Altervista: da un server in affitto alla borsa di milano

Creato il 25 febbraio 2015 da Alessandro Ligas @TTecnologico

Rilanciamo dal blog Alteravista:

Un investimento di 30 mila lire per affittare un server, nel dicembre del 2000, è diventato un pezzo importante di un grande gruppo quotato in Borsa, nel febbraio del 2015. In mezzo ci sono due milioni e mezzo di siti web, centinaia di milioni di pagine visitate, le storie di tante persone raccontate e lette sul web.

All’inizio non c’era un piano di business; c’erano in giro all’epoca, l’inizio dei 2000, tante idee su cosa sarebbe diventato il web e su cosa ci si poteva fare. All’inizio non c’è uno staff, un organigramma, non c’è neanche un capitale sociale, all’inizio c’è un’idea, l’idea è di permettere alle persone di pubblicare gratis su internet e guadagnare con il proprio sito web.

Chi fa qualcosa di nuovo deve essere disposto ad affrontare un periodo eroico, un momento in cui è difficile mostrare la tua direzione: è difficile spiegare il concetto di hosting gratuito alla Camera di Commercio. Un pezzo alla volta, tenendo le cose semplici Altervista aumenta di volume.

Il numero di persone che utilizzano il servizio, frutto del passaparola, è la prova che l’idea iniziale incontra un bisogno reale. Il modello immaginato è sostenibile, l’entusiasmo delle persone vale la fatica, in quel momento tutta sulle spalle di una persona sola, del suo portatile e del suo telefono ancora non smart.

Quattordici anni dopo la sua fondazione Altervista continua a essere usata per creare siti che parlano di qualunque cosa, che vengono costruiti a seconda delle competenze di ciascuno: usabile sia dagli esperti sia dai principianti, da professionisti e studenti.

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