Chi di voi, facendo zapping in TV, non si è imbattuto nello spot di Enel #GUERRIERI, ideato da Saatchi e Saatchi, e volto alla celebrazione della ‘gente comune’, degli italiani che lavorano e studiano per costruire il loro futuro? Noi vi riproponiamo la versione “fake” di Vincent Moro che ha spopolato sul web e si chiama non a caso: #COGLIONI.
Enel, il colosso dell’energia elettrica italiana presente in 40 paesi del mondo su quattro continenti, è la protagonista della campagna pubblicitaria-contagio che ha irritato non poche sensibilità (mia compresa) e generato -invece che millantata energia rinnovabile- molte polemiche.
Nell’intento dei guru del marketing del big brand si legge chiaramente una forzatura populista che ben caratterizza il nostro bel Paese in balia di grillini, incantatori di serpenti e specchietti per le allodole. Si tenta i celebrare la determinazione di noi, poveri cristi, noi che non ci arrendiamo di fronte alle incertezze sociali ed economiche che caratterizzano questo momento di “portata storica” (idioma che ultimamente piace molto a Letta). Nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole e nei supermercati, affrontiamo con caparbietà le nostre battaglie quotidiane, lottiamo per il nostro presente e costruiamo il nostro futuro.
“Noi siamo i guerrieri della partita IVA. Siamo i guerrieri senza stipendio fisso e ferie pagate. Siamo i guerrieri dei salti nel buio e degli investimenti oculati. Siamo i guerrieri di provincia nel mercato globale. Siamo guerrieri al comando di noi stessi”.
Ma non c’è da preoccuparsi perché “Qualunque sia la tua battaglia, hai tutta l’energia per vincerla. Anche la nostra”. Insomma, l’Enel “regala” corrente anzi “luce” a noi guerrieri, perché ce la meritiamo tutti i giorni lottando sul campo.
La polemica scattata automaticamente in risposta alla campagna pubblicitaria ha riguardato soprattutto la questione sindacale e ambientale. Tra le critiche, quella di Nandu Popu, cantante dei Sud Sound System: “Ogni mattina i guerrieri si svegliano e combattono contro il carbone”. O ancora: “quelli che devono pagare la bolletta più cara d’Europa e sono in cassa integrazione”.
Ma la cosa che mi stupiva di più all’inizio era che nessuno si fosse realmente indignato. Perché a me personalmente, guardare una pubblicità mentre sto mangiando, dove ci prendono per il culo (e scusate il francesismo) mi fa andare il boccone di traverso. E’ come sentirsi dire: “Cari idioti, che vivete in una società dove la globalizzazione si è mangiata anche quel poco di dignità individuale che vi era rimasta e dove la parola “crisi” la mandate giù tutte le mattine col caffè, ci pensiamo noi a tirarvi su il morale. Scrivete a mamma Enel, raccontateci la vostra storia e condividetela in rete per sentirvi meno emarginati, sfigati, e guadagnarvi il vostro insignificante attimo di notorietà”. Ci trattano come degli inetti, incapaci di leggere tra le righe di uno slogan che mi ricorda molto quello dell’Unieuro di qualche anno fa: “L’ottimismo è il profumo della vita”! (Mentre Berlusconi saccheggiava nelle nostre tasche). Ci chiamano guerrieri ma siamo una generazione di precari, di voli low cost, di prendi 2paghi uno, di stage non retribuiti, di corruzione, di marchette e bustarelle. Ma mamma Enel nobilita il nostro schiavismo ad un sistema marcio e cadente e ci fa diventare eroi, paladini del precariato.
Non sono solita lamentarmi nè della crisi, né dell’IVA, né della decadenza morale e politica dell’economia globale e delle nostre istituzioni. Ma quand’è troppo è troppo. Se oltre il danno c’è anche la beffa, bisogna rispondere con un bel vaff.. oppure, come ha fatto il designer grafico Vincent Moro., con un po’ di sarcasmo, sostituendo alla parola #GUERRIERI quella più appropriata di #COGLIONI
E questo è il suo slogan che, nel suo piccolo, ha forse reso un po’ di giustizia.
P.S. L’ energia italiana è la più cara d’Europa.
CHIUNQUE TU SIA, HAI DA SPUTARESANGUE ANCHE PER COLPA NOSTRA.