“Amalia” di Giorgia Garberoglio: generazioni di donne a confronto

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

“Amalia” è un romanzo di Giorgia Garberoglio edito da Feltrinelli.

Amalia incede con eleganza, con il corpo accarezzato dalla stoffa di un abito da lei stessa cucito che lascia scoperti i polpacci snelli, la cui linea posteriore, impressa dai collant, si congiunge con quella del tacco delle decolletè.

Emma la attende, in camera da letto. Sente il rumore dei passi, poi il profumo delicato, infine la voce da attrice famosa che le regala infiniti racconti.

Per una bambina la nonna è solo la nonna, anche se il viso di quest’ultima compare sugli schermi, anche se rilascia interviste, anche se la sua vita è stata un avventura che dal laboratorio di una modista la ha condotta alla fama, anche se è impegnata in cause sociali.

Amalia ed Emma sono legate da sangue, da parole dette e non dette, da gesti, da amore per l’arte nelle sue varie espressioni. Condividono un unico amore, Isotta: per una figlia e per l’altra madre.

Eppure, durante la celebrazione del funerale della nonna, la nipote, ormai adulta, non riesce a raccontare chi fosse davvero l’attrice scomparsa per la quale si imperlano le lacrime della folla. Dalla sua bocca sono pronunciate frasi senza sfumature, come se il pennello della memoria non riuscisse ad attingere che al bianco del marmo di una lapide, dello schermo vuoto di un cinema, di un abito da sposa indossato ad un funerale.

A colmare questo vuoto, affinché possa dipingere, metaforicamente e realmente, un quadro di famiglia, Emma riceverà un dono inaspettato: il diario scritto dalla nonna quando era ancora giovane.

Il sipario cala sui resti di Amalia con un colpo di scena.

Cosa cambierà nella vita della nipote a seguito della conoscenza di un sommo segreto? Conoscere e riconoscersi in una donna di un altro periodo storico è da ritenersi anacronistico?

Il romanzo di Giorgia Garberoglio, attraversando epoche e luoghi, con un stile limpido e fresco, narra due vite in una: Alice che si guarda nello specchio e poi ci entra dentro, il simbolo (σύμβολον) spezzato che si ricongiunge in un solo oggetto.

Chi eravamo ci racconta chi siamo e chi saremo.

Emma Fenu