La tirannìa dell'amore è crudele catena indissolubile che stringe i polsi.
E' una mano grande che avvolge il cuore e ne tiene il potere. Una piccola stretta, e il fiato si ferma.
L'amore, come la sincerità, ha un potere enorme, non misurabile solo in "bontà", anzi.
E' il vero potere.
Immobile come il preparare la guerra. La staticità del potere dell'amore è la sua grandezza.
Ci permette di giocare nel suo giardino, godere e sognare, palpitare e accarezzare, illudendoci d'esser rosa e rosso, giallo e turchese, come un prato vivo di primavera.
Ci piace credere sia così, ne gioiamo e c'innoltriamo nella selva rigogliosa e profumata.
Poi, un avviso. Il cielo si rannuvola per un colpo di vento, i raggi del sole s'adombrano, un immediato brivido sfiora la pelle. Eccola, la Mancanza.
La mancanza della luce, è monito del Potere dell'Amore.
Una stretta del cuore, un vuoto sotto i piedi, un'impossibilità a distaccare i pensieri dall'amato, un'incapacità di non occuparsene. Il suo dolore che diventa il nostro. Un suo distacco che ci strappa le carni. Un pensiero fisso. Un baratro che si apre dentro, nello sperimentare la Mancanza.
E' anche così che l'amore si può manifestare. Nel privarci di se stesso.
I propri figli, l'uomo o la donna amati, un'amico importante, persino l'animale fedele che ci vive accanto.
Il luogo dove alloggiava l'oggetto del nostro amore può diventare in un istante simbolo del vuoto esistenziale, essenza dell'amore misurabile in metri di vita lasciati vuoti.
La tirannia dell'amore è metallo potente di catene invisibili.
Onde di mare, aria e il tempo, uniche forze in grado di corroderne alcune. Solo di certi tipi di amore. Lentamente.
Assottigliando il bisogno di vedere chi amiamo, di saperlo felice, di curarci di ciò che fa e non fa. Lievitando lo spazio tra noi e lui, fino a rimpicciolirlo nello spazio mentale, riservandogli un angolino un po' in ombra, non ingombrante per il nostro cammino.
Che infine finirà per vibrare solo a qualche canzone, ad un odore, o un ricordo.
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