Alla scoperta del premio Oscar Paolo Sorrentino

Da Leggere A Colori @leggereacolori

Scopriamo qualcosa in più di Paolo Sorrentino il regista partenopeo che ha fatto tanto discutere in terra nostrana con il suo film vincitore dell´ultimo premio Oscar La grande bellezza (leggi cosa é avvenuto nella serata) .

Paolo Sorrentino è nato a Napoli, quartiere Vomero, nel 1970 e a soli 17 anni è rimasto orfano di entrambi genitori. Quest'evento tragico probabilmente lo segna artisticamente ed infatti è evidente in tutte le sue opere. Sia nei suoi film che nei suoi due romanzi è presente la nostalgia per l'infanzia e il grande amore per la famiglia. Amore che viene rappresentato in maniera quasi struggente. L'adolescenza è una malattia da cui non si guarisce mai direbbe "Tony Pisapia", cantante neomelodico protagonista del suo primo film "L'uomo in più" e nelle vesti di Tony Pagoda nei suoi due romanzi "Hanno tutti ragione" e "Gli amici di Tony Pagoda" e tutto si può dire tranne che il grande Paolo sia guarito.

Paolo Sorrentino e il cinema italiano

Il suo secondo film, "Le conseguenze dell'amore", a mio avviso la sua opera cinematografica più bella in assoluto, vince cinque David di Donatello ed è seguita da l'Amico di famiglia pochi anni dopo. Tuttavia, è con il Divo, nel 2008 che arriva il riconoscimento internazionale. Il film si aggiudica il premio della giuria di Cannes e ben sette David di Donatello. Inoltre, durante il festival di Cannes, un attore del calibro di Sean Penn gli chiede esplicitamente di partecipare al suo prossimo film. Paolo Sorrentino lo "accontenta" e nel 2011, lo dirige come attore protagonista in " This must be the place " che si aggiudica sei David di Donatello.

In queste opere "d'arte" Paolo Sorrentino si impone oltre che come uno dei migliori registi del nostro continente (e non solo), come il maggior "nichilista" dei nostri tempi. In tutti le sue proiezioni, il vero protagonista è il peso dello stare al mondo. Nel suo primo film il suo antitodo è la "strafottenza". " A vita è una strunzata " afferma Tony Pisapia, magistralmente interpretato da Tony Servillo. Nel suo secondo film invece, l'antitodo diventa la morte. Titta De Girolamo, anche questa volta interpretato da Tony Servillo, lascia il segno morendo in modo spettacolare. Nei suoi romanzi invece, il mal di vivere viene esorcizzato con la "risata e la distrazione" e quest'ultimo pensiero si evolve fino ad arrivare al suo ultimo film, quello che lo ha portato all'Oscar, e dove l'antitodo al male di stare al mondo è rappresentato dalla "leggerezza". A stupire è inoltre la sua cultura musicale, che unita alla sua attenzione per i rumori ne fanno una componente di non poco conto delle sue opere cinematografiche. A mio avviso e non a caso visto che il protagonista è una Rockstar, le migliori colonne sonore, sono quelle di "This must be the place" dove riesce a coinvolgere il suo idolo di sempre "David Byrne".

In questi giorni, Paolo Sorrentino è stato al centro di tante critiche. Come dice nel suo romanzo "Hanno tutti ragione": Solo i figli piccoli sanno difendere le madri. Con una goffaggine che li rende potentissimi. E invincibili. Bene. Per me Paolo Sorrentino è come una mamma. E' la mia principale fonte di ispirazione e quindi non smetterò mai di difenderlo. Avanti tutta Paolo!


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