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Alla ricerca di terreni fertili distrutte le ultime oasi tribali

Creato il 05 agosto 2011 da Tnepd

Alla ricerca di terreni fertili distrutte le ultime oasi tribali

Alla ricerca di terreni fertili distrutte le ultime oasi tribali

Ciao a tutti, come va?

Mi piacerebbe scrivere un articolo in cui parlare dell’amicizia, della fratellanza, della forza che si sente appartenendo ad un gruppo solidale, della natura incontaminata, della vita tribale dei popoli antichi in armonia con la natura.

Non sono un nostalgico, l’unione fa la forza e quindi se la vita è dura, se la natura è malvagia, senza pietà, bisogna unirsi per cercare di sopravvivere, come suggerisco di fare formando i comitati autonomi, cioè dei piccoli nuclei tribali nel tentativo di sopravvivere al complotto globale.

Ho personalmente visitato popolazioni che vivevano ancora nella preistoria in Amazzonia, ma ho conosciuto anche i miei zii contadini in un piccolo borgo agricolo negli anni 70, con la mucca, l’asinello, le galline, e la differenza non era così abissale. Ho vissuto anche due anni in una paesino di 40 abitanti sull’Appennino ligure, conosco la preistoria, ho organizzato alcuni campeggi liberi con il mio centro sociale negli anni 90 con oltre 300 persone.

Il mondo moderno ha distrutto la solidarietà e l’amicizia e non credo che la soluzione possa essere solo la realizzazione di kibbutz e monasteri laici, servono appunto comitati autonomi con progetti a lunga scadenza a cui lavorare, serve il Gruppo Schietti per retribuire milioni di persone che svolgano mansioni utili unendo i comitati autonomi in una grande organizzazione. Servono milioni di agenti del bene retribuiti per alimentare l’amicizia, la solidarietà, la pace, lo sviluppo sostenibile.

Purtoppo è stato toccato il picco mondiale della produzione di cereali, il bisogno di terre fertili sta portando a distruggere gli ultimi lembi di foresta e zone umide intaccando le ultime oasi tribali.

Il corriere di oggi denuncia in Etiopia l’acquisto di terre fertili nella valle del fiume Omo da parte di alcune multinazionali straniere.

Si tratta di una zona umida grande come la Lombardia abitata da alcuni popoli tribali a cui verranno sottratte le loro terre, che non troveranno giovamento dall’agricoltura intensiva e che verranno ridotti alla miseria.

La vita tribale dei popoli che vivono di caccia, pesca, raccolta, ha bisogno di territori vasti. Probabilmente soottraendogli le terre verranno trasferiti in qualche bidonville a vivere di sostegni internazionali.

Non sto dicendo che i popoli tribali siano civili, non ho il mito del buon selvaggio, però quelle terre gli appartengono e la vita tribale ha dei pregi che il mondo moderno sta perdendo.

Non so se sia meglio vivere isolati alcoolizzati, drogati ai margini di qualche periferia o in una tribù lungo il fiume Omo.

Non so se sia preferibile un ambito massonico di falsi amici di cui non si sa niente, o una tribù selvaggia con cui ci si conosce dal momento della nascita condividendo tutto.

Non se sia meglio inquinare e distruggere la natura per godere di qualche apparente beneficio o lo stile di vita ecologico e duro dei popoli antichi.

Non saprei scegliere se morire a 90 anni di alzheimer con una lunga agonia o a 35 di una febbre malarica in poche ore.

Ultimo albero, ultimo pesce, ultimo fiume.

C’era ancora un fiume sul pianeta terra, il Fiume Omo, in Etiopia, che sfociava nel Lago Turckana, dove alcuni popoli vivevano in armonia con la natura.

Servirebbe il piano demografico, la mia proposta 6 al governo mondiale, non ci sono più risorse per tutti.

Quando anche verranno coltivate le terre vicino al fiume Omo, se la popolazione mondiale continuerà a crescere, si avrà ancora bisogno di altre terre.

Ma la pianura del fiume Omo era l’ultima terra disponibile. Forse è rimasto qualcosa in Sudan, e poco altro.

Non c’è modo che la popolazione possa crescere ulteriormente, il picco della produzione dei cereali è stato già raggiunto. Inoltre aumentando la popolazione si cementifica ulteriormente e diminuiscono i terreni agricoli.

Col cambiamento climatico aumenteranno le carestie e la produzione di cibo diminuirà.

Con la distruzione della valle del fiume Omo non si risolverà il problema del cibo, serve il piano demografico.

Non fate figli, si scanneranno l’uno con l’altro per un pezzo di pane, un posto di lavoro!

Ma anche di fronte all’ultimo fiume la follia umana non si fermerà.

Formate il vostro comitato autonomo ed organizzatevi per sopravvivere nell’era del complotto globale!

Ce la dobbiamo fare, possiamo vincere, abbiamo ragione e la verità viene sempre a galla!

Grazie a tutti!

Domenico Schietti


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