Amalfi e Quasimodo

Creato il 17 marzo 2014 da Loredana De Michelis @loridemi
Sarà il nome, saranno le mille memorie di qualcun altro, questo luogo invita alla canzone e si fatica a non parlarne in versi, anche quando la piazzetta è orami diventata un parcheggio e la vietta stretta che si arrampica in alto è costellata di negozi stanchi.
Tra tanti gelati e ceramiche, il limoncello non sembra più speciale del panzarotto congelato di un franchising. Ma guardando in alto ci sono ancora i fiori che sbocciano dai muri, le piante di limone che si scaldano al sole, un sole che sta sempre di fronte. Amalfi si gira presto e si assaggia in fretta, poi c'è la coda di pullman lungo la stretta strada costiera. Aspetta: resto qui, fammi sentire 'sto cafè. Lasciami guardare le cose piccole, i foglietti di chi si offre d'insegnare inglese. Lasciami contare i sassi della strada, spiare dietro le tende delle case vecchie, cercando quello che non è mai cambiato, salendo fino all'ultima casa in alto, soltanto per guardare il mare.
QUI E' IL GIARDINO
CHE CERCHIAMO SEMPRE E
INUTILMENTE DOPO IL LUOGHI
PERFETTI DELL'INFANZIA.
UNA MEMORIA CHE AVVIENE
TANGIBILE SOPRA GLI
ABISSI DEL MARE, SOSPESA
SULLE FOGLIE DEGLI ARANCI
E DEI CEDRI SONTUOSI
NEGLI ORTI PENSILI
DEI CONVENTI.

SALVATORE QUASIMODO XX SEC.

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