Alla ricerca di nuovi equilibri

Da Bussola
Io e Fab abbiamo due caratteri generalmente molto assecondanti. Difficilmente andiamo in collisione con le persone che ci circondano, a meno che ovviamente non pensiamo di aver subito un torto o teniamo particolarmente a far sapere la nostra opinione in merito a chi ci è di fronte.
Se difficilmente andiamo alla ricerca dello scontro con i nostri amici, colleghi o parenti, ancora di meno lo cerchiamo con noi stessi. In quattro anni che ci conosciamo, io e Fab abbiamo litigato poche volte, e nella maggior parte delle volte lo  abbiamo fatto per lo più per colpa di terzi.
Ci siamo conosciuti ormai da adulti, e forse anche per questo abbiamo affrontato tutto il percorso che ci ha portato fino al nostro matrimonio in maniera consapevole e serena. Abbiamo vacillato poche volte nell’organizzazione di tutta la nostra vita insieme, solo qualche broncio, qualche momento di scazzo, qualche silenzio e vuoto nella stanza, che però nel giro di poche ore si andava a riempire di nuovi spazi, di nuovi confronti.
Da quando è nato Nicolò però qualcosa è cambiato. Il nostro equilibrio è andato in frantumi, come acqua lanciata contro una scogliera. In questo mese abbiamo raggiunto un numero di discussioni che supera ogni peggior presagio. Non ci eravamo abituati, non ci ero abituata.
Forse le notti il cui sonno è un po’ a singhiozzo, forse lo stress per un nuovo esserino di 56 cm tutto da interpretare senza istruzioni all’uso, forse lo strascico della convalescenza per un parto complicato, la tensione di amici e parenti che si contendono il nuovo arrivato, o forse tutto questo insieme ha fatto esplodere il rapporto tra me e Fab. A volte basta un nulla, un niente, un sospiro dell’altro, e nasce una tensione, un rimprovero, un’insofferenza.
In quattro anni è stata la prima volta che ho sentito il terreno scivolare sotto i piedi di noi come coppia. Né io né lui abbiamo mai pensato che il matrimonio potesse arrivare all’epilogo, e ancora di meno che Nicolò in qualche modo ne potesse essere responsabile, però di sicuro abbiamo entrambi percepito che qualcosa stesse cambiando.
-          Perché sei in silenzio?-           Non lo so, sono stanca. Ho solo voglia di andare a letto.
Mi sono quindi rannicchiata sotto le lenzuola.
Un vagito di bimbo ha riempito quel silenzio. Siamo rimasti in attesa per vedere se iniziasse a piangere, ma a quanto pare anche il bimbo era stanco, e si è aggiunto anche lui alla quiete della camera.
-          Secondo te ci stiamo allontanando?      Ho detto io andando dritta al sodo.-           Sicuramente litighiamo di più.
Ha risposto anche  lui senza grossi preamboli, aggiungendo poi
-           Tu pensi che ci stiamo allontanando? Tu ti senti più lontana? Ti senti che ti sei allontanata?-         No non mi sento che mi sono allontanata. Mi sto chiedendo se lo siamo noi come coppia.-        Io no non lo penso. Mi rendo conto che il numero delle discussioni tra noi è aumentato, ma penso che sia l’anticamera per trovare un nuovo equilibrio, per passare da noi come coppia a noi come famiglia, con quel salsicciotto che dorme lì nella culla.
Ci sono stati altri fiumi di parole tra noi, ieri notte, ma forse ieri per la prima volta io e Fab siamo andati a letto più leggeri, consapevoli che era solo questione di tempo, il tempo necessario per trovare l’assetto per un nuovo equilibrio, il tempo per crescere, per evolvere.


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