Le notti dell'Avana fanno il resto, con il mare che s'infrange lungo il muretto del Malecón, l'erotismo dei ritmi afro onnipresenti e i «Besame mucho» soffiati nelle orecchie.
Raffaella Fortunato, tour operator di un'agenzia napoletana specializzata su Cuba, vende così il suo prodotto: «È un paese caldo in tutti i sensi, dove fare amicizia è facilissimo e ogni sera trovi almeno una persona interessante. Gli uomini sono carini e sempre gentili.
Hanno un'estrema eleganza. Persino quelli che avvicinano le straniere solo per soldi non mortificano mai le donne». E tanto fascino attira anche le più giovani.
Emanuela, parrucchiera romana di 29 anni, non nega di scegliere Cuba come meta di vacanza per motivi in primo luogo sessuali e perché «mi piace ballare». Dice francamente: «Adoro il Las Vegas, El Gato Tuerto, El Boemio dove senti la musica più strepitosa del mondo e puoi ballare con cavalieri favolosi. A Roma frequento una scuola di danza e all'Avana mi diverto da pazzi. Per non dire del sesso: mi chiedo come faccia una donna, dopo aver provato a far l'amore con un nero, ad accontentarsi dei suoi connazionali bianchi».
Bellezza e qualità amatorie superiori sono dunque il motivo dell'incremento del turismo sessuale femminile verso i Caraibi, cominciato a livello di massa nello scorso decennio e dovuto alla crescente indipendenza, economica e sociale, delle donne.
Ma non solo, secondo il giornalista Aldo Garzia, autore dell'utile manuale C come Cuba: «Questo non basterebbe a spiegare il passaggio dall'avventura alle turbinose storie d'amore. Credo che per una donna sia inebriante l'insieme di machismo e desiderio di conquista dell'uomo cubano: un linguaggio antico che gli occidentali non conoscono più.
Così come l'uomo occidentale trova nella donna cubana quegli elementi di dedizione e femminilità sottomessa che nella nostra realtà sono un sogno perduto.
Solo che per noi il matrimonio è ancora un assoluto; loro, educati nella rivoluzione, attribuiscono alla relazione con l'altro un valore relativo (a Cuba si divorzia in 15 giorni).
E anche quanto alla facilità dello scambio sesso-denaro, non si tratta di prostituzione organizzata, ma della libertà di costumi di un popolo che con la religione ha un rapporto magico primitivo».
Intorno al ragazzo/ragazza che offre amore in cambio di un regalo, un invito a cena o una specie di adozione, c'è tutto un sistema familiare che spinge in questo senso, perché spesso «il pollo» catturato diventa una specie di zio (o zia) d'America a cui si ricorrerà per risolvere i problemi economici di tutto un gruppo parentale.
Ma se Fidel Castro ha dato un giro di vite alla spavalderia di jineteras e jineteros, nella vicina Giamaica la libertà d'azione dei gigolò è totale e apprezzata soprattutto da signore, nell'ordine, britanniche, tedesche, svizzere e italiane. Si tratta di donne che vanno al sodo e non hanno bisogno di essere sedotte per concedersi il lusso di pagarsi un uomo. In genere agli alberghi, dove è vietato introdurre i locali, viene preferita la casa privata e il ragazzo mette subito le cose in chiaro: prima prestazione gratis, poi tariffe variabili, che possono essere anche molto salate. Senza contare la pressione sullo shopping che ogni bravo rasta-in-affitto riesce a esercitare.
Non che l'uomo della Giamaica non abbia anche lui i suoi atout romantici. Passeggiando lungo le spiagge di Negril è facile vedere, sotto le palme, grosse matrone dalla pelle lattea prese in affettuosi conversari con fanciulloni dagli interminabili capelli impiastricciati.
E c'è anche chi si fa raggirare. Come l'americana Julie Redcross, ora lettrice di tarocchi a Montego Bay, che uno di quei gigolò lo ha sposato. «Beveva e mi picchiava» racconta. «Mi ha mollata per una mia amica lasciandomi i suoi figli da allevare. Suoi, non miei, capito?». Ma perché, Julie, te lo sei sposato? «Beh, come perché? Ma tu lo sai come fanno l'amore i giamaicani?».
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Ogni tanto e' piacevole leggere qualche voce fuori dal coro ipocrita che la maggior parte delle donne mette in scena per giustificare atteggiamenti per nulla diversi da quelli che hanno gli uomini che si comportano allo stesso modo.
Mi e' toccato leggere davvero di tutto....nessuna va a Cuba o in posti simili per il sesso...macche'...tutte vanno di solito per ballare...poi ballano ma in modo diverso da cio' che raccontano poi.
Sempre raccontano che nel villaggio dove erano in vacanza "casualmente" hanno conosciuto un animatore,un ballerino,uno della Sepsa....e uala' nasce il colpo di fulmine....
Poi tornano a casa magnificando le prestazioni del negron di turno....fino al momento di tornare a Cuba...perche' ci tornano...dove nel frattempo el negron e' sparito..ma ne e' apparso un altro.
Qualcuna se lo porta in Italia,lo sposa,e a seguito dell'immancabile divorzio (c'e' un limite a tutto anche al doversi accostare con un catafalco in disarmo...) va in giro scassando i coglioni al prossimo coi suoi piagnistei sul come il lavativo l'abbia sedotta e poi abbandonata.....
Quindi leggere chi dice sinceramente come stanno le cose e' gia' un bel passo avanti.