Non è la prima volta che il nome Almaviva Contact compare tra le pagine di questo blog: da mesi seguiamo, infatti, la vertenza dei 632 lavoratori di Roma a rischio cassa integrazione. Oggi dalla capitale ci spostiamo al sud, in Sicilia, dove sono circa 4.000 i lavoratori con il fiato sospeso: 900 esuberi all’orizzonte e ancora non si sa chi rimarrà senza lavoro. La causa? Delle più assurde: manca, in pratica, lo spazio fisico in cui collocare i lavoratori.
Il futuro per i 4.000 lavoratori palermitani del call center Almaviva Contact è pieno di interrogativi. L’azienda leader del settore, che solo in Sicilia occupa circa 6.000 operatori, ha annunciato cambiamenti logistici che influiscono direttamente sul numero degli impiegati. I contratti di locazione delle due sedi di via Cordova e di via Marcellini sono in scadenza. Cosa farà la società per risolvere questo problema? Rinnoverà i contratti di locazione? No. L’azienda ha colto la palla al balzo per annunciare che ci saranno “esuberi logistici”.
Le dichiarazioni di Francesco Assisi, segretario generale Fistel Cisl Palermo (raccolte dall’agenzia Italpress) possono aiutarci a capire meglio la gravità della situazione:
“L’idea dell’azienda sarebbe quella di spostare tutti i lavoratori in una sede, quella di via Marcellini, ma questo significherebbe un esubero logistico del 25% dei dipendenti, circa 900 unità. È un esubero logistico, ovvero niente lavoro per mancanza di postazioni. Non credo sia mai successo.”
La denuncia dei sindacati è chiara: Almaviva, che già usufruisce degli ammortizzatori sociali potendo contare su 276 contratti di solidarietà, vorrebbe aumentare questa fascia. Per scongiurare questo scenario va individuata una sede nel più breve tempo possibile.
Secondo Italpress, Almaviva sarebbe disposta a portare la sede legale da Roma a Palermo e a dare vita ad un settore ad alta tecnologia, con ovvie ricadute positive sull’occupazione. Una delle possibili location sarebbe stata individuata nell’ex direzione regionale Telecom, in via Ugo La Malfa, inutilizzata da anni. Si tratta, in pratica, di un immobile confiscato alla mafia, di 17 mila metri quadrati e da ristrutturare.
La palla passa quindi alla Regione Sicilia. I sindacati chiedono che la Regione si comprometta direttamente per il rilancio occupazionale, investendo nella creazione di un polo di call center e information technology, che darebbe certezze occupazionali ai lavoratori Almaviva di Palermo. Secondo i sindacati questa operazione di salvataggio costerebbe alla Regione Sicilia tra i 6 e i 9 milioni di euro.
E i lavoratori, intanto, aspettano.
di Marco Nurra | @marconurra