alla ricerca della Madonna

Creato il 16 giugno 2012 da Davideciaccia @FailCaffe

Gli anni ’70, questo periodo di agitazione sociale artistica, filosofica – proprio come il polline nell’acqua di cui Robert Brown non riusciva a tracciare una traiettoria chiara e definita – agitazione punto e basta. Dopo 40 anni i problemi per cui protestare, così come l’insoddisfazione comune c’è ancora; a chi solleva dubbi sul livello intellettuale della nostra generazione mi piacerebbe porre un paragone con il passato: quella che dal ’68 in poi sui libri di storia viene raccontata come speciale – talune volte anche ribelle – rimane ai miei occhi una delle tante, dove ad essere eccezionale è stato piuttosto il contesto “positivo” creatosi attorno, proprio quello di cui gli studenti hanno approfittato.

Non sono in molti ad ammettere quanto la vera rivoluzione nel nostro paese l’abbiano fatta un pugno di intellettuali, i cosiddetti “formaggi stagionati”, ovvero quelli che con il passare del tempo (e spesso dopo la loro morte) hanno acquisito maggior pregio. Approfittando anche loro del momento florido che stavano attraversando, hanno parlato di cose nuove e vecchie al tempo stesso, come il linguaggio e le parole che in pochi utilizzano, come i segreti del mondo che ancora non riusciamo a spiegare. Tale rivoluzione a mio avviso non ha avuto molto da spartire con la politica, è piuttosto responsabile di quell’infezione che – citando un famoso film – solo un batterio, grazie alla sua piccolezza e con l’ausilio del tempo, può insinuare nell’ intatta e regolare forma mentis del cervello, della società. Eppure sebbene rimane una totale sfiga – e raramente accettabile – quella di essere mortale perchè vivente, imparagonabile alle nobili menti a cui oramai i secoli hanno costruito imponenti statue,  vittima della miopia dei contemporanei, i grandi uomini della storia non devono dubitare della sicurezza con cui l’orologio muove il mondo e che come lente divergente cura con gli anni la malattia cui l’occhio è soggetto. Rimangono loro gli unici esempi che riesco a leggere nel nostro passato recente per poter ripartire col piede giusto.

“Nostra signora dei Turchi” è uno spettacolo esemplare dove, fra i tanti argomenti, si parla anche della religione. E’ inutile storcere il naso di fronte ad una parola che è nata insieme all’uomo, ciò che più ci dovrebbe interessare è ricominciare a coltivarla; ricominciare a curare quella spiritualità interiore che ai miei occhi – e forse anche a quelli di Carmelo – sembra tuttora lo strumento più potente che abbiamo.

[...]  I cretini che vedono, vedono in una visione se stessi, con le varianti che la fede apporta: se vermi, si rivedono farfalle, se pozzanghere nuvole, se mare cielo. E davanti a questo alter ego si inginocchiano come davanti a Dio. Si confessano a un secondo peccato. Divino è tutto quanto hanno inconsciamente imparato di sè. Hanno visto la Madonna. Santi. I cretini che non hanno visto la madonna, hanno orrore di sè, cercano altrove, nel prossimo, nelle donne – in convenevoli del quotidiano fatti preghiere – e questo porta a miriadi di altari [...]

Curioso il fatto che il fallimento socio-economico della nostra fetta di mondo sia concomitante al fallimento spirituale della stessa, sarà un caso? Eppure già 50 anni fa c’erano registi come Dino Risi che mettevano in guardia sui mostri che stavamo diventando.

Nonostante l’abbia sparata grossa un paio di mesi fa Grillo riguardo alla mafia, non ho potuto che concordare con lui nella provocazione avanzata; le organizzazioni criminali usano un codice etico sbagliato, ma pur esistente; qual’è quello che il nostro modello economico ha utilizzato fino ad ora? A sentire le parole in Cronaca di guerra I di Lindo Ferretti, l’ultimo secolo non ha dato grande aiuto ai propri figli. Dobbiamo rimetterci a cercare la Madonna da soli, o perlomeno a ricordarci dove l’abbiamo abbandonata.

Carmelo Bene monologo (tratto da “Nostra Signora dei Turchi)”

PGR – Cronaca di Guerra I


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