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Allarme Confindustria tv: crisi e passaggio al DTT colpiscono le tv locali

Creato il 25 luglio 2014 da Digitalsat

Allarme Confindustria tv: crisi e passaggio al DTT colpiscono le tv locali«È arrivato il momento per un provvedimento legislativo che invece di abbandonare le aziende alla loro sorte sostenga quegli imprenditori che dimostrano di crederci». L'appello arriva dal presidente di Confindustria Radio Tv, Rodolfo De Laurentiis, dati alla mano della XX edizione dello Studio economico del settore televisivo privato (anno 2012), presentato oggi da CRTv e Osservatorio Nazionale delle Imprese Radiotelevisive.

«Numeri che sono dati certi, non stime», spiega, insieme al direttore generale di CRTv, Andrea Franceschi, e al presidente dell'Osservatorio, Piero Manera. E che raccontano di un mercato nazionale da 9,5 miliardi di euro di ricavi nel 2012, in cui le tv locali sono la «quarta gamba dell'intero comparto». La loro situazione però è di grande difficoltà tanto che in un solo anno, dal 2011 al 2012, ne ha fatto scendere la quota dall'8,3% al 7,1%. A contribuire in maniera netta, oltre alla crisi economica, anche il passaggio al digitale terrestre, che ha moltiplicato l'offerta dei canali (nel 2012, 3126 i marchi), ma parcellizzato gli introiti pubblicitari, che per le locali sono la prima fonte di sostentamento. Delle 339 società prese in esame dallo studio (ovvero le commerciali gestite da società di capitali), solo 98 hanno ricavi superiori a 5,1 milioni di euro. Ovvero il 29% delle Tv locali detiene il 75% dei ricavi. Meglio di tutti fanno Veneto, Lombardia, Puglia ed Emilia Romagna, mentre a soffrire di più il passaggio al digitale sono state Lazio, Piemonte e Sardegna (arrivate senza assegnazione LCN dal Ministero).

«In 5 anni - prosegue De Laurentiis - le locali hanno perso 95 milioni di ricavi, tornando indietro nel tempo di 8 anni» (dal 2008, Risultato Operativo sceso di -201,3 milioni di euro di cui 45,8 nel 2012). Una perdita che ha falciato anche posti di lavoro (-13,8%) e che non accenna a migliorare nel 2013. Anzi, dice De Laurentiis, «le stime confermano che il trend negativo aumenta». Pur in difficoltà, però, gli imprenditori hanno reagito investendo, «credendo nel futuro e nelle potenzialità del mercato» con un patrimonio netto di 746 milioni e mezzo, ovvero in aumento di 177 milioni rispetto all'anno precedente.

«Questo ci consente di guardare al futuro con ottimismo - prosegue De Laurentiis - I numeri però denotano una situazione di grande difficoltà che potrebbe essere segnata da fuoriuscita di imprese anche importanti. Credo sia arrivato il momento per un provvedimento legislativo che invece che abbandonare le aziende alla loro sorte sostenga quegli imprenditori che dimostrano di crederci, premiando le imprese per l'informazione ma anche per i livelli occupazionali, per l'offerta. Siamo convinti dell'importanza delle tv locali nella crescita e nello sviluppo non solo dell'informazione, ma anche della cultura del paese».

«Le Tv locali - aggiunge Manera - rappresentano la capacità di crescita del territorio, con un ruolo ineguagliabile. Sono l'emblema del sistema della piccola media impresa, quella che soffre di più la crisi. E anzichè un vantaggio, con la digitalizzaione terrestre hanno accumulato un disvalore. Abbiamo parlato al sottosegretario Giacomelli - aggiunge - che si è fatto promotore delle nostre teorie. L'aiuto va rapportato al creare un prodotto, aiutare un'azienda virtuosa e non solo al mantenimento di regole che appartengono a un'altra logica»


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