Detto, fatto. Viene riportato a casa e piazzato in un terrario per farlo crescere.
Ma a papà non sta tanto bene, prende il cucciolotto dalla coda e senza tanti problemi lo getta nello scarico del bagno.
Dopo 12 anni cominciano a succedere strane cose: prima spariscono animali e poi anche persone. Un detective, Mason, incaricato delle indagini si fa l'idea che ci sia un alligatore gigantesco nelle fogne e la conferma arriva quando in un'ispezione il rettile gli si mangia il collega. Pesta però i calli alla persona sbagliata perchè alla base di tutto c'è un'azienda farmaceutica che dopo aver fatto esperimenti con l'ormone della crescita , getta le carcasse degli animali utilizzati nelle fogne.
Mason assieme alla zoologa Marisa, che sembra essere l'unica che gli crede, comincia a dare la caccia all'alligatore che intanto si è presentato , non invitato, a un matrimonio.
Pare che nella cucina del sud degli Stati Uniti , in particolare quella cajun, l'alligatore sia una prelibatezza. Mentre il coccodrillo sia uno dei piatti forti della cucina australiana .
In questo caso è l'uomo che è la prelibatezza per questo alligatore un po' cresciutello nelle fogne di Chicago.
All'epoca giravano varie storie su alligatori e rettili vari cresciuti a dismisura nelle fogne delle varie città proprio per il boom che gli animali esotici avevano avuto in quel periodo.
E Lewis Teague, esperto di cinema d'azione, regista di polso e senza tanti fronzoli non si poteva certo far sfuggire questa succosa leggenda metropolitana.
Alligator, che per il regista rappresenta un po' la prova generale del ben più famoso Cujo del 1983, è il classico monster movie che riprende lo schema già esibito da Spielberg in Lo squalo.
In Alligator è accentuata la componente ecologista che ne Lo squalo non c'era ( ma era già presente ne L'orca assassina del 1977, la risposta europea ad Hollywood) ed in più c'è anche quella spruzzata di ironia qua e là che non guasta a partire dal tormentone sulla calvizie incipiente di Mason ( con Robert Forster che si presta egregiamente) fino ad arrivare alla figura parodistica del cacciatore di coccodrilli interpretato da Henry Silva che viene fatto a spezzatino dall'alligatore.
Parlando di un film anni '80 è normale trovare degli effetti speciali un po' datati, ma accanto a un'animazione della creatura un po' troppo meccanica e alla sequenza piuttosto grossolana in cui il rettile sfonda un marciapiede per presentarsi in strada, la regia riesce a regalare dei parziali del mostro veramente efficaci ( soprattutto nella prima parte ambientata nel buio fetido del sistema fognario), diversi momenti gore e anche le sequenze del matrimonio sono parecchio sfiziose con il coccodrillone che divora camerieri e invitati.
Morale semplice semplice: non andare mai contro Natura .
L'uomo resta sempre comunque il peggiore tra gli animali.
Anche a distanza di tanti anni Alligator resta comunque una visione piacevole, senza pretese e che comunque strappa più di un sorriso.
Niente a che vedere con i monster movies spazzatura che infestano attualmente i nostri schermi...
( VOTO : 6,5 / 10 )