Ho una propensione per i thriller nordici. Questa volta tocca a un autore scandinavo.
In una giornata mite di maggio, mentre la Finlandia sta celebrando la sua vittoria nel Campionato del Mondo di Hockey su ghiaccio, un crimine violento si svolge nelle profondità di un sobborgo di cemento. L’assassino si rivela essere Olavi Finne, un uomo vecchio e solo che non riesco a spiegare quello che è successo e viene quindi rinchiuso in un istituto di igiene mentale.
Più di dieci anni dopo, il trentenne Mikael diviene infermiere di Finne. La vita di Mikael è in crisi: la moglie è gravemente malata e Mikael soffre il trauma derivante da un episodio di violenza sul posto di lavoro. La morte e uno stato di continua tensione rappresentano minacce tangibili e costanti.
Il fatto di venire assegnato all’apparentemente innocuo Olavi, avrebbe dovuto rendere la vita di Mikael più facile. In realtà, il rapporto tra Mikael e Olavi assume via via contorni inquietanti e ossessivi. A poco a poco, Mikael comincia a dubitare della cartella clinica del paziente, in base alla quale Olavi è semplicemente un uomo anziano affetto da schizofrenia. Le sue storie sulla possibilità della vita eterna giocando con l’idea di ottenere la vittoria sulla morte, infondo un Mikael una speranza bizzarra.
Allucinazioni è allo stesso tempo una storia oscura e intensa sul potere della mente umana, nonché una rappresentazione spietata della dura vita in un istituto mentale.