Altamoda 2012
Anche quest’anno, l’appuntamento con gli eventi promossi da AltaRoma ha portato una ventata modaiola nella capitale.
Questa XX edizione, più delle altre, si è distinta per l’attenzione ai nuovi nomi, che si sono avvicendati sulle passerelle accanto a più ben noti maestri della sartoria e dell’alta moda italiana.
Accanto alle passerelle, eventi volti ad una nuova fruizione della moda: l’ormai collaudata formula di A.I. Artisanal Intelligence, piattaforma che unisce arte, artigianato e moda nel nome del Made in Italy e Room Service, selezione di prodotti e designer di nicchia per una nuova sartorialità on-demand.
Si inizia con Silvina Maestro, designer di origine uruguaiana, con all’attivo collaborazioni con Givenchy e McQueen, che presenta la collezione “The Brevity of Light”. Gli abiti appaiono segnati da visibili contrasti: bianco e nero, lucido e opaco, trasparenze e oblò strategici in contrapposizione a pezzi più sobri. Le silhouette sono allungate ed eteree, ma impreziosite da dettagli dai volumi importanti che enfatizzano la natura contrastante di una donna androgina e romantica, sensuale e castigata al tempo stesso.
Ci sembra ancora incerta la strada che intraprenderà questa giovane designer, ma i buoni propositi ci sono ed i contenuti anche.
Una delle sfilate più attese è stata quella di Marta Ferri. Una tinta color pesca tendente a sfumare in tonalità avorio e ghiaccio e un carattere pulito in nero che sigla la firma della stilista, così si compone il cartellone che fa da apripista alla passerella.
Borgo Santo Spirito sembra la location ideale per ospitare il parterre di vip noti e meno che la stilista, figlia d’arte del fotografo Fabrizio Ferri porta con sé. C’è di più, nella vita sentimentale della Ferri è presente il rampollo di casa Borromeo: Carlo, fratello della più famosa Beatrice, che giustifica la presenza dei fratelli Elkann.
Sobrietà ed eleganza, termini che potrebbero calzare a pennello, se non fosse per le tinte accese e i velluti devorè di giacche e gonne, che strizzano l’occhio a Mariano Fortuny.
Sfilata divertente e allegra, con modelle che ridevano e ballavano su una colona sonora che rievocava una certa italianità tutta in stile Capri e dintorni.
Bluse leggere e pants dalla vita altissima, colori sgargianti dal dorato al ciliegia, pochissimo nero, verde, pesca, ambra, caratterizzano le signorine bene della Ferri.
Abiti apparentemente pret-a-porter se non fossero esaltati da tagli sartoriali e tessuti importanti, che ricordano certi interni lussuosi di palazzi d’epoca.
Il connubio perfetto che Marta Ferri rivendica con passione poiché frutto di una duplice ispirazione “familiare”.
L’arte fotografica del padre e la professionalità e gli spunti presi dal design d’interni propri della madre.
L’entusiasmo con cui è stato accolto lo show sembra più frutto di un’atmosfera gioiosa e autentica creata dalle modelle di una bellezza nostrana, al netto delle curve non proprio mediterranee, dalla musica, dal gioco di colori.
Al termine della sfilata i commenti di giovani ragazze che avevano assistito all’evento la dicono lunga sul vero impatto emotivo e di gusto che hanno suscitato gli abiti della Ferri.
“Molto bella la sfilata, gli abiti discreti”, “C’era una bella atmosfera, le musiche i colori, ma non so se comprerei mai i vestiti”.
Sicuramente l’ardito accostamento di tinte e tessuti non sposano le ultime tendenze, ma se le ragazze della Roma bene tendono ad andare sul mood sicuro e rassicurante dettato dalle grandi griffes, noi ci sentiamo di dare un voto positivo alla giovane Marta Ferri, sicuramente in grado di puntare l’attenzione sulla ricerca sartoriale e magari, di creare lei per prima tendenza.
Gli abiti di To-Long-Nam, stilista vietnamita, mostrano la duplicità della sua vita e della sua formazione, i look metropolitani, i volumi asciutti sembrano arrivare direttamente da Parigi, città in cui opera il designer, mentre, le linee grafiche e minimali, le pieghe e i tagli che richiamano gli origami, sono espressioni delle sue radici orientali.
Sicuramente un nome da tener d’occhio!
Eteree signorine, un po’ ninfe e un po’ bon-ton nel defilè di Angelos Bratis, designer greco, vincitore del concorso Who is on net?
I tessuti lucidi e le geometrie, contrastanti con la mollezza dei rasi, l’uso dello sbieco e di nodi e pieghe, ci ricordano un’altra famosa conterranea, quella Sophia Kokosalaki, che come lui ha in attivo una collaborazione con lo store on-line Yoox.
Stella Jean, stilista romana di origini caraibiche, è stata la vera rivelazione di AltaRoma.
Ci propone collegiali appena tornate da un’escursione nelle isole, tessuti tartan accostati, magistralmente, a preziose stoffe dipinte a mano dalla designer stessa, allieva di Nadia Valli.
Volumi anni ’50, sapientemente mixati a turbanti dalle fantasie esotiche. La vera ricchezza di questi looks sono le stoffe dipinte a mano, preziose e capaci di dare quel senso di artigianalità, che troppo spesso il Made in Italy dimentica, perché come afferma Stella Jean:” La pittura su stoffa richiede, oltre ad una spiccata dote e sensibilità artistica, una notevole preparazione, manualità, tradizione artigianale e pazienza. Questi sono gli ingredienti della mia idea di Slow-Fashion.
A cura di Sara Cordatore e Vittoria Favaron