La mandibola di un uomo di circa 30 anni sepolto
nella zona di Europarco Castellaccio, con tracce
di cavità provocate dalla carie e di un ascesso.
E' stato accertato che quest'uomo consumava
molto miglio
La gran parte dei Romani, però, non potevano godere di cibi così abbondanti e raffinati. La gente comune mangiava ben altre cose. Miglio, per esempio, cereale disprezzato dai ricchi e destinato solamente al bestiame. E' quel che risulta da uno studio pubblicato sul numero di marzo del Journal of Archaeology. A tal proposito sono stati analizzati degli scheletri anonimi provenienti da due necropoli e da un mausoleo di Roma. "Non sappiamo nulla della loro vita ed è per questo che stiamo cercando di utilizzare l'analisi biochimica per gli studi", ha affermato il responsabile della ricerca, la Dottoressa Kristina Killgrove, antropologa presso l'Università del West Florida.
Ossa di un bambino romano dal mausoleo di
Casal Bertone. Aveva 18 mesi, al momento
della morte ed era in fase di svezzamento.
Sono stati, pertanto, prese in esame porzioni di ossa dei femori di 36 individui provenienti da due cimiteri romani. Un cimitero, ritrovato a Casal Bertone, nella periferia romana e l'altro rinvenuto nell'Europarco Castellaccio. Gli scheletri appartengono ad individui vissuti durante l'età imperiale, dal I al III secolo d.C., durante la fase culminante dell'impero romano.
Frammento di cranio di adolescente dalla necropoli di
Casal Bertone. I pori nelle ossa della cavità oculare
suggeriscono che il ragazzo soffriva di una forte anemia
I testi storici dipingono il miglio come un alimento riservato in genere agli animali, ma i risultati ottenuti dall'analisi dei resti umani nei cimiteri sia all'interno della città che fuori, provano che molti romani si alimentavano, in realtà, di questo cereale, soprattutto tra le classi meno abbienti.