Un germano passa in volo, starnazzando come matto,
e sorrido nel pensare ad altre scene di pianura;
questi piatti paesaggi, che gli ignari vilipendono,
dove nello stesso istante puoi vedere airone, gazze,
falco, storni, corvi, tortore: turbinio di becchi e piume!
Dove a luglio puoi trovare il guizzo tenero del biacco,
o incontrare un vecchio moro, in cui vive il codibugnolo,
o sorprendere una lepre fra le erbacce secche correre.
Poi, sull’alveo del gran fiume, dove nuovi ruscelletti
trovo dove ieri, in piena, travolgeva alberi e sassi,
che ogni volta trovo nuovi, nuove storie da narrare.
Non sarà spettacolare, come i monti che ho lasciato,
però ho appreso ad apprezzare anche questo mondo
nuovo, che sicuramente a breve io dovrò lasciarmi
dietro, come il resto della vita. Per la mia sopravvivenza.
Sarà un’amputazione multipla, perché parto e perdo te.
Ma se resto, perdo tutto, anche il resto dei paesaggi –
quelli che coltivo dentro, negli anfratti di quest’anima.
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