Alle farfalle, non piace dominare…

Creato il 04 settembre 2012 da Tnepd

Non c’è pericolo che mi stanchi di trattare questo argomento. 
Tutti giocano a fare i potenti. Tutti vogliono “essere”potenti”. Ma nessuno, generalmente, possiede più che una vaga e nebulosa idea, su ciò che questo veramente significhi…
Essere “famosi”, avere “successo”….parole talismaniche, oppurtunamente trattate per le masse, dagli ingegneri e gli architetti oscuri del pensiero, per tappare un buco in fondo al cuore dell’individuo. Quel buco, quella carenza di ego, che non gli permette mai di sentirsi ancorato a terra, centrato. A ben riflettere, cosa significa, veramente, essere potenti? In realtà, non c’è niente di male a sentirsi tali. Ma come in ogni campo, è il “come”, a fare puntualmente la differenza…

Lo specchietto per allodole del “potere”, non indica infatti in alcun modo la maturazione di un sano rapporto mentale, spirituale, emozionale e fisico, con se stessi. Non ci viene insegnato che il primo potere, è quella sensazione meravigliosa che proviamo allorché ci sentiamo i padroni delle nostre, solo delle nostre, preziose esistenze.
Il miraggio indistinto di un “potere” che invece si esercita sugli altri, malgrado gli altri, a discapito di altri, poggiando sulle loro spalle per sentirci a loro superiori,  il feticcio che sostituisce nell’educazione ricevuta la ricerca individuale del divino Sé, è quello che oggi, a reti e case editrici unificate, offre il mercato…

In questo mondo, è ormai inveterata abitudine curare una pianta dalle foglie; non dalle radici. Ma così, non se ne può uscire. Il problema, è che l’umanità è ancora schiava di una percezione di sè, e della realtà, tanto perfettamente distorta da sembrare perfettamente “normale”. Una forma mentis, per così dire, che la vuole basare il proprio equilibrio su rapporti disfunzionali di prevaricazione sugli altri e su ogni ente che la circonda e con il quale entra in rapporto;  invece che su conoscenza, rispetto, solidarietà  e collaborazione. La vittima e il carnefice, la preda e il predatore; il parassita e l’ospite. La dobbiamo fare finita, una buona volta di lasciarci guidare da impulsi inconsci alla ricerca di un equilibrio perennemente dipendente e de-centrato. In altre parole il potere, quello vero, deriva e non può essere altrimenti, da una sorgente interiore all’individuo. PUNTO.
Che gli studi di una persona lo conducano lungo sentieri razionali, logici,  mistici, magici o di qualsiasi altro tipo, fatto sta che è da “dentro”, dal conoscere, ricordare o scoprire una ricchezza che è nelle profondità dell’individuo, e non nello sguardo di consenso o di ammirazione o di paura di qualcun altro…la vera fonte del potere di una persona…
Mi spiego meglio. Non è il potere del pittore che realizza attraverso la tela ciò che appare nello specchio della propria anima, ciò che ha in mente la persona “media”, il mediocre, la “pecora da armento”, allorché si perde in sogni preconfezionati di potere e gloria personali. Non fantastica di attingere alle profondità del proprio essere, a diventare il proprio Cristo, o il proprio Buddha, il proprio “sé superiore”, il proprio “daimon”, o il proprio “qualsiasi cosa valga la pena perseguire l’intento di diventare”.
 E neppure certo il sovrano del proprio regno interiore, il “Divino” nel proprio cerchio, sogna nei sui vagheggiamenti, il “tiepido” di spirito. Nella sua mente ottenebrata e confusa, perennemente, dai pensieri, i giudizi e le passioni di altri, una mente il cui cervello si illumina sempre degli stessi, ripetitivi e stagnanti, percorsi neuronici preconfezionati, è un organo dell’anima dal quale è stato bandita ogni sana spinta evoluzionistica individuale.  Egli, il mediocre orgoglioso della propria avversione per la vita vera,  scimmiotta le movenze e i sorrisi di burattini politici e personaggi famosi del momento. Imita. Imita come può. Povero Platone, quanto giusto aveva visto in questo senso!
Vuole diventare un vip, oppure una qualsiasi altra fuga dall’angoscia di essere separato, scisso individuo, il burattino. E non un “se stesso” al massimo delle proprie capacità di espansione. E per la pace dei più funambolici acrobati del pensiero collettivista, la ragione principale di questo degenero….è semplicemente che questa è per loro la strada più facile da percorrere.

Viviamo in un’epoca strana. Strana, e che sta trapassando impercettibilmente, giorno dopo giorno,in un’altra più evoluta. E’ in atto una sorta di “upgrade”, tra l’Universo e la psiche umana, a livello tanto individuale quanto colletivo. Tra Macrocosmo e microcosmo….concetti, se così li si può chiamare,  che l’idiota materialismo che ci compenetra e condiziona da millenni, non ci permette, astutamente, di decodificare minimamente…

E di certo un aggiornamento e un serio cambiamento di parametri per giudicare l’esistenza  è più che necessario, se non vogliamo finire come civiltà. Se non vogliamo lasciare il passo, definitivamente, a una “normalità” fatta di depressi sorridenti pronti ad obbedire ad ogni ordine, e a sopprimere come il massimo dei piaceri ogni sentimento e disagio a furia di pasticchine o iniezioni. E allora occorre riprendere in mano tutto quello che fin’oggi abbiamo semplicemente trattato per ovvio, normale, vero. Non fa certo eccezione la percezione del “potere” che si è sedimentata, ormai, sui fondali della coscienza collettiva. E’ una questione di tremenda importanza, non un vezzo. Che lo si subisca a livello di reazioni sub-consce, o che se ne faccia coscientemente il cruccio principale delle proprie giornate, una percezione come quella che collettivamente patiamo del “potere”, se mai messa seriamente in discussione, può veramente tradursi come uno dei principali interpreti della rovina della nostra civiltà. E allora: “Che cos’è,questo potere che perseguiamo?”….Ma soprattutto: “Perchè le gente insegue continuamente QUESTO tipo di potere, e non altri?”. E’ quello infatti che io chiamo “il potere estorsivo”, il potere ottenuto “per mani di altri”, attraverso gli altri e malgrado gli altri. Stare su un palco e ricevere applausi per la propria bella canzone, per il cantante, è certo una nobile e legittima aspirazione. Anche farci un sacco di soldi, è per me perfettamente spirituale. Non è questo il punto.
Il punto è che troppa, troppa gente è interessata unicamente a ricevere plauso e ammirazione e ricchezza, indipendentemente e totalmente a prescindere, anzi spesso in contrapposizione,  rispetto al proprio contributo espressivo ed artistico all’Umanità. Essere “famosi”, come essere “potenti”, si traduce oggi puntualmente con qualcosa che è una vergogna per la dignità e la reale potenza dell’uomo. “Si” vuole “il potere per il potere”, il “successo per il successo”; non certo il sano riconscimento o l’incentivo e la soddisfazione di un ritorno economico per i propri sforzi; per la propria arte. Infatti, che diavolo di arte pensate mai persegua, la maggior parte delle persone che seguono il pifferaio magico?
Vi pare che i più siano costantemente avvinti, interiormente, dall’angoscia per il non sapere tradurre in realtà e “carne”, quello che si agita sui fondali della loro anima? Ma non fatemi ridere, per favore!!!!:-) Uno status non significa niente, preso di per sé. Ma per il mediocre, invece, sì. Chi raggiunge una posizione elevata per proprio merito, in qualsiasi campo giochi la sua partita, si merita certo tutto il riconoscimento, l’ammirazione, e la ricchezza, certo anche materiale, economica, per la sua impresa. Ma i personaggi che abbondano in questa società di fumo e maschere, non cercano affatto un incentivo o il tributo e riconoscimento legittimo, per un lavoro ben fatto. Piuttosto, scimmiottano, perfettamente ignoranti e tronfi della propria “attitudine avversa al pensiero”, l’ideale più squallido e conformista di un potere, di un successo, non meritati e assolutamente di facciata, inconsistenti. Mi viene in mente Ayn Ran,d che contrapponeva l’uomo “creativo”, produttivo, individualista e “vero”,  all’onnipervasivo “parassita”. Ecco, credo potrebbero appellarsi come “parassiti” tutte quelle forme di vita a due gambe, che pullulano nella nostra società, alle spalle e ai danni di ogni creativo ancora rimasto in circolazione; personaggi, più che persone, che inseguono una posizione, uno status, una vetta, fregandosene “alla grande” di portare un contributo a questo mondo, ovvero di portare ad espressione la propria anima.

Potere, in senso sano e pienamente umano, è qualcosa che non oso provare a definire in un singolo post. Troppo vasto l’universo dei meravigliosi significati. Ma certamente, intanto, si tratta di qualcosa che ha a che fare con il potere dell’individuo SULLA e PER LA sua stessa vita. Nessuno può essere felice della propria vita, se non può esprimere la sua propria volontà diventandone l’architetto. Non così funziona per il mediocre, che non avendo nulla da esprimere, scimmiotta, imita; ma nulla crea. Nulla produce. Di sicuro è portato ad ammirare il potere, l’uomo scimmia. Ma che tipo di potere?

Il potere parassitario che si esercita sugli altri e malgrado gli altri. L’idea, trasformata “ai piani alti” abilmente in ideologia, di poter raggiungere stabilità e felicità,  semplicemente guardare gli altri dall’alto in basso.

Ma questo è l’ideale adatto a chi si sente impotente; non certamente qualcosa che possa affascinare chi è in cerca di vero ( interiore e proprio ) potere. Mi spiego meglio. Solo un narcisista, uno psicopatico, uno dei tanti insetti malati di complessi di superiorità, metterebbe la sua vita in mano al sogno di essere servito e riverito. PUNTO.  Solo chi si sente mortalmente impotente, il sadomasochista che “schiaccia i gatti quando è al volante di un automobile, per mandarli a far compagnia alla sua anima dimenticata”, può provare piacere da una cosa tanto priva di virtù, quanto uno status e una posizione ottenuti non per merito o per riconoscimento, bensì “a prescindere da ogni perché” che non sia l’illusione di far compagnia agli dei. L’idea di potere deve essere riveduta e discussa da genuini, veri, autentici esseri umani. L’idea di “potere”, come una sacco di altre idee, delle quali purtoppo la maggior parte delle persone, oggi, non si fa ancora minimamente carico. Chi ha seguito il mio ragionamento fino a questo punto, avrà compreso alla perfezione che non inneggio affatto al caos nel rapporto dell’uomo con se stesso, gli altri, il mondo. Ma qualcosa deve pur essere decostruito, qualcosa deve pur essere lasciato da parte, e qualcosa deve pur essere bandito, se non vogliamo proseguire verso le medesime derive che hanno portato alla fine di civiltà ben più auto-consapevoli della nostra. La mia, per chi ha compreso, non è affatto una critica di parte, faziosa, ideologia. Allo stesso modo, non è il grande statista, che merita il suo potere personale, il riconoscimento e il suo successo, il mio bersaglio polemico; bensì lo scaltro, astuto, totalmente privo di scrupoli politicante, che persegue il sogno guardare gli altri dall’alto in basso, di vivere “di loro” e occupare posizioni privilegiate “alla faccia” di ogni merito;  e di ordinare a tutti cosa fare, e cosa non fare, per compensare l’assoluta mancanza di padronanza di se stesso. Non è il grande cantante, a preoccuparmi quale esempio per le nuove generazioni. Un grande interprete, può solo regalare grandi aspirazioni e sogni, e merita tutto quello che di bello e confortevole pertenga alla sua personale idea di potere e successo. Il fatto, è che invece sono dei perfetti idioti, privi di qualsiasi dote canora e incapaci di buttare giù due righe in rima, a finire per fungere OGGI da esempio a generazioni via via più inconsapevoli di se stesse e senza capirlo disperate. E gli esempi e le distinzioni potrebbero proseguire a non finire. Uno dei fraintendimenti peggiori di questo mondo, è che chi insegue e detiene il potere “sugli altri”, il potere fine a se stesso, sia dotato di una “forte personalità”, di un robusto ego. Niente di più lontano dalla verità.  Chi guarda alla via sempre e solo come a una scala, ha sempre l’obbligo di chinare la testa verso qualcuno più in alto, mentre esige la genoflessione di quelli sotto di lui. Il suo sguardo, a saperlo decodificare, presenta così sempre qualcosa di “perso”, di vuoto, di vacuo, dietro la maschera e le tonanti affermazioni. Il “potente”, allorché di potenza, si parli, che derivi unicamente dall’energia estorta per via di truffa o paura agli altri, è in realtà un punto interrogativo a se stesso. Una persona dotata di un ego forte e salubre, non riuscirebbe mai a trarre soddisfazione da quel continuo gioco di specchi e paragoni, con il quale il primo coltiva l’illusione di sentirsi vivo “per via di altri”… Ma la questione del vero potere, della vera potenza , è naturalmente troppo vasta per poter essere adeguatamente trattata in un post. Comunque, a mio avviso vi sono concetti chiave, evocativi sul piano dell’immaginazione, e capaci di fornire spunti di meditazione per una riflessione privata da parte di chiunque ne abbia la volontà. Ad esempio, la questione del potere individuale si lega a doppio filo con concetti come “arte”, “espressione”, “manifestazione”. La metafora della crisalide che lotta per diventare farfalla calza a pennello.
 Più in generale, bisogna riconoscere che siamo immersi in una cultura di morte, prima di vaneggiare frettolosamente su cosa significhi al parola “esistenza”. E abbiamo un terribile bisogno di destarci, perché questo mondo ha uno spasmodico bisogno di persone dotate di vero potere personale, realmente capaci e primariamente mosse dalla vocazione di esprimere loro stesse, in ogni campo della vita umana. Non è solo una questione di spiritualità. Non si tratta solo di spiritualità, perlomeno, per come generalmente si allude al termine. In realtà, perseguire una via spirituale significa innanzitutto radicarsi a terra, alla Madre Terra, e perciò quando parlo di gente capace di esprimere potere personale, mi riferisco tanto al meditabondo ricercatore di verità metafisiche celesti, quanto al vero imprenditore, al vero statista, al vero politico, al vero storico, al vero FILOSOFO: al vero artista, seppellito dentro molti di voi, in attesa di fiorire e dire la sua al mondo. Il potere, quello vero, ha tutto a che fare con la libertà di pensare con la propria testa, di discriminare con il proprio giudizio. Di imparare ad amare se stessi, e gli altri, in maniera che non si dia più spazio e possibilità, all’istaurarsi di rapporti parassitari e debilitanti. Tanto in “amicizia”, quanto in “amore”, quanto in politica, in economia, sul lavoro etc.etc. Il potere personale, quello vero, ha tutto a che fare con la realizzazione economica, il successo e il riconoscimento da parte degli altri, di tutti coloro che possiedono idee creative proprie e il coraggio di portarle avanti ad ogni costo. Non è questione di ritirarsi in preghiera su un monte. Ma la fonte di tutto, è e resta qualcosa di INTERIORE, una fonte interiore che invano, i confusi e i parassiti cercano negli altri. Una fonte, che per così dire possediamo personalmente e indelegabilmente, e che portata ad espressione ci consente al contempo di cambiare in meglio il mondo… Immersi ad oggi in una realtà che, dietro i vari specchietti per le allodole, si pone quale principale obiettivo sedare e sopprimere le spinte propulsive spirituali individuali CREATIVE, ad ogni livello ( intellettuale, spirituale, politico, economico e così via ), ci viene invece data in pasto l’illusione irrazionale che la parola “potere” si traduca puntualmente e UNICAMENTE per come il parassita tipo riesce a percepire il proprio sogno di esistenza. Me nessuna parola, nessun significato, va demonizzato a questo mondo. Meno che mai, la parola “potere”.
 Potere non deve tradursi nella folle , decentrata corsa dell’uomo che cerca di “compensare” con gli altri, mentre fugge e stesso. Ma è appunto quello che continua ad accadere di questi tempi. Una concezione parassitaria. Più che una traccia una prova, di quella che è la mentalità dominante oggi tra le sfere alte; tra coloro che patiscono la dipendenza dal premere bottoni, bottoni che condizionano ad ogni istante le condotte e i destini di innumerevoli altri, annaspando nel tentativo di dare un senso, pur psicopatico, alla propria vita. Ma un mondo migliore, necessita di una visione più nobile, creativa e soprattutto indipendente, di ciò che PUO’ ancora significare la parola “potere”. Una visione che da qualche parte, dentro di noi, state pure certi ESISTE. Una abbraccio controcorrente David The Hurricane Di Bella

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