Alzheimer, sla e sperimentazione animale

Da Marta Saponaro


«Forse verrà il giorno in tutte le altre creature animali si vedranno riconosciuti quei diritti che nessuno, che non sia un tiranno, avrebbe dovuto negar loro.  I Francesi hanno già scoperto che il colore nero della pelle non è una buona ragione perché un uomo debba essere abbandonato, per motivi diversi da un atto di giustizia, al capriccio di un torturatore.  Forse un giorno si giungerà a riconoscere che il numero delle zampe, la villosità della pelle o la terminazione dell'osso sacro sono ragioni altrettanto insufficienti per abbandonare a quello stesso destino un essere senziente.  In base a che cos'altro si dovrebbe tracciare la linea insuperabile? In base alla ragione? O alla capacità di parlare?  Ma un cavallo o un cane che abbiano raggiunto l'età matura sono senza confronto animali più razionali e più aperti alla conversazione di un bambino di un giorno, di una settimana o di un mese. Supponiamo che così non fosse; che cosa conterebbe? La domanda da porsi non è se sanno ragionare, né se sanno parlare, bensì se possono soffrire.» [Jeremy Bentham (1748 – 1832)] L'aspirina se avesse dovuto subire il test della sperimentazione animale, nel 1899, non sarebbe mai entrata in commercio in quanto per gli animali è estremamente tossica, cancerogena, causa malformazioni. Stessa sorte sarebbe toccata alla penicillina , scoperta nel 1949. Questa per le cavie è tossica uno dei suoi scopritori, Florey, affermò che fu una fortuna il fatto che all'epoca non c'era la sperimentazione sulle cavie, se no sarebbe stata immediatamente cestinata.
Di questo argomento ho già parlato altre volte e, purtroppo, credo che questa non sarà l'ultima. Rispetto generalmente tutte le persone e le opinioni anche se non sono proprio in accordo con le mie.
Purtroppo l'altro giorno in televisione ho sentito di sfuggita, non saprei dire in quale programma e a che ora in quanto avevo acceso la TV per la mia mamma, che stavano parlando di Caterina e della vivisezione e ho dato uno sguardo lampo per vedere chi stava commentando. Era una donna bionda, la conduttrice, in compagnia di una faccia nota della politica ma non saprei dire il nome. La cosa che maggiormente mi ha colpita e che mi ha deluso è stato quello di sentire che questo politico, come tanti altri tra cui il Presidente del Consiglio, appoggiano inesorabilmente questa assurda campagna proposta da una ragazzina che a mio avviso è stata manipolata da quei medici che parteggiano per mantenere la sperimentazione animale. Inoltre la cosa che maggiormente mi crea fastidio è che i media trasmettono solamente ciò che conviene ai governanti, alle grandi case farmaceutiche, insomma a tutto il circo che gira intorno ai problemi della salute delle persone e degli animali.
Ecco il parere Sir George Pickering, professore regio di medicina all'Università di Oxford, apparso sul British Medical Journal del 26 dicembre del 1964:
L’idea, per come la capisco, è che verità fondamentali sono rivelate attraverso la sperimentazione di laboratorio su animali inferiori, e quindi applicate ai problemi del malato. Poiché la mia formazione è di fisiologo, mi sento in certo modo competente a valutare una tale affermazione. E’ UNA PURA SCIOCCHEZZA.
Un parere, come si vede, non solo negativo ma addirittura sprezzante, cosa che dovrebbe ancor più far riflettere, dato il tradizionale “understatement” britannico e l’appartenenza di Pickering ai vertici dell’ufficialità medica del suo paese. Qualche lettore dubita che si tratti di una momentanea incertezza che la scienza attuale avrebbe trionfalmente superato? E allora spostiamoci in avanti di esattamente quarant’anni, e leggiamo un articolo apparso sulla stessa rivista e che si intitola:
“Dove sono le prove che la ricerca su animali porta beneficio agli umani?”.
La risposta è che tali prove, ancora nel 2004, non ci sono. I cinque autori concludono quindi, del tutto ragionevolmente, auspicando una moratoria su tale ricerca:
“Idealmente nuovi studi su animali non dovrebbero essere intrapresi finché non si sia fatto il miglior uso degli studi su animali già esistenti, e finché la loro validità e generalizzabilità alla medicina clinica non sia stata valutata.” Si tratta di persone senza “la minima cultura scientifica”? Un po’ difficile crederlo, anche perché fra essi troviamo ben quattro professori universitari di medicina, operanti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti in altrettanti settori diversi … E certamente non sarà un caso se una rivista medica di indubbio prestigio internazionale come il British Medical Journal ha compiuto la trasparente scelta editoriale di evitare di pubblicare articoli che trattino di esperimenti su animali! Alla luce di queste inequivocabili prese di posizione (e tante altre dello stesso segno se ne potrebbero citare), risulta sconcertante, per chi è nuovo della questione, la propensione al falso storico – e a ripetere gli stessi falsi storici, già innumerevoli volte confutati – esibita da tanti più o meno famosi vivisezionisti. Se essa sia di buono o di cattivo auspicio per quanto riguarda l’affidabilità di questi personaggi in campo scientifico, è una questione ineludibile, che però si può tranquillamente lasciare ala giudizio di ognuno. Con tutto ciò è difficile che, nel suo complesso, il mondo della ricerca privata o pubblica sia disposto ad accettare con equanimità una critica scientifica ed epistemologica, per quanto valida, che mina le basi dell’attività quotidiana di tanti dei suoi operatori (anche se non certo di tutti). Quindi su questo fronte bisogna aspettassi il perdurare di una fortissima resistenza, almeno finché sarà praticabile senza provocare il pubblico scandalo – cioè finché si riuscirà a proteggere la vivisezione per mezzo di segretezza e disinformazione, a cui purtroppo hanno dato e danno man forte molti scienziati e presunti “comitati etici”. La determinazione dei vivisezionisti a mantenere lo status quo è pure evidente in Italia dal fatto della violazione sistematica delle leggi che regolamentano la sperimentazione, il decreto legislativo 116 del 1992 e la legge 413 del 1993. 
leggi tutto: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478602162217635&set=a.470063883071463.1073741831.469925656418619&type=1&relevant_count=1 
capitoli 10, 11, 12: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.470030849741433.1073741828.469925656418619&type=3
Un vero imbroglio statistico... http://www.facebook.com/photo.php?fbid=475167512561100&set=a.475167459227772.1073741833.469925656418619&type=3&theater
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 50 e 51 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch  http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470162899728228&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1
Un accenno al libro "I falsari della scienza" a pag. 100 e 101 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch  http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470350826376102&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1 
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 102 e 103 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch  http://www.facebook.com/photo.php?fbid=470351133042738&set=a.470043996406785.1073741829.469925656418619&type=3&permPage=1 
Un accenno ai "I falsari della scienza" a pag. 104 e 105 del libro "La medicina smascherata" sempre di Hans Ruesch"

Da un post di Alfredo Lio: "Una delle analisi più chiare sull'inattendibilità degli studi animali utilizzati per la medicina traslazionale umana che io abbia mai sentito? La seguente:
''- È evidente che i risultati negli animali dipendono così tanto dal set selezionato di condizioni sperimentali da rendere impossibile ogni estrapolazione significativa per l'uomo...
- Diverse specie animali dispongono dei prodotti chimici in diversi modi... uguali concentrazioni di sostanze chimiche (o dei loro metaboliti) non significano effetti uguali in tutte le specie animali, a causa della sensibilità di organi, cellule, enzimi, o recettori, che possono essere differenti nelle diverse specie...  l'estrapolazione dei dati tossicologici dagli animali all'uomo non può basarsi esclusivamente sulla realizzazione di un numero, per quanto grande, di test di routine... 
- Dosi simili possono produrre concentrazioni diverse in diverse specie animali o addirittura nelle stesse specie animali in diverse condizioni sperimentali... 
- Non c'è una sola specie animale che assomiglia ad un altra... 
- La formazione di metaboliti può essere molto diversa nelle diverse cellule della stessa specie animale...
- La cinetica ed il metabolismo delle sostanze chimiche possono essere molto diverse in diverse specie animali ed in diverse condizioni sperimentali, anche nelle stesse specie animali. Se questo crea problemi nella estrapolazione dei dati tossicologici dagli animali all'uomo, maggiori difficoltà derivano anche dalle differenze tra specie animali per quanto riguarda il target biologico. La possibilità delle sostanze chimiche o dei loro metaboliti di esprimere la loro tossicità dipende dalla loro presenza in un dato tessuto ma anche su livelli e caratteristiche del target, che può essere un enzima, un recettore, un meccanismo di trasporto, etc. ... 
- Se fosse possibile determinare le concentrazioni di una sostanza chimica (e dei suoi metaboliti attivi) negli animali e nell'uomo nel tessuto bersaglio per un certo effetto tossicologico, si potrebbe dire che la parità di concentrazioni determinano effetti tossicologici uguali? Purtroppo la risposta è no, perché in diversi casi uguali concentrazioni di sostanze chimiche suscitano effetti molto diversi in diverse specie, ceppi o anche singoli individui della stessa specie....
- Non vi può essere alcun dubbio che il processo di estrapolazione dei dati animali all'uomo è molto complesso. Tanti fattori influenzano la cinetica, il metabolismo, e le componenti tissutali necessarie per suscitare effetti tossici che diventa difficile decidere anche quale set di dati su animali dovrebbe essere selezionato per il confronto con quale sottogruppo di soggetti umani...
- Ci sono prove che il metabolismo è quantitativamente e/o qualitativamente diverso nelle varie specie animali...''
Conclusioni di qualche Scienziato critico, o contrario del tutto, alla ''s.a.''? Conclusioni di qualche ''animalista che non ha la minima idea di cosa stia parlando''?
Niente affatto.
Quanto sopra è tratto da un noto paper peer reviewed del prof. Silvio Garattini, direttore dell'istituto di ricerche farmacologiche ''Mario Negri'' di Milano...era il 1985.
Do you remember, dear prof. Silvio G.?
Garattini S. Toxic effects of chemicals: difficulties in extrapolating data from animals to man. Crit Rev Toxicol. 1985;16(1):1-29 - http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3910353"
''Le cellule staminali umane pluripotenti (HPSC) hanno il potenziale per diventare strumenti importanti per la creazione di nuovi modelli di test dei farmaci in vitro, per esempio, per tossicità ed effetti farmacologici. Il logoramento in fase avanzata nell'industria farmaceutica è in gran parte causato dalla selezione di farmaci candidati che utilizzano modelli preclinici non predittivi che non sono clinicamente rilevanti. Gli attuali modelli epatici in vivo ed in vitro mostrano limiti evidenti, soprattutto per gli studi di epatotossicità cronica. Per queste ragioni, abbiamo valutato il potenziale dell' utilizzo degli epatociti derivati da cellule staminali umane pluripotenti per l'esposizione a lungo termine ai farmaci tossici. Gli epatociti differenziati sono stati incubati con composti epatotossici fino a 14 giorni, utilizzando un approccio a dosi ripetute. Gli epatociti derivati da cellule staminali umane pluripotenti sono diventati più sensibili ai composti tossici dopo l'esposizione prolungata e, oltre alla citotossicità convenzionale, anche evidenze di fosfolipidosi e steatosi sono state osservate nelle cellule. Questo è, al meglio della nostra conoscenza, il primo rapporto di uno studio di tossicità a lungo termine che ha utilizzato epatociti derivati dalle cellule staminali umane pluripotente, e le osservazioni sostengono l'ulteriore sviluppo e la validazione di modelli di tossicità basati sul loro utilizzo per valutare nuovi farmaci, prodotti chimici e cosmetici.''
Holmgren G. Long-term chronic toxicity testing using human pluripotent stem cell-derived hepatocytes. Drug Metab Dispos. 2014 Sep;42(9):1401-6. doi: 10.1124/dmd.114.059154. Epub 2014 Jun 30 -  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24980256 Can Saveanimals
Infatti in internet c'è un'intervista di una signora affetta dalla SLA che non sembra proprio appoggiare questa assurda pratica di ricerca. Per questo motivo ho deciso di pubblicarla nel blog perché a mio giudizio sarebbe giunto il momento di far calare i veli e dire veramente le cose come stanno. 

Se siete del mio stesso parere e anche voi vorreste che terminasse la sperimentazione animale, Vi chiedo di condividere questo video e se volete anche questo post.
La sperimentazione animale è un modo per le case farmaceutiche e non solo di guadagnare a discapito di tanti esseri viventi.

Qui di seguito ho inserito un post di FaceBook interessante.
PUBBLICAZIONE di Critica scientifica alla Sperimentazione animale - vivisezione.

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