Magazine Diario personale

Allenamento per la corsa di endurance: l’esperienza di Cappello Ugo alla 100 km del Kalahari

Da Marco Caggiati

Ugo Cappello 100 km del kalahari 2012

Oggi non ti voglio parlare di temi legati strettamente all’allenamento ed al fitness anche se la storia che stai per leggere parla anche di questo.

Oggi lascio la “penna” a Ugo Cappello un mio Cliente diventato anche Amico con il quale ho condiviso (condivisione nel senso che io pensavo gli allenamenti e lui li faceva…

:-)
) 7 mesi intensi di preparazione per correre una bella gara di podismo nel deserto: la 100 km del Kalahari.

La gara si svolge a tappe e si sviluppa nell’arco di 4 gironi.

1^ tappa di 15 km, 2^ di 23,  3^ di 42 km e per finire 21 km in notturna.

Il caldo torrido del deserto ed il terreno dislivellato del deserto con ripide dune e pietraie da affrontare rendono questa gara molto impegnativa da fare e da preparare sia dal punto di vista atletico che alimentare.

Ringrazio Hugo (si perchè a me piace chiamarlo alla francese..

:-)
) per avermi dato la possibilità di “esplorare” un nuovo mondo: le gare di endurance nel deserto! E’ stato un piacere lavorare con te, mi sono divertito!!
:-)

Ma ora “bando alle ciance”, lascio il meritato spazio a Hugo e al suo racconto della 100 km del Kalahari!

:-)

“E dopo sette mesi di dura preparazione, agli ordini del generale Marco, arriva il giorno della partenza per la Namibia e precisamente per il deserto del Kalahari……mah…..come sarà??? Avrò fatto  tutto bene???……morirò?????

Nooooo….sono contento e fiducioso, e  anche se il timore reverenziale nei confronti di una nuova avventura è obbligatorio, riesco solo a pensare che sarà comunque un bel viaggio, di quelli che ti rimarranno nella mente per tanto tanto tempo, a partire dalla preparazione, che, come dice il buon Marco, DEVE far parte del viaggio, fin dal primo momento che hai deciso di intraprendere questa bella avventura……

Ma bando ai sentimentalismi clericali e capitalisti…..arriviamo a Windhoek dopo nove ore di volo (di notte, per cui ho dormito) e solo un’ora di fuso orario (e qui nessun jet-lag) e presi armi e bagagli si parte per la nostra prima destinazione….. Il pulmann avrà solo circa 25 anni con aria condizionata ( si…..dal tempo)…. ma è tutto così fascinoso….. C’è una strada asfaltata lunghissima, ai lati il nulla e poi ad un certo punto, dopo due ore,  si gira a sinistra e inizia una strada sterrata…..Va bè, si dice: saremo arrivati…… Eeeehh  no, troppo facile!

E così proseguiamo per un’altra ora e mezza, in uno scenario speciale: savana ai lati, questa strada polverosa e dune di sabbia color ocra che tagliamo ogni km circa…..  Troppo da Africa……. L’arrivo al primo Lodge è un po’ un sollievo. Ci consegnano le camere, c’è il pranzo, si inizia a conoscere i compagni di avventura e il primo giorno vola via veloce, con una gran dormita pomeridiana (l’aereo non è il massimo) da parte di tutti.  Il breefing serale con la consegna dei pettorali e informazioni di vario genere……natura del terreno…temperature… varie ed eventuali. A questo punto siamo tutti pronti…..

La cena serale è un piacere, conoscere altre persone, scambiare impressioni, riflessioni, presentimenti…….a letto presto…..domani è un bel primo giorno di gara, 15 km ……come saranno?????? Il bello è che NON SONO PREOCCUPATO! Bella dormita; facciamo i bagagli e in pulmann ci portano alla prima partenza a circa 1 ora dal lodge (domani alloggeremo in un altro lodge). Arrivo, ci scarichiamo dal mezzo e prepariamo le ultime cose ……acqua, barrette, camelbak….. Camelbak????? Porca miseria, faccio per allacciarlo e mi si spacca la cerniera…..un attimo di panico, poi prendo il kit di sopravvivenza obbligatorio e mi ricordo che ho un bel po’ di spille da balia e rappezzo così, e alla grande anche….

5…4….3… 2…1……viaaaaaaa!  Parto con tutti gli altri, siamo in 26 bravi o meno, anche 5 /6 donne e basta 1 km per sgranare il gruppo. Non sono messo male, viaggio tranquillo, ho un mio tempo di riferimento da tenere e non voglio peccare di presunzione, per cui, sono a metà del gruppo e ci rimango. Mi guardo in giro, è tutto molto fascinoso, è un po’ nuvoloso  e questo aiuta un po’ a prendere il giusto ritmo e non soffrire troppo il caldo.

Cappello Ugo 100 km kalahari 2012

La strada è sabbiosa e devi guardare  dove mettere i piedi per avere il giusto appoggio….ma non sempre ci riesci, per cui sprofondi un po’ e riparti a fatica e quando riparti, ad un certo punto, ti ritrovi con queste dune alte 15/20 mt con una salita lunga magari 200/300 metri, dove la sabbia ti sprofonda sotto i piedi e sei costretto a fare dei piccoli passi per salire. Tanti camminano, ma trovo sia più faticoso per cui…….via così. E duna su duna, strade sabbiose in mezzo alla savana, colori, caldo  e animali che corrono via al tuo arrivo e….

Corrono!!!….Alla fine mi ritrovo in un attimo all’arrivo e riesco a fare con tutta  tranquillità uno scatto da centometrista con espressione da ……” traguardo, tu m’hai provocato, e io te distuggo”. Felice mi ritrovo a commentare la gara…..1,38 h. circa il tempo, ma non ha alcun significato. E’ iniziata  non una gara, ma un’esperienza, e tale deve rimanere fino alla fine. Pomeriggio di relax nei lodge e sotto le piante, sera con cena al lume di candela e fuoco e tante belle chiacchere con gli altri partecipanti. E’ tutto molto sereno e piacevole. Due parole di breefing, diapositive del primo giorno……e sono molto felice.

Ugo Cappello 100 km kalahari corsa

Andiamo a dormire in tenda ( e si….si dorme nelle tende con materrassino di gomma piuma…..scomodissimo), ma questo era il programma e questo rimarrà fino alla fine, tra l’altro ogni mattina con la  sveglia delle 5,00 devi subito fare i bagagli, perché l’arrivo di ogni tappa non è sempre lo stesso…..tu fai i bagagli, l’organizzazione smonta le tende, prende le valigie e mentre tu corri, loro riposizionano il tutto da un’altra parte….: spettacolare…….

Ugo Cappello Tenda 100 km kalahari

5…4….3….2….1……viaaaaaa con la tappa da 24 KM; stesso ritmo del giorno precedente, tenendo conto che i km in più da fare sono 9, per cui devi fare molta attenzione a non bruciarti alla partenza. Questa volta c’è il sole e, nonostante una leggera brezza mattutina, il caldo dopo circa un’ora di corsa inizia a farsi sentire. Viaggio bene, le gambe non risentono minimamente dei 15 km precedenti, bevo spesso e ricordando i consigli del mio trainer, ogni 25 – 30 minuti, mangio…..un gel…..una barretta e ai rifornimenti mi fermo a bere molto, e comunque a trarre quell’attimo di respiro necessario per ripartire alla grande.

I ristori sono sempre in cima alle dune, arrivi con il cuore  al limite della gola  e ci metti un attimo a riprenderti, ma è proprio un attimo, il cielo e l’orizzonte ti spingono a ripartire e vai…vai…..vai…… senza avere alcun pensiero, se non di godere di quel cielo azzurro, di quel profumo di tutto ciò che ti circonda, di quel caldo… così caldo, ma al tempo stesso così piacevole, da farti dimenticare che sono circa 35 gradi…..

E’ Africa…….poi all’improvviso, finisce la savana e inizia quello che viene chiamato PAN….una piana, ma così piana…..e lì ti accorgi di due cose. Le distanze, di come siano in certi luoghi effettivamente infinite ( le bandierine del percorso sembravano a portata di mano  e poi abbiamo percorso circa  6/7 KM) e che i miraggi esistono!!!!!!! Caldo, terreno piatto, riverbero, cielo, sole, ecc, ci facevano pensare che all’arrivo ci fosse un bel  lago ……e invece il nulla….spettacolo!! Arrivo alla fine dei 24 KM molto bene, mantenendo i miei tempi  e il mio posto in classifica (11°).

Le gambe stanno bene e mi bastano veramente poche ore per recuperare. La sera è sempre piacevole: c’è un bel clima, le persone sono sempre più sciolte e non si perde occasione per belle battute su tutto e tutti. Arriva il breefing e la notizia clou è che gli organizzatori si sono sentiti obbligati a ridurre la maratona di 10 KM per via del caldo anomalo e pur anticipando la partenza alle 6,30, anziché alle 7,00, non possono permettere che i più lenti debbano correre con circa 40°. A malincuore, dicono, ma una situazione del genere non era mai capitata…..per cui….

Serpeggia un po’ di malumore nei top, ma penso che l’aver preso una decisione del genere, sia stata frutto di serie considerazioni e si deve dare atto all’organizzazione della serietà e correttezza nel rispetto della salute di tutti, forti e meno forti. Detto questo  vado a letto con il pensiero: “va bè, 10 Km in meno male non fanno e comunque se così hanno deciso, accetto, se ci fosse stata la maratona……ok accetto e mi addormento…..male….sul materassino, ma mi addormento!!!!!!

Sveglia alle 4,00…..colazione dalle 5,00 e partenza alle 6,30….. la giornata si preannuncia splendida, il sole è già al suo bel posto nel suo bel cielo azzurro, azzurro, e l’aria mattutina riesce ad attenuare per poco, quel calore che nel giro di un’ora ci avrebbe amorevolmente accompagnato per tre/quattro ore fino al traguardo. Le gambe vanno bene, mi stabilizzo sul mio battito del cuore e vado…..vado….vado…e poi……cado in errore….arriva un partecipante (in classifica 11 min dietro a me) e così ridendo e scherzando facciamo un po’ di km insieme….. erroraccio clamoroso……il suo passo non è il mio, è di qualche secondo più veloce e questo mi mette in crisi……rallento…. mi riporto sui miei livelli e arrivo al terzo ristoro al 24° KM.

Sembra che abbia recuperato il passo…… ed ecco che clamorosamente commetto il secondo errore: non vedo il cartello del percorso “vai a sinistra” …….e vado diritto; mi accorgo dopo circa 700/800 mt di aver sbagliato e torno indietro……. ritrovo la strada con altri partecipanti, ma 1,5 Km in più con circa 40° ti tagliano le gambe e pur riprendendo la strada, perdo serenità e concentrazione e il morale crolla inesorabilmente. Oramai mancano pochi KM, ma il vantaggio su i due concorrenti dopo di me, lo perdo brutalmente….. arrivo un po’ stanco e demoralizzato al traguardo.

Mi dò dello stupido più volte, e mi rinfranco solo quando sento che altri concorrenti avevano sbagliato come me e altri erano stati avvisati in extremis dell’errore…… Magra consolazione ………ma bastano poche decine di minuti per capire che alla fine, quanto avevo fatto non solo era “buono”, …..di più…… Tutti, anche i top, avevano sofferto il caldo e la fatica, dando ragione all’organizzazione nel ridurre la distanza della maratona……e il bello è che in un’ora/due mi sento così bene, quasi da dimenticare che al mattino avevo fatto 32 km a 40° …… “Ah,  il mio trainer!” – ho pensato, con quegli esercizi di forza resistente in bici, con le ripetute in corsa, con quegli allunghi 10 / 20 / 30 secondi al max/medio/min……… quanto ha avuto ragione!!

Cappello Ugo 100 km kalahari gara di corsa nel deserto

Mi preparo per la cena serale e per il giorno successivo, sapendo di avere una mattina a disposizione  e il pomeriggio, per poi ritrovarci alla sera per la gara finale in notturna…….e passata una giornata all’insegna del ” safareggiare” (termine per indicare il girare per la savana a bordo di jeepponi attrezzati) alle 17,30 parte la  quarta ed ultima tappa. La formula prevede la partenza classifica inversa, distanziati di due minuti uno dall’altro….. per dare la possibilità di arrivare quasi tutti in un ordine di tempo abbastanza ravvicinato.

Io parto a metà, fa molto caldo e nei primi km devo bere molto, mi si secca la gola e ci metto 4/5 KM per regolarizzare battiti e sete….. poi quasi d’incanto il sole comincia a scendere e le ombre ad allungarsi ed è uno spettacolo vedere gli springbok (animali simili alle gazzelle) correre come treni ed è altrettanto uno spettacolo vedere il sole calare dietro le dune, vedere uno spicchio di luna comparire all’orizzonte, e le sagome dei concorrenti davanti a te…….non sai di chi siano, ma c’è il fascino di un’ombra nera che si muove sulla sabbia………impagabile……….e impagabile è vedere che mentre macini i Km, il buio si fa sempre più buio.

sprinboks

tramonto 100 km kalahari

Accendi la tua torcia sulla capoccia e illumini il sentiero……. splendida sensazione…….e le gambe che vanno, non sono affaticate, il fiato, i battiti…… tutto perfetto….. Ogni tanto i piedi affondano nella parte di sabbia che non riesci a vedere bene, ma è un attimo, poi riprendi, vedi all’ultimo momento delle strane bestie nere che ti attraversano la strada (mi dicono poi che sono scorpioni che escono dalle tane di notte), ma non ci faccio caso, sono contento, sto portando a termine il mio lungo viaggio durato sette mesi e costato tante fatiche, ma sono felice……felice …. felice……

Il mio traguardo doveva essere arrivare alla fine con il sorriso e così è stato, gli ultimi 300 MT sono riuscito a fare uno scatto incredibile e un urlo di gioia speciale e dopo il traguardo sono riuscito a sorridere……a scherzare……a fare di tutto come se niente fosse stato e soprattutto nella notte ormai della savana, mi ha dato un’enorme soddisfazione guardare quello splendido cielo stellato abbracciato alla mia dolce moglie, che mi ha accompagnato per questi lunghi sette mesi…… felici di dire per l’ennesima volta che, come disse un partecipante  ”non vedente” alla 100 KM del Sahara:

“LA VOLONTA’ NON HA BARRIERE” .

Il mio trainer……..grande e bella persona. Un grande ringraziamento.”

HUGO


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