Con un tempismo ammirevole, l’editore Adda di Bari ha sfornato una specie di “Instant book” sul Re Gioacchino Murat e la Puglia. Il tempismo si lega al bicentenario di Bari Murattiana, la città nuova, finalmente uscita dalle strette mura medievali, che, dopo più di vent’anni di attese e diatribe, il Re francese fece partire sciogliendo tutti i nodi politici e burocratici, nelle 24 ore che stette a Bari, nel suo periplo della Puglia. Il libro, una ricostruzione storica completa e precisa nonostante la brevità, si deve a una firma della conoscenza e divulgazione storica, Bianca Tragni, giornalista, insegnante di storia, ricercatrice, scrittrice, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni sugli Svevi in Puglia. Questa volta si cimenta col Decennio Francese, dopo aver studiato tutti i fatti pugliesi del Risorgimento, ricostruendo le vite dei suoi eroi (“I nostri Eroi: breve manuale del Risorgimento in Puglia”, ed. Adda). Infatti Gioacchino Murat fu il primo a parlare agli Italiani di Unità, Indipendenza e Libertà d’Italia. E a battersi per tutto questo a Tolentino, il 4 maggio 1815. In Puglia ci era venuto due anni prima, dopo essere tornato dalla campagna di Russia che fu disastrosa per Napoleone, ma fu vincente per il suo valoroso generale e cognato Murat che riportò le uniche vittorie di quell’impresa. Egli era re di Napoli per decisione dello stesso Napoleone che sistemò tutti i suoi parenti sui troni d’Europa da lui conquistati. Ma ora che la stella di Napoleone tramontava, Gioacchino Murat cercò di salvare il suo regno napoletano, separando le sue sorti da quelle dell’Imperatore francese. Così si preparò a nuove alleanze e controllò le difese militari dei porti del Regno, in vista di un probabile scontro navale con Napoleone. Questa fu la ragione militare del suo viaggio in Puglia. Ma ci fu anche la ragione politica, quella di conoscere questa terra e i suoi abitanti e di provvedere a tutto quello che appariva necessario ai suoi occhi e alle loro richieste. E spesso era lo stesso Re Gioacchino che esortava i pugliesi a chiedergli qualcosa, anche quando nei piccoli paesi che attraversava nessuno chiedeva nulla, per lunga abitudine ad accettare tutto quello che (di male) veniva dai potenti. L’itinerario si svolse da Barletta a Bari, Taranto, Lecce, Gallipoli, Otranto, Brindisi, Bari, Foggia e rientro a Napoli. Viaggiava a grande velocità, osservava con perspicacia, capiva con grande acume, provvedeva con celerità. A Taranto fece bonificare, coi suoi soldi, due paludi malsane; a Lecce dette l’illuminazione a petrolio come quella di Napoli; a Brindisi prosciugò altre paludi e migliorò il porto; a Bari mise la prima pietra della nuova città che doveva portare il suo nome e alla quale in breve tempo dette il piano regolatore e la normativa necessaria ad espropriare ed assegnare i suoli. Ma poi, finito lui, Ferdinando di Borbone tornato sul trono di Napoli, cancellò tutto quello che aveva fatto il suo predecessore “usurpatore”. Salvo ad emettere poco dopo, per la nuova Bari, un altro decreto che era…tale e quale a quello di Murat, solo che portava la sua firma! Insomma si appropriò dell’opera di Murat, ne decretò la “damnatio memoriae” (donde la scomparsa di ogni documento scritto) ma non riuscì a cancellarne il ricordo nei baresi che hanno sempre chiamato “Borgo Murattiano” la nuova città squadrata e con ampie strade e viali che Re Gioacchino inaugurò, lanciando il suo anello gemmato nello scavo dove pose la prima pietra. Ed esclamò: “Ne faremo una città grande e bella!”. E con questo auspicio, Bari crebbe a dismisura. Anche nelle altre città da lui attraversate Gioacchino lasciò tracce indelebili di buon governo. La Tragni le ricostruisce puntigliosamente e dettagliatamente, nonostante la scarsezza delle fonti. Un lavoro certosino che ci farà conoscere meglio un pezzo prezioso della nostra storia. (Bianca Tragni – Re GioacchinoMurat, la Puglia, Bari nel secondo centenario della nascita di Bari nuova – Adda editore, Bari, pagg. 108, €7,00)
Altamura/ Libri sul Bicentenario Murattiano. La proposta di Bianca Tragni è “Re Gioacchino Murat”
Creato il 16 giugno 2013 da Antonio ContePotrebbero interessarti anche :
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