12 dicembre 2011 Lascia un commento
Del resto nel 1952 in piena esaltazione neorealista, un film conservatore, ultranazionalista si direbbe oggi, che mette in scena "altri tempi" appunto, novelle ottocentesche popolari ma non di meno pregne di quella cultura che appartiene ad ogni classe e non solo ai padroni del vapore, e’ certamente scomodo.
Un venditore ambulante di libri ed avventori curiosi sono il filo che tiene uniti otto episodi tratti da novelle di Pirandello, De Amicis, Scarfoglio e Boito e sceneggiati dallo stesso Blasetti coadiuvato da nomi come Brancati, Vasile e Suso Cecchi D’Amico.
Un elenco minimo ma gia’ impressionante e ancor piu’ impressionate e’ pensare alla finalita’ d’intrattenere un pubblico poco colto con l’idea andata perduta che la cultura alta si abbassa facilmente a scopo didattico ma soprattutto che il mescolare forme diverse del sapere e’ il solo modo per arrivare laddove la sola istruzione da sola non puo’ farcela.
Quindi bene "Il tamburino sardo" se per farlo conoscere si passa per la procacita’ della Lollobrigida che insieme a De Sica, interpreta il celebre quadretto rimasto nella storia del cinema, di avvocato ed accusata.
Altri tempi e oggi appunto e’ un film vecchissimo che aumenta pero’ in tenerezza, a suo modo ancora didattico e di garbo smisurato, quindi si, altri tempi e non solo nel titolo.