Ernesto Marziota
Rispondendo all'invito degli organizzatori della Settimana della Cultura di Mantua del 2009, mia moglie e cara collaboratrice Geraldine Murphy ed io, abbiamo avuto il privilegio e la grande soddisfazione di visitare, dal 22 al 24 gennaio questo municipio rurale.
Nelle nostre menti e nei nostri cuori avevamo la volontà di ricercare le impronte dell'immigrazione e della presenza italiana a Cuba, motivati anche dalla loro partecipazione alle azioni patriottiche del 113º anniversario della fine, a Mantua, della gloriosa Invasione da Oriente a Occidente dell'Isola, guidata dal Generale Antonio Maceo, il 22 e il 23 gennaio 1896.
Io sono cubano, discendente di padre italiano, originario di Orsomarso, Cosenza, Calabria, e di madre oriunda dalla Valle di Pica Pica, a Sumidero, nella provincia di Pinar del Río, e il fatto di poter condividere dei momenti con discendenti di italiani che conservano la tradizione orale (secondo la quale Mantua fu fondata da un gruppo di naufragi italiani, com'è rappresentato nello scudo del Comune), è stato molto importante per me.
L'ipotesi che il nostro caro amico, ricercatore e scrittore mantuano di rilievo, Enrique Pertierra Serra, sostiene nel suo libro "Mantua a Cuba fra la storia e la leggenda" (Edizioni Loynaz 2005), è che lo sbarco dovette accadere tra il 1605 e il 1610; i marinai erano probabilmente genovesi e veneziani che furono armati e finanziati dal Duca Vicenzo I Gonzaga di Mantova. Ecco il perché del nome Mantua, in spagnolo.
Abbiamo potuto parlare con uno dei membri di una famiglia italiana che, fortunatamente, conserva il cognome, "spagnolizzato" con una sola t, com'è successo nella maggior parte dei casi a Cuba. Abbiamo conversato con Roberto Pitaluga, di 65 anni, marinaio che ancora oggi pesca ed è uno dei Pitaluga più anziani del paese di Arroyo de Mantua. Abbiamo anche parlato con vari dei suoi figli, nuore ed altri parenti.
La mattina, siamo saliti nella barca di Roberto, Enrique Pertierra, Mario Finalés, Geraldine Murphy ed io. Geraldine ha registrato con la camera il percorso e i luoghi storici. L'obiettivo era conoscere i luoghi a cui fa riferimento la tradizione orale e che vengono considerati segreti di famiglia.
Con emozione ci è sorta l'idea d'erigere un monumento nel punto dello sbarco per onorare la memoria di coloro che si crede diedero origine al paese. Questa proposta l'abbiamo fatta alle autorità locali.
Il suddetto monumento, potrebbe diventare un luogo di visita di mantuani, cubani e italiani avidi di conoscere le impronte che lasciarono i loro connazionali nel nostro Paese, insomma, una sorta di turismo culturale.
Abbiamo visitato il luogo dove sbarcarono gli italiani, oggi conosciuto come Cayo la Ceiba, la Vega de Luis, lo sbocco conosciuto come Punta del Río. Tutto ciò ci ha confermato a viva voce quello che, secondo la tradizione orale di Mantua — trasmesso dal nonno Antonio Pittaluga, morto nel 1910 è avvenuto. I loro antenati certamente naufragarono sulla barriera di corallo a nordovest di Mantua, in un punto vicino al Surgidero de Arroyos (identificato dopo come la Vega de Luis) dopo di che, date le difficoltà del posto, i naufraghi avanzarono su uno dei canali naturali della zona, fino al luogo conosciuto come Arroyos de Mantua.
Salvando le differenze fra i ricercatori circa l'origine storica della fondazione di Mantua, in verità in questo municipio, c'è e si sente una forte influenza italiana nel seno di varie famiglie che conservano i cognomi: i Pitaluga, i Fiallos, i Bordillo, i Buruso.
Secondo uno dei ricercatori, il signor Armando Peláez, del Museo Generalizado de Mantua, potrebbero esserci circa mille persone con cognomi italiani.
Un elemento importante della tradizione italiana presente è la venerazione della Vergine delle Nevi, patrona del municipio, a cui si rende tributo il 5 agosto da vari secoli e che, secondo la tradizione orale, era la polena della nave italiana che affondò. Questa Vergine è venerata in una delle cattedrali più importanti di Roma, a Mantova (in Lombardia), a Palermo (Sicilia), in Puglia a Neviano ed in altre località.
Un successo della visita, è stato il fatto di strutturare un comitato per gestire un progetto d'Associazione Cuba–Italia di discendenti di italiani e italiani residenti che si nomina "Miguel Di Stefano Pisani", in onore a questo illustre discendente, docente universitario e Premio Nazionale de Scienze Sociali nel 1998, con l'obbiettivo di organizzare i discendenti, analizzare il progetto degli statuti e promuovere storie poco conosciute sull'appoggio che l'Italia diede alle guerre di indipendenza di Cuba contro la Spagna, della partecipazione degli italiani in queste guerre, come mambises o in altre forme.
Devo assolutamente esprimere la forte emozione e soddisfazione patriottica che ho sentito nel partecipare come invitato ufficiale a tutte le manifestazioni commemorative, che ricordavano la sequenza storica dell'arrivo del Generale Antonio Maceo a Mantua: prima, a Mangos de Roque, dopo il banchetto, il ballo e durante l'atto in ricordo della firma per la fine dell'Invasione.
In quest'ultimo atto ho avuto l'alto onore di fare il discorso di chiusura e rivolgere la parola alla grande quantità di giovani e bambini riuniti lì, una numerosa e bella gioventù che garantirà la continuità storica della Rivoluzione nel municipio e nel Paese. Ho spiegato ai giovani i momenti gloriosi in cui gli studenti prima del triondo della Rivoluzione, ci dichiaravamo in sciopero, facevamo manifestazioni contro la tirannia di Batista, dall'Istituto di Marianao e da altri luoghi, tutti ispirati da Maceo e Martí, sospinti delle note dell'Inno Nazionale.
Considero che Mantua sia uno dei municipi del Paese con il più alto sviluppo umano, per la sua grande quantità di studenti di livello universitario, la scuola speciale per più di 300 persone, le diverse scuole, un policlinico moderno che ha ricevuto aiuti da italiani solidali della Regione Emilia–Romagna, l'impressionante sviluppo della vita culturale e sociale. È bene aggiungere la convenienza di promuovere l'insegnamento tra le lingue straniere, della lingua e cultura italiane. Speriamo che si faccia e che possa venire qualche volontario dall'Italia per insegnare.
Ernesto Marziota
Presidente del Gruppo di Discendenti di Italiani, membri della Società Culturale Dante Alighieri (comitato gestore del progetto della detta Associazione Cuba-Italia)