Per fortuna che il comune di Firenze guidato dal prode Renzi, la cui tempra di ecologista è universalmente nota, si oppone a questa soluzione per nobili ragioni: “La pista finirebbe su terreni vincolati a concessioni edilizie dalla precedente amministrazione, che vorrebbe dire per Firenze pagare 30 milioni di penale ai concessionari di quei terreni”. Tra i quali magari si trova anche qualche finanziatore del sindaco.
La battaglia è in corso, ma quello che è davvero interessante è come Rossi intende superare la situazione di stallo e le perplessità nella sua giunta di centrosinistra concretatesi nel no al parco delle commissioni competenti: ha minacciato le dimissioni che costituirebbero la fine della legislatura e il ritorno alle urne. Il dibattito politico è abolito, secondo la prassi nazionale: c’è solo il ricatto della poltrona.