Bisogna portare a casa almeno sei compravendite all'anno per riuscire a pagare l'insegna. È questo in media il conto che deve fare un'agenzia immobiliare in franchising solamente per coprire i costi fissi e garantire il pagamento mensile delle royality.
Al netto delle quote di ingresso che ogni franchisor richiede per l'apertura (dai 2.600 ai 13mila euro più Iva per Tecnocasa al range di Gabetti, che chiede dai 7.500 ai 15mila euro più Iva), ogni affiliato deve poi corrispondere al marchio delle royalty mensili che variano da caso a caso, anche nell'ambito dello stesso network, e sono motivo di trattativa per ogni singolo contratto.
Prendendo in esame l'offerta dei due player principali Tecnocasa e Gabetti (che insieme coprono il 57,6% del franchising immobiliare in Italia, secondo Immofranchising) viene richiesto un corrispettivo medio mensile di oltre 1.300 euro, per un totale di 15.900 euro annui. Più precisamente Tecnocasa varia dai 1.200 ai 1.600 euro mensili, Gabetti dai 750 ai 1.750. Ai costi per mantenere l'insegna del marchio sulla porta dell'agenzia si sommano quelli tradizionali per la gestione dell'azienda: dai costi vivi (utenze, telefono, affitto, imposte)
L'importo fisso delle royalty viene definito dai network in base a diversi parametri: notorietà del marchio nella zona, estensione territoriale dell'esclusiva, densità abitativa, reddito pro-capite, prezzi di mercato degli immobili, presenza di altri operatori immobiliari, andamento delle compravendite e dei finanziamenti. Qualcuno offre anche promozioni iniziali, come il primo semestre gratuito, per incentivare l'affiliazione. Altri sono disposti, anche prima dello scadere naturale del contratto di affiliazione (solitamente 5 anni) a rinegoziare gli importi dopo il secondo anno. Importi che, comunque, vengono rivalutati di anno in anno in base agli indici Istat dei prezzi al consumo degli anni precedenti.