Alluvione in Sardegna, attenti agli errori dell’Abruzzo

Creato il 22 novembre 2013 da Alessandro Zorco @alessandrozorco
 

Si parla di un finanziamento di circa 200-250 milioni di euro per limitare i danni dell’alluvione in Sardegna. In realtà per rimettere a posto i danni del ciclone che ha investito l’isola ci vorrebbe probabilmente almeno un miliardo di euro. Anzi: per mettere veramente in sicurezza la nostra regione bisognerebbe radere al suolo interi agglomerati urbani che nel corso degli anni sono stati irresponsabilmente costruiti in zone ad altissimo rischio idrogeologico. Poi si dovrebbero rimpiantare tutte le foreste sarde che sono state distrutte nei secoli. Eppoi magari si dovrebbero riprendere a coltivare ettari ed ettari di terreni agricoli che, vuoi per la cementificazione selvaggia, vuoi perché tanti contadini hanno preferito smettere di lavorare per vivere di assistenzialismo, sono ormai diventati impermeabili all’acqua. Solo in quel caso si potrebbero limitare i danni di questi terrificanti eventi atmosferici ai quali pare ci dovremo prima o poi abituare. Ma tant’è. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche, smettere di piangere e fare polemiche. I nostri amministratori avranno per le mani un bel po’ di denaro da utilizzare per ricostruire ponti, strade, sottoservizi distrutti dall’alluvione in Sardegna. Per cercare di rianimare commercianti, contadini e allevatori che hanno perso tutto, per risarcire le persone cui l’acqua ha distrutto la casa e portato via ogni avere.

Un commissario per l’alluvione in Sardegna

Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha già annunciato che chiederà al Governo la nomina di un commissario straordinario che possa agire liberamente, perché – ha detto – le risorse per l’alluvione in Sardegna dovranno essere spese in fretta e bene. Un ragionamento che non fa una grinza. Ma perché per fare le cose presto e bene in Italia l’alternativa è solo quella di nominare un commissario straordinario che possa agire al di sopra delle regole? Non sarebbe opportuno velocizzare i percorsi ordinari facendo fare un carico di lavoro maggiore (quello sì straordinario) alla burocrazia?  Non sarebbe opportuno che anche i burocrati si rendessero conto della gravità della situazione e invece di tenere le pratiche per mesi buttate in una scrivania in attesa di una firma, facessero in fretta e bene anche il loro lavoro?

La gestione straordinaria delle emergenze, la storia recente ce lo insegna, è molto pericolosa. Grosse quantità di denaro come quelle stanziate per l’alluvione in Sardegna fanno gola a molti imprenditori senza scrupoli e la politica sarda, mai come in questo periodo sotto la lente di ingrandimento, dovrà gestire con molta trasparenza i fondi per la ricostruzione di un’isola martoriata. In questa situazione di emergenza bastano e avanzano i delinquenti che approfittano della disperazione simulando nuovi allarmi della Protezione Civile per impaurire la gente, soprattutto gli anziani, e svaligiare abitazioni incustodite. Non abbiamo bisogno anche di sciacalli in giacca e cravatta che si sfregano le mani perché è avvenuta una disgrazia che gli permetterà di ottenere ghiotti appalti. L’alluvione in Sardegna è stata devastante e non vorremmo sentire un giorno intercettazioni simili a quella degli “imprenditori” che gioivano ridendo al telefono del terremoto de L’Aquila. Non per altro: il popolo sardo, quello che ha subito per secoli pacificamente e con tanta pazienza dominazioni e soprusi di ogni tipo, potrebbe veramente rompersi i coglioni e tirare fuori i forconi.

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Alessandro Zorco

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