Peter Paul Rubens-Sansone e Dalila
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Appaiono quasi quotidianamente sui giornali delle percentuali di disoccupazione,sotto-occupazione,precarietà tra la gioventù sino ai 35 anni che vengono definite come lo scandalo d’Europa.
Ora non sono nella posizione ideale per dire cosa successe alla fine della Grande Guerra,la prima,1914-1918,perchè non l’ho vissuta, ma anche scorrendo velocemente le vecchie cronache,appare come la gioventù che si salvò la pelle dalla guerra,tornò a casa per trovarsi non dico peggio che al fronte, ma quasi.
Gli aizzatori di popolo la ebbero facile con la scusa della vittoria,da una parte tradita per certi aspetti dalla mancanza di espansione economica che spinse in Italia le masse verso Roma con la prepotenza, e sorse il fascismo,mentre in Germania dove invece si sentirono sconfitti non sul campo ma nelle retrovie dai politici che a Versailles, al tavolo della pace, vedevano la Germania umiliata a dover pagare ingenti penalità di guerra tali da mettere alla fame una popolazione già stremata,iniziarono prima a scannarsi tra opposte fazioni,e poi sorse il nazismo,pure con la prepotenza.
Questi due movimenti portarono l’Europa al disastro di qualche decennio successivo.
Puntualizzo che all’epoca, buona parte di coloro tra i giovani reduci che aderirono a questi movimenti,non avevano granchè studiato.
Lo dico perché si suppone che lo studio serva non solo a darti un lavoro,ma ti offra una cultura di base che ti permetta di avere delle risposte dalla vita migliori di chi non ha studiato e si accontentava almeno all’epoca di un qualsiasi lavoro manuale.
Tra il 1914 inizio per gli stati europei della grande guerra ed il 1939,inizio della seconda,passarono solo 25 anni.E queste guerre vennero dichiarate con grandi manifestazioni di masse giovanili che scendevano in strada chiedendo di partire anche orchestrati dagli apparati di partito. In entrambe. Gli interventisti.
Si pensava che il nemico avrebbe ceduto in pochi mesi,due volte,in entrambe le guerre.
In realtà le gioventù,quelle del 1914 come quella del 1939,si trovarono a ventanni di età o poco più ingarbugliati in una matassa ben più grande di loro. E dinanzi ad una mitragliatrice che ti sparava addosso non faceva differenza alcuna se erano studiati o meno. Che non lo fossero,studiati,lo denunciano le carte degli archivi delle gran difficoltà a formare dei quadri di ufficiali,dove si richiedeva un diploma medio superiore.
La maggior parte erano analfabeti nella prima,e poco più nella seconda.
I giovani interventisti o meno che morirono nella prima,furono circa 750mila. Nella seconda,oltre 310 mila, 500mila con i civili compresi. Non ebbero scampo. A vent’anni erano già morti. E cito solo i nostri connazionali.
Oltre un milione di morti tra la gioventù,quella gioventù che aiutava il padre in campagna,nell’artigianato,in fabbrica,o nelle attività familiari. Morti e spazzati via.
Giustamente il prof Monti ha rimarcato che la UE ha senza dubbio ha contribuito a mantenere la pace per oltre settant’anni in Europa dove,io aggiungo,l’elevata aggressività tra vicini ha lasciato sul terreno nel corso dei secoli altri milioni di morti,da sempre.
Allora mi pongo la domanda se la pace abbia un costo,e credo di dover rispondere che la pace sì ha un costo.
Infatti senza distruzioni non si ricostruisce,e la produzione di generi e beni in tempo di pace può essere superiore alla domanda in maniera tale da far chiudere o trasferire imprese anche fiorenti da altre parti dove il costo della manodopera o il mercato siano più congrui.
La gioventù di oggi,anche studiata,ha evitato una guerra,e si è salvata la pelle,ma differentemente dai loro genitori e nonni,che hanno contribuito alle ricostruzioni dell’ultima guerra,si trova ora in braghe di tela.
Questo fenomeno che attraversa l’intera Europa è pericoloso.
Infatti i giovani sono tutti maggiorenni ed elettori,e lo scontento generalizzato abbiamo già studiato dove ci abbia portati,all’estremismo.
Da una parte al fascismo e dall’altra al nazismo,ovvero a due sistemi totalitari che rimpiazzarono la lentezza dei vari parlamenti regolarmente eletti nel saper prendere decisioni utili a superare le crisi economiche.In loro luogo ci si misero due persone,una di qui ed una di là,da dittatori,e fecero invece in fretta a liberarsi del problema.
Hanno spedito la gioventù in prima linea a farsi ammazzare dandogli la pasticca avvelenata con lo zucchero.
Vedete bene che intorno a noi ogni volta che la gente reclama pane e lavoro scoppia una qualche burrasca. La ultima lezione è la primavera araba,prima ancora c’era l’Iraq.
Ai governanti restano due alternative,o deviare l’opinione pubblica su altri temi,come può essere una guerra,o riuscire a convincere la gioventù che indipendentemente dal livello di benessere che hanno ricevuto in casa,devono adattarsi a ricevere dalla vita posizioni ben più umili.
Le quali,tra parentesi,sono poi le mansioni che venivano accettate senza fiatare dai loro nonni,ma non forse da tutti i loro padri che si son trovati a vivere sulla rendita del lavoro dei loro genitori almeno per un certo periodo iniziale,poi in molti tra i cinquantenni,sono stati prepensionati.
In ultimo aggiungerei,che nell’ottocento come ai primi novecento,fuggirono dalla fame in Europa milioni di persone a civilizzare e poi popolare l’America del Nord.
Sembra dunque una battaglia persa soprattutto se in casa tuo padre meno studiato di te ha fatto più carriera di quella che vede ora per te,e si risente contro il proprio paese che ti tiene,secondo lui,nella condizione dello sfaccendato. Tu l’ascolti,ti monti la testa,e rifiuti di adattarti.
Il politico fa in fretta a promettere per prendere dei voti,ma le vie di fuga che ti lascia sono ingannevoli.
A me non fa vergogna dire che pur essendo laureato con tre lingue straniere a mio favore,dall’inizio della carriera lavorativa ho avuto esattamente 10 anni buoni di crescita,di cui 5 trascorsi da emigrante,e molto lontano da casa,dopodiché, rientrato all’ovile ho perso continuamente reddito per 25 anni filati sino a dover adattarmi a lavorare in proprio gli ultimi dieci anni, con il vento che mi remava contro. Ovvero quando arrivavi a coprire perlomeno le tue spese.
Come sempre, gli anni buoni di un giovane ci stanno quando uno ha le gambe buone per correre,infatti andando innanzi, ti renderai conto di come la fatica fisica ti renda meno sopportabili i sacrifici quotidiani per produrre.
Lo studio è cultura,e può aiutarti a trovare una compagna intelligente,a tirar su dei figli più educati scolasticamente,a veder le cose in maniera meno grossolana,ma il titolo di studio non dà diritto alcuno di sentirti diretto ad una poltrona che non meriti.
Il curriculum di lavoro parla per te.
Ora tu mi dirai che non c’è niente da fare. Ed io ti risponderò che potresti anche esserti poco dato da fare per cercare delle opportunità anche tramite internet per fare l’operaio in nord Europa,dove invece il cannone tira. Se tu non sei mai uscito di casa avrai la stessa paura che ho avuto io nella vita,ti potrà toccare di passare giornate solitarie,di trovarti in posti strani,che sono poi quelli che ti faranno la scorza dura,che ti tempreranno dinanzi ai rovesci immancabili che succedono a tutti, a tutte le età.
Non sei l’unico italiano ad essere emigrato in Svizzera o in Germania senza sapere una parola di tedesco,anzi per te è peggio,perché all’epoca delle grandi migrazioni c’era lavoro a bizzeffe,ed ora no.
Salvo che tu non sia un artigiano in gamba. Un muratore in gamba. Un calzolaio. Un tubista. Un piastrellista.
Questa è la lotta per la vita,ed il governo come vedi cerca di renderti più snella solo la procedura per metterti in proprio,non ti offre un impiego che non è in grado di trovarti. Tu son quattro- cinque anni che batti la fiacca,mentre invece potevi usare il tuo tempo per fare pratica con qualcuno accettando di sporcarti anche le mani,ma non l’hai fatto.
Non è colpa di nessuno, ce la potrai ancora fare,ma sappi che ogni dove oggi è difficile creare nuovi posti di lavoro.Se segui gli anziani artigiani che già conoscono la strada,ti sarà meno difficile trovare qualcosa anche per te ed imparare quella professionalità che la scuola non è in grado di poterti dare se non in forma teorica,ma la tua cultura ti permetterà poi di intravedere le opportunità nuove che l’artigiano anziano non ha mai veduto.E potresti far carriera.
Per le ragazze la musica cambia di poco. Quante di voi vi adattereste a fare del cucito per riparare pantaloni,gonne,che non vedi più una rammendatrice che ti sappia fare l’orlo di una gonna?
Perché anche le ragazze possono lavorare in proprio,ma finita l’epoca delle nostre sarte ormai anziane,solo le ragazze o i ragazzi cinesi prenderanno questo lavoro,campandoci tranquillamente e lavorando a casa propria.
Non gli puoi fare una colpa se riempiono dei buchi vuoti di occupazione che nessuno vuole più riempire. Cosa pensate che anche i figli dei miliardari siano tutti dei presidenti di società se si trovano in tre o quattro fratelli in una famiglia?
Ci sarà il posto per uno,ed i rami cadetti si sceglieranno di fare ciò che più gli piace per passare la giornata,la rendita arriverà forse uguale,ma è l’occupazione quotidiana che ti tiene la testa in ordine.
Vedete quindi che rapportando il giovane povero,al benestante,al ricco,è un problema generazionale,e che solo confrontandoti con gli altri e seguendo i consigli degli anziani potrai superare.