Allarme meduse nei mari italiani: non consolano molto i nuovi gel preventivi antimedusa

Creato il 03 giugno 2013 da Alessiamocci

Anche se quest’anno l’estate tarda ad arrivare, pare dovremo fare i conti con uno sciame di meduse che sta invadendo il Mediterraneo. Fino a pochi anni fa osservare le meduse nel nostro mare era una rarità, ma ultimamente la loro presenza sta raggiungendo livelli preoccupanti.

Negli ultimi 20 anni la temperatura delle acque superficiali dei nostri mari è cresciuta di 0,02 gradi all’anno. Tale riscaldamento ha portato in Italia specie marine che un tempo erano considerate abitanti solo di mari tropicali. A seguito di questo effetto, il plancton sta aumentando molto velocemente e con esso anche le meduse che ne fanno parte. Un tempo le meduse comparivano a cicli, ora, a causa proprio dell’innalzamento delle temperature, sono diventate una costante.

L’eccesso di pesca pare sia un’altra causa di questa invasione nei nostri mari che vedono ridursi i loro principali predatori, come pesci spada e tonni. Quello che si sta creando è praticamente un circolo vizioso, poiché le meduse si nutrono di uova di pesce e dei pesci più giovani, contribuendo a loro volta ad impoverire la fauna marina. Alterano la catena alimentare con effetti negativi sulla biodiversità e sulla pesca stessa.

Anche l’inquinamento crescente dei mari aumenta la loro presenza, soprattutto con l’uso sfrenato dei fertilizzanti che contribuiscono a rendere le acque sempre meno pure, e quindi abitate dalle specie più adattabili e resistenti, fra le quali alghe e meduse.  Non consolano molto i nuovi gel preventivi antimedusa sperimentati in Usa e in Israele che dovrebbero fungere da repellenti, e che invece potrebbero irritare la pelle ed inquinare addirittura il mare. Le meduse restano una noia per i bagnanti e un incubo per gli operatori del turismo marino, e non si tratta solo di esemplari di piccole dimensioni, bensì ce ne sono anche di giganti.

Le specie fino ad ora segnalate al largo delle coste sono diverse. Si va dalla Pelagia Noctiluca, marroncina con tentacoli molto lunghi, opalescente, per passare alla Rhizostoma Pulmo, dal colore blu-violetto, lattiginosa, fino alla più piccola, la Velella che sembra un piccolissimo disco, ma anch’essa molto urticante.

I rimedi che possiamo adottare, in caso di contatto sono sempre gli stessi, ma è bene ricordarli. Lavare la ferita con acqua di mare e non con acqua dolce, disinfettare con bicarbonato, non grattarsi assolutamente, né strofinare con la sabbia, perché si accelera il rilascio della sostanza tossica, evitare metodi fai da te e usare solo prodotti specifici come il gel astringente al cloruro di alluminio. Se la ferita appare umida, utilizzare pomate antibiotiche e a base di cortisone. E naturalmente, nel caso di particolare malessere o aggravamento dei sintomi, rivolgersi subito ad un medico.

Le meduse sono presenti in ogni punto degli oceani. Non sempre sono urticanti e pericolose, e le creature gelatinose che vediamo in mare non sempre sono meduse. Possono prosperare in acque calde e fredde, lungo la costa o in profondità. I loro corpi sono composti per il 95 per cento di acqua e, pur non possedendo alcuna massa cerebrale, sono state in grado di sopravvivere per oltre 500 milioni di anni.

L’allarme degli ultimi giorni è stato lanciato dalla Fao, ovvero l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite, che ha suggerito un rimedio per ridurre il proliferarsi di questi organismi viventi. Per spezzare il circolo che rischia di causare una grande penuria di pesci, si suggerisce di pescare le meduse a sua volta, per sfruttare le loro tante proprietà benefiche nella cosmesi, nella medicina e persino a tavola. Eliminati i tentacoli e accompagnata da salse, la medusa può essere assunta come alimento che depura tossine e batteri dall’organismo e regola la pressione arteriosa. Per la cucina cinese tale pietanza rappresenta già una prelibatezza. In cosmesi, pare che la scoperta della”medusa immortale” capace di bloccare l’invecchiamento cellulare prometta miracoli anche nel ringiovanimento dell’epidermide umana.

Bisogna quindi trovare un modo per diminuire il numero delle meduse nei nostri mari, specie se non si vuole mettere a repentaglio la vita di altri abitanti degli abissi. Il fatto che tali creature possano, in teoria, donare nutrimento all’uomo, e impegnarlo in nuove ricerche scientifiche, sembra un modo utile di sacrificare le loro vite.

E anche se non ci sono ancora investimenti a questo proposito, sarebbe veramente piacevole poter avere una crema tutta naturale, agli estratti di medusa, per combattere rughe e segni del tempo.
Senza dubbio, un’idea da prendere almeno in considerazione.

Written by Cristina Biolcati


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