ricorderò molto a lungo).

La mia serata si è conclusa con la mini-intervista a Roberto Recchioni a proposito di una novità Bao Publishing,la ristampa de La redenzione del samurai e de I fiori del massacro.

Ho trovato la scelta di coinvolgere autori come Tuono Pettinato e Davide Toffolo, il primo per presentare a Milano Corpicino, il secondo per parlare della suo percorso lavorativo in occasione dei vent’anni di carr iera dei Tre Allegri Ragazzi Morti, coraggiosa e rischiosa allo stesso tempo. I rischi di portare un autore extra-Bao sono naturalmente tutti interni e fortemente collegati ai rapporti con le altre case editrici e ai possibili fraintendimenti che un’operazione del genere può richiamare nella mente dei maliziosi.

Non mi dilungherò su questo aspetto perché non ha nulla a che vedere con la mia percezione del fumetto, inteso come linguaggio e forma d’arte da diffondere (ed è forse proprio questo che ritengo di essere: una divulgatrice di fumetti) e amo pensare che un evento organizzato e valido debba essere preso ad esempio dai concorrenti e non denigrato per la presenza di incontri con autori esterni. La volontà di Bao Publishing di aprire le porte (letteralmente) della propria redazione agli altri editori per stringere legami nel tentativo di dar vita a esperienze diverse con lo scopo primario di abbattere i pregiudizi dell’Italia riguardo il fumetto è a mio avviso una modus operandi assolutamente positivo . Ricordiamo a tal proposito che la casa editrice si era fatta già in precedenza promotore di Bitubì, ospitato SaldaPress e Kleiner Flug, per iniziare a dialogare in modo diretto con le fumetterie, dimostrando un apertura al dialogo invidiabile.

Gli ultimi appuntamenti sono stati infine all’insegna delle novità e degli ospiti stranieri: ho avuto modo di ascoltare le risposte alla raffica di domande poste a Glyn Dillon su Il Nao di Brown, forse uno dei fumetti che mi ha più toccato in assoluto, ho osservato l’infaticabile Elena Casagrande disegnare e dedicare splendidi sketch di Suicide Risk serie promettente e misteriosa che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa e ho avuto modo di intervistare in loco Alfred in occasione della prossima uscita di Come prima, graphic novel che mi ha rubato cuore e anima (sarà banale, ma così è).

(L’ interviste a Elena Casagrande la trovate QUI, mentre quella di Alfred QUI)

Sono partita dalla fine e da concetti generali per entrare nel particolare. Ora mi permetto di entrare ancora di più nello specifico citando due dei piccoli ma straordinari episodi che un temporary shop di fumetto è riuscita a scatenare e che mi hanno commosso, divertito e dato speranza.

  1. Al primo evento con Zerocalcare mi sono trovata attorniata da numerosissimi fan (più di 100 senza dubbio) e il caos e la fila formata nei pressi del piccolo negozio ha incuriosito molte persone che hanno chiesto anche alla sottoscritta il motivo di tanta ressa. Mi sono trovata io per prima davanti a donne e uomini che non avevano mai letto un fumetto e ho avuto modo di indirizzarli al blog dell’autore e al sito della casa editrice. L’interesse e la curiosità nei loro occhi era reale e la possibilità di poter raccontare in breve genesi ed esplosione di un autore come Michele Rech a degli ipotetici futuri lettori era terribilmente giusta e perfetta.

  2. Durante la presentazione di Alfred l’autore ha spiegato la genesi del suo lavoro e le motivazioni, molto personali, che lo hanno spinto a raccontare la storia di due fratelli e di un padre (protagonista presente, ma al contempo assente della storia) che si sono lasciati in malo modo. La sua spiegazione, in cui era facilmente intuibile il forte legame emotivo con la sua opera, ha convinto un ragazzo ha comprare una copia in più per suo padre e suo fratello che non vivono un rapporto sereno.

E alla fine è proprio da brevi momenti come questi che il fumetto mi emoziona. Ed è proprio per averne altri di momenti così, dove all’improvviso il fumetto diventa tutto nella mia vita che mi rendo conto che il lavoro svolto da Bao Publishing nel suo accogliente negozietto temporaneo è prezioso e necessario, che è un alternativa alla guerra tra testate e che in un modo o nell’altro arricchisce e fa crescere.

Grazie BBB!

Ci vediamo alla prossima!


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :