Il calendario vuole che ad aprire il 6N 2014 sia il match del Millennium Stadium tra Galles - campione in carica - e Italia: in Galles ci si interroga sull'ipotesi che le franchigie regionali lascino il torneo celtico per approdare al Premiership inglese, in Italia il presidente federale Gavazzi ha prospettato il saluto al Pro12 della componente latina, con qualche sassolino con la Benetton Treviso in merito alla gestione tecnica e finanziaria dei biancoverdi veneti. La tregua tra le parti ha registrato una prima interruzione, dopo essere stata siglata in seguito all'elezione del Gavazzi stesso ai vertici della Fir. Se le due opzioni dovessero davvero materializzarsi, difficile pensare che il 6N possa restarne fuori. Come si presenterebbero gli Azzurri e i dragoni rossi alle prossime edizioni? Un quesito interessante - nel mentre si avvicinano i Mondiali, impossibile dimenticarsene.
Jacques Brunel nel diramare la lista dei convocati per la preparazione al 6N, ha cercato di porre ordine dopo sei mesi di mare mosso: la tournée sudafricana di giugno chiusa con la sconfitta per mano scozzese e un novembre di Test Match che ha sollevato ulteriori perplessità sul gioco italiano e sulle manchevolezze nei basics ("Bisogna placcare!", avrebbe urlato al solito il caro Ceccinelli un'epoca fa, quando il torneo era trasmesso in esclusa da La7, quindi prima di Sky e di DMax): il nuovo anno, ha commentato il tecnico francese, occorrerà per rimettersi in carreggiata.
La marcia italiana non sarà semplice: due gli scontri immediatamente fuori casa, oltre infatti alla trasferta di Cardiff c'è quella di domenica 9 febbraio a Parigi con la Francia dal dente avvelenato. Quindi ecco la Scozia all'Olimpico, con due settimane di pausa nel frattempo per preparare al meglio la partita.
Bisogna trovare una favorita. Chi? Escludiamo il Galles (il triplete è missione impossibile, a meno che non ci siano di mezzo gli All Blacks), i transalpini appaiono in una terra di mezzo e con qualche grattacapo geografico sulla direzione da intraprendere. Per ora, personalmente, tengo buone Inghilterra e Irlanda - a ridosso del kick off ad inizio febbraio prometto di sceglierne una soltanto. Alla truppa di Stuart Lancaster un trofeo da alzare serve eccome, alla vigilia della RWC ospitata Oltremanica (Inghilterra - Galles, domenica 9 marzo, a Twickenham, si medita vendetta, tremenda vendetta).
Gli irlandesi ci hanno regalato l'ultima drammatica emozione sportiva del 2013 quando a scampoli dalla fine erano in vantaggio sui neozelandesi a caccia dell'annata immacolata di sconfitte: dopo il testaggio Joe Schimdt (foto) è per la prima volta in trincea come head coach e in ritiro porta con sé sette novità (Rodney Ah You, Robin Copeland, Robbie Diack, Rob Herring, Martin Moore, Jordi Murphy, Kieran Mairmon). Il 22 febbraio a Londra (terzo turno) e la giornata finale, il 15 marzo a Parigi, le due spedizioni sottolineate in maniera calcata sull'agenda. Ha saputo rendere il Leinster uno dei club più tosti e vincenti nel panorama europeo, ha introdotto nelle tattiche boreali gli elementi del nuovo rugby interpretato nell'Emisfero Sud, specie in fase difensiva, specie quelli varati dalla Nuova Zelanda nel recentissimo passato. Funzionano, sono validi, si tratta però di applicarli correttamente.