Alla scoperta dei vini dell’Alto Adige

Da Patrickc

Lago di Caldaro, in inverno (di Patrick Colgan)

Ci sono vigne a perdita d’occhio. Aggrappate – ma ordinatissime – alle pendici scoscese dei monti, ricoprono i rilievi ondulati che degradano verso la conca del lago, un cerchio azzurro in un mare di verde striato

Premetto subito, non sono un esperto di vino. Sono solo - e da non molto tempo - un appassionato. Ma non importa essere degli esperti per apprezzarlo, non sempre almeno: il vino è in grado di parlare della storia e del carattere di un territorio, della sua geologia, della sua economia, delle sue tradizioni. E dialoga  con la sua gastronomia che spesso ha radici ancor più profonde. E’ anche per questo che mi piace coniugare i viaggi, specie quelli più brevi, con la visita delle cantine del territorio. Una delle destinazioni più belle e ricche per un viaggio di questo tipo in Italia è senza dubbio il Sudtirol-Alto Adige. Amo questa regione. Mi indigna, ma non mi sorprende che non sia nella top 10 delle ‘wine destinations in Europe’ di Tripadvisor,  perché fra gli stranieri solo i tedeschi  – anche per ovvi motivi linguistici e di vicinanza - sembrano avere scoperto davvero i suoi tesori, mentre per mia esperienza la maggior parte dei turisti stranieri interessati al vino sembra concentrarsi su altre regioni (non solo la Toscana, ma anche Umbria, Veneto, Piemonte, Sicilia). Ed è anche comprensibile, visto che qui si produce solo l’un per cento del vino italiano e visto che questo tipo di turismo, qui esiste da poco (nemmeno dieci anni, racconta Andrea Scanzi, qui). Il fatto che sia un tesoro ancora in parte segreto all’estero sembra confermato sia dagli incontri nelle cantine che dalla quantità scarsa di recensioni in inglese su tripadvisor (ne ho trovata solo una scritta da un utente che non fosse italiano o di lingua tedesca riguardo alla zona di cui parlo oggi). Non è certo un segreto, invece, per gli italiani anche se è ancora poco frequentato, per quello che offre.

La cantina Hofstaetter

L’area di Caldaro e i suoi vini

Non solo Pinot nero e Gewurztraminer

L’area sulla quale consiglio di concentrarsi per un viaggio enologico in Alto Adige è quella intorno a Bolzano, fra Salorno, a sud, e Terlano, a nord. Paesi collegati dalla Strada del vino (anche associazione attivissima che ha pure una sua app) lungo la quale si concentrano moltissime cantine davvero eccellenti in particolare, ma non solo, nella zona attorno a Termeno e al lago di Caldaro. E’ una zona di rilievi dolci circondati da grandi rilievi di roccia, a cui spesso sono aggrappate le vigne che, anche se gli spazi non sono grandi a volte si estendono a perdita d’occhio. Qui c’è un microclima particolare e favorevole per la produzione del vino: molto caldo d’estate, mite d’inverno ma con una notevole escursione termica. L’area è famosa per il Gewurtztraminer, il vino bianco profumato che proprio da Termeno (Tramin) prende il nome. Ma fra i bianchi prodotti in zona sono ottimi anche Riesling, Silvaner, Goldmuskateller, Sauvignon. E’ eccellente anche la produzione di Pinot nero, vino difficile, complesso, ma qui si produce il migliore d’Italia. Viicino al lago il caldo e le molte giornate di sole sono favorevoli anche per vitigni come Syrah o addirittura Tempranillo (vitigno spagnolo). Fra i vitigni autoctoni c’è la ’schiava’, il vino più comune sulle tavole altoatesine -  e naturalmente il rosso Lagrein.

Il periodo considerato generalmente di alta stagione va dalla primavera all’autunno. E’ il periodo nel quale si tiene la festa del vino (nel 2012 si è tenuta da maggio a giugno) con visite alle cantine e numerosi eventi. E’ anche il periodo sono aperti gli agriturismi più interessanti, che poi chiudono in genere in inverno (fra questi, per esempio, Santlhof o Gasthof Wieser).

Il Sauvignon Sanct Valentin di San Michele Appiano

In questo periodo si possono visitare (sempre con prenotazione) alcuni vigneti e il territorio di grande bellezza naturale si può esplorare in bicicletta, il mezzo ideale, o a piedi, anche lungo sentieri enologici che si perdono nelle vigne (che in questa zona arrivano incredibilmente fino a mille metri, a Favogna). In inverno, poi la maggior parte delle presenze turistiche tende a spostarsi verso i mercatini di natale di Merano e Bolzano e le località sciistiche, ma le cantine restano aperte praticamente tutto l’anno per degustazioni (in genere gratuite, in alcuni casi si pagano 50 centesimi a calice nel caso non si acquisti nulla). Gli orari sono sempre gli stessi. Generalmente sono aperte nei giorni feriali dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19, con orari molto più ridotti il sabato.

Da mettere nello zaino consiglio sicuramente Slow wine, guida che permette anche ai non esperti di avvicinarsi alle cantine e ai loro vini, di cominciare a capirli (anche se purtroppo pochissimi produttori della zona hanno aderito all’iniziativa di legare la guida a uno sconto del 10%).

Sono luoghi a prova di navigatore, immacolati e verdissimi, monti a strapiombo e vie intricate, come quella che da Montagna conduce a Casignano, tra ruderi e sentieri appena lastricati (Andrea Scanzi, elogio dell’invecchiamento)

Le cantine lungo la Strada del vino

Io ho le mie cantine preferite, ma prendete la mia personalissima scelta come uno spunto per partire alla scoperta di altre, anche perché qui i produttori di vino ottimo sono davvero tanti e non li conosco tutti sufficientemente da parlarne. L’antica cantina di Termeno, Hofstaetter è esattamente al centro del paese. La vinoteca, dove degustare i vini prodotti è nuovissima e molto bella, ma forse un po’ austera. La fascia di prezzo è alta (15-20 euro a bottiglia), ma il Gewurtztraminer base di questa cantina è il migliore che ho assaggiato in zona.

La cantina Termeno
(Foto dal sito)

Sempre a Termeno ha sede la cantina Elena Walch dove si possono anche degustare gli eccellenti vini (di impronta moderna) in uno splendido bistrot, esempio di architettura ecocompatibile e con vista sulla valle (calcolate 20 euro per menù degustazione più un calice). Fascia di prezzo alta per la cantina Manincor, che merita una visita per la sua filosofia biodinamica, applicata anche la struttura (la cantina sfrutta la forza della gravità per ridurre l’impatto e il consumo di energia). Amo la cantina Ritterhof di Caldaro e l’accoglienza cordiale e sorridente che la distingue. Ma amo soprattutto i suoi vini dal rapporto qualità prezzo imbattibile e dal grande equilibrio. Il Gewurtztraminer della linea Crescendo è eccellente. Ma mi hanno sorpreso anche il Pinot bianco 2011 e il Lago di caldaro rosso, la miglior schiava assaggiata da queste parti. E poi ci sono la cantina della cooperativa Termeno, avveniristica e integrata nel verde della valle, dove ti consiglio lo Stoan, un blend eccellente e la cantina di San Michele Appiano famosa per i suoi Sauvignon dalla struttura unica, in particolare il Sanct Valentin. A nord, la cantina Terlano produce ottimi vini e la aggiungerei alla lista, ma non l’ho visitata (la trovai chiusa, ma era domenica). E poi ci sono ancora altri nomi: Alois Lageder, Gottardi… potrei andare avanti, ma mi fermo.

La strada del vino

Ma non c’è solo il vino. Uno dei miei posti preferiti, da queste parti è la chiesetta di San Giacomo Kastelaz, è in un angolo idilliaco, persa fra le vigne a pochi passi da Termeno, in un angolo dove però sembra di essere già lontanissimo da tutto. E dietro l’apparente semplicità, all’interno si scoprono antichi affreschi medievali, bellissimi e inquietanti.

Link: alcuni dei posti citati, su Minube; Scattidigusto e la top 10 del Merano wine festival 2012


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