Il nome di questo illustratore mi era noto, riconoscevo il suo stile, nel corso degli anni avevo visto alcuni suoi libri. Esercitavano su di me un fascino potente, ma non avevo approfondito; a dire il vero pensavo fossero opera di una donna. Ieri, cercando di dare una nuova forma al disordine, ne ho ritrovati due ed è rispuntato fuori un fascicolo dal titolo Drawing from Memory dalle le cose della fiera di New York.
In realtà, il fascicolo è una advance reader’s copy not for sale con copertina provvisoria del libro che uscirà a settembre, una copia promozionale che i grandi editori preparano per speciali occasioni, per i lanci di libri importanti. Drawing from Memory è un libro davvero speciale, intenso, catturante. Racconta la vita di James Allen Koichi Moriwaki Seii, nato in Giappone, a Yokohama, nel 1937, e divenuto un popolarissimo autore-illustratore di libri per bambini pubblicati in America. In parte albo illustrato, in parte fumetto, ricco di fotografie, questo singolare memoir destinato ai ragazzi, è uno strumento formidabile, un piccolo romanzo di formazione in 64 pagine disegnate che racconta il cammino del piccolo Allen per diventare uomo e artista. La sua casa era vicina ad un villaggio di pescatori e i suoi amici erano i figli dei pescatori. La madre gli ha insegnato a leggere molto prima di mandarlo a scuola, e così Allen è presto diventato un piccolo kamishibai, uno story teller in grado di raccontare storie agli altri bambini utilizzando le immagini dei fumetti, come facevano i kamishibai con le figure di carta, nel Giappone degli anni Trenta-Cinquanta.
Il padre, separatosi dalla moglie, era lontano e non approvava la passione per il disegno.
La mamma e la nonna si occupano della sua formazione e lo mandano, da solo, a Tokyo, all’età di undici anni, per frequentare una scuola di qualità per la cui ammissione Allen deve studiare sodo. Ha una stanza tutta per sé, ed oltre ai tanti compiti per la scuola ha il disegno. Presto avrà il coraggio di presentarsi allo studio di un noto autore di fumetti. Viene subito messo alla prova e disegna un cavallo. Il maestro, il grande Noro Shinpei, lo tiene con sè, insieme ad un altro ragazzo di tre anni più grande. E’ un’esperienza. Sono anni importanti per Allen, decisivi per la sua formazione. In Shinpei trova un sensei, un maestro e padre spirituale. Il vero padre si farà vivo con una proposta che impone ad Allen una scelta non facile: l’America.
Allen accetterà l’Avventura ed avrà due patrie, come molti cittadini americani. Troverà un’editoria per ragazzi popolata di figure editoriali aperte e curiose che sanno farsi interpreti della cultura. Nel 1994 riceverà la Caldecot Medal ed entrerà così nella storia della letteratura per ragazzi. I ragazzi americani, attraverso i suoi libri, conosceranno più a fondo la storia del loro Paese, sapranno dei campi di internamento per i giapponesi e familiarizzeranno con la cultura giapponese. C’è una coincidenza che potrebbe costituire la base, il punto di partenza per uno studio di “intercultura” o “multicultura”.
Nel 1994, mentre Say è insignito della Caldecott Medal, a meritare la Newbery Medal è la scrittrice Lois Lowry che nel discorso per l’accettazione del premio racconta di lei bambina cresciuta in Giappone, proprio nella città di Allen Say. Le parole della scrittrice sono toccanti, pongono domande sulla cultura, sull’esistenza, sul fiume che scorre: la nostra vita (leggi qui).
Grazia Gotti