Alle volte capita che

Creato il 08 luglio 2011 da Albino

E cosi’, finalmente ieri ho iniziato a lavorare. E’ proprio il caso di dire che ogni prima volta e’ diversa dalle altre. Alle volte capita che…

Nell’azienda italiana il primo giorno di lavoro lo passi a conoscere la gente, far pause caffe’ con tutti, sorridere esageratamente a tutti con tutti che ti sorridono esageratamente di rimando, mentre ci si scruta a vicenda cercando di capire chi e’ amico di chi, chi e’ nemico di chi, chi bisogna farsi amico, chi bisogna evitare, a chi non bisogna pestare i piedi, da chi bisogna tenersi alla larga, chi bisogna usare per ottenere informazioni. Per il resto, si passa del tempo con qualcuno delle risorse umane a firmare scartoffie e capire come funziona la baracca, e dell’altro tempo con qualche addetto informatico che si occupa del computer o del collegamento alla stampante. E si capisce che stare simpatico ad entrambe le persone sara’ fondamentale per sopravvivere in futuro.

Nell’azienda australiana il primo giorno di lavoro arrivi e nessuno sa che sei arrivato, o che dovevi arrivare. Ti presenti alla reception come il nuovo impiegato, la reception in panico chiama le risorse umane, dopodiche’ segue un giro immenso di telefonate per capire chi cazzo ti abbia assunto. Dopo un’ora che aspetti scende un responsabile a caso, che ti fa fare il giro dell’azienda mentre altri colleghi cercano di raccattarti una scrivania da qualche parte. Alla fine della giornata FORSE riuscirai a sapere in che ufficio sei, magari ad avere una seggiola dove sederti il giorno successivo, e se sei fortunato dopo un mese o due avrai anche un PC. No worries, mate.

Nell’azienda giapponese il primo giorno di lavoro arrivi alla reception e ti fanno passare alla stanza numero 1, dove ti offrono il te’. Da li’ passano in rassegna alcuni capireparto o capidipartimento che ti lasciano il biglietto da visita, si inchinano e scompaiono. Poi ti vengono dati i tuoi biglietti da visita (prima cosa, sia mai), la spilla aziendale da appuntare alla giacca, il badge, etc. Poi passi alla stanza numero 2 dove trovi altri giapponesi tutti uguali che si inchiano e ti poi ti fanno firmare delle carte, e poi alla stanza numero 3 dove ti viene servito il te’ e incontri altra gente che si inchina e ti consegna depliant e roba varia, tipo manuali della qualita’ in giapponese. Poi vieni accompagnato alla tua scrivania dove trovi tutto al suo posto, pc gia’ acceso, libri sulle mensole, penne e cancelleria sopra la scrivania in perfetto ordine cromatico, matite con la punta fatta di fresco, calendario e calcolatrice e carta carbone nel cassetto, che non si usa piu’ da 20 anni ma non si sa mai. Poi ti viee comunicato che devi fare il giro di TUTTI i direttori e capi vari per inchinarti, presentarti, dare il biglietto da visita e passare al successivo. Yoroshiku onegai shimasu a valanga, tipo catena di montaggio. Poi hai da fare i vari corsi, varie scartoffie, menate varie, e FORSE dopo un mese inizierai il lavoro vero. In compenso la prima sera dopo il primo giorno di lavoro il capo porta fuori te e tutto il team a cena e a ubriacarsi a spese aziendali. Cosi’, tanto per fare amicizia.

Nell’azienda britannica il primo giorno tutto e’ organizzato alla perfezione. Arrivi ed e’ tutto pronto: portatile, cellulare, regalino, password, email gia’ pronta da mesi, fogli, depliant, eccetera. Hai un giretto di saluti da fare, classico, e poi ti chiudi in una stanza col capo, che ti fa firmare documenti, ti presenta l’azienda, eccetera eccetera. Vai a pranzo col team (il primo giorno paga l’azienda), e poi inizi la trafila dei corsi telematici. In pratica hai una lista di video da vedere che ti insegnano tutto sull’azienda, hai dei corsi online da fare che ti istruiscono sulla qualita’ e sulla sicurezza o su come organizzare lo spazio sulla scrivania, e poi dei questionari da riempire, che ti chiedono ad esempio se la sedia e’ di tuo gusto, il pc e’ di tuo gradimento, o se per caso tu non abbia troppo riflesso, nel qual caso ti paghiamo una visita oculistica o gli occhiali o lo schermo riflettente. Eccetera, eccetera, eccetera. Senza pressioni, sembra tutto cosi’ perfetto e bene organizzato da non sembrare vero.

Devo dire che mi manca Tokyo, ma lavorativamente parlando sono veramente soddisfatto al 101%. Anche se devo dire che la prima sera a cena coi colleghi era stata bella, in Giappone.