altro che bue

Creato il 28 aprile 2012 da Plus1gmt

Sappiamo tutti cos’è l’antipolitica, di questi tempi è un sentimento protagonista e un neologismo onnipresente che interpreta tutti gli stati d’animo di chi è deluso dai partiti. Ma si tratta di un fenomeno vecchio quanto la storia dell’umanità, che fino a poco tempo fa si chiamava qualunquismo ed era professato da chi non si curava della cosa pubblica e oggi rappresenta anche chi non solo non si cura della cosa pubblica ma, oltre alla scusante del sono tutti uguali, ha in più la lecita possibilità di avercela con quelli ha votato alle ultime elezioni o, in generale, con chiunque. Tanto che non sai chi se ne approffitta o meno, chi rimane fondamentalmente qualunquista ma non lo confessava vergognandosene e oggi finalmente ha trovato una ragion d’essere, facendo dei danni.

Mi chiedo però quale sia il nome, se esiste, dell’analogo sentimento che può provare in direzione opposta chi impersona il rappresentante politico nei confronti del cittadino che, per dirla papale papale, se ne fotte. Cioè a chi fa politica ed è stato chiamato in seguito a votazione a esercitare una qualunque forma di governo per tutti i cittadini, quelli che hanno votato il partito di cui fa parte, quelli che hanno votato gli altri partiti e quelli che non hanno votato affatto per le ragioni di cui sopra, non gli viene mai uno stato d’animo equivalente al “tanto sono tutti uguali” rivolto verso quelli a cui non interessa nulla e quelli che oltre a fottersene trovano i più sottili sotterfugi per fottere lo stato e di conseguenza anche verso quelli che invece lo hanno a cuore e lo rispettano? E questo potrebbe essere applicato a tutte quante le istituzioni, amministrazione centrale e locale ma anche consigli scolastici e associazioni varie. Cittadini che rappresentano cittadini a cui non interessa essere rappresentati o che non sanno nemmeno di averne diritto.

Perché chi occupa posizioni di rappresentanza per regolare elezione a qualunque livello deve avere un forte spirito di sacrificio per dare voce anche a chi sentenzia cose come quelle a cui ho assistito ieri sera, nel corso di una banale cena di classe con i genitori dei compagni di classe di mia figlia. Persone impegnate in associazioni scolastiche e in politica locale costrette ad ascoltare invettive contro tutto e tutti prive di ogni fondamento al netto del livore di default alimentato a pane e disinformazione. Ecco io non ce la farei, io dopo aver sacrificato il mio tempo libero anche per loro mi ribellerei come un Grillo al contrario, una anti-qualcosa dai rappresentanti verso i rappresentati perché se sono i rappresentati a dire di pagare i rappresentanti, intanto iniziamo a tirare fuori la dichiarazione dei redditi e vediamo se è davvero così.



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