Magazine Cultura

Alle ore 21 del 28 e del 29 aprile in occasione della giornata mondiale della danza, J’AI PAS S… Primo Studio compagnia OpificioTrame

Creato il 25 aprile 2012 da Spaziotadini
 SPAZIO, CORPO E POTERE: Stagione Spettacoli 2011/2012 sesto appuntamento

J’AI PAS S…

SABATO 28 APRILE ore 21

e

29 aprile alle ore 21 con la proeizioni di AB (Against Body)

Primo Studiocompagnia OpificioTrame, di Federicapaola Capecchi, con Federicapaola Capecchi e Stefano Roveda

Federicapaola Capecchi per Coreografia d'arte

L’attenzione, in questo primo studio ancora in corso, si è soffermata e soppesata su una parola: esclusione. L’atto, l’effetto dell’escludere; lasciar fuori, non ammettere. Rappresentava una ricerca precisa, strettamente ancorata allo spazio, e a quello scenico, e in quel mentre ci siamo trovati, forse, in un altro itineriaro: quello che consiste nel prendere atto di un ambiente, di una condizione sociale, di un confine psicologico, che è poi il solo ad accomunare, a volte, uomini e personaggi altrimenti dissimili: l’esclusione. Insolenti, o rassegnati, o ancora combattivi, non si è riusciti a non sentirla come qualcosa che, oggi, incombe e preme più che mai sulla nostra società. Colti nell’ impotenza ad entrare in una logica, in quella meccanica che identifichiamo, spesso frettolosamente, con il concetto di normalità.

Presi dalle indagini di Spazio, corpo e potere, abbiamo sposato la visione di Peter Brook “l’architettura lavora nella durata mentre il teatro agisce nell’urgenza” e l’urgenza per noi, oggi, è la logica del vivente, degli esseri umani. Sempre meno umani, sempre più esclusi, anche da sé e dal proprio corpo.

Lasciamo volutamente lo spazio vuoto, ma non nel senso orientale come risultato di una progressiva eliminazione, come acquisizione e non premessa, bensì lo lasciamo vuoto a rimarcare un’indifferenza che ci circonda: un’indifferenza, una vera e propria latitanza della coscienza di tutto un contesto, di tutto uno spazio.

Non sappiamo se dal distacco dell’osservazione possa nascere un’emozione intensamente catturata. Sappiamo solo, al momento, di voler provare a tracciare una striscia di terra cui avvicinarsi, e che man mano prenda forma, come da una barca la superficie terrestre mostra i suoi dettagli.

 Ah…rileggendo Kafka è rimasta impressa una frase … “gabbia cerca prigioniero”, che viene voglia, però, di giocare al contrario, capovolta, come provocazione un altro passo: prigioniero cerca gabbia.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :