AMICI DEL VERDE ....
L'autore racconta di aver iniziato piccolissimo con un vasetto di campanule, di aver lavorato, adolescente, in diversi giardini durante le vacanze estive.E' la prima monografia completa pubblicata in italiano (da Electa) che ripercorre l’intero percorso professionale e la formazione artistica di Page, nato nel Lincolnshire, in Inghilterra, nel 1906 e scomparso nel 1985. Dagli esordi in Inghilterra e in Europa – dal Belgio alla Svizzera, passando per Spagna, Francia, Olanda e Italia – alle svariate esperienze che lo portano fino in Medio Oriente, in India e nelle Americhe: affrontando realtà e climi sempre diversi, ridisegnando gli esterni di sontuose dimore e ville di lusso con uno stile ogni volta diverso. La sua è una formazione artistica avendo studiato da pittore a Parigi e avendo una una passione smisurata per le piante. A chi gli chiedeva se si considerasse più un architetto o un “plantsman”, rispondeva di "conoscere più piante di un normale designer, ma di saperne più di design rispetto a un appassionato di piante". In realtà, amava definirsi semplicemente un “giardiniere", come racconta Paolo Pejrone, suo grande allievo, collaboratore e ideale erede in Italia, che firma l’introduzione della monografia:«I suoi numerosi giardini sono difficilmente catalogabili, essendo tra loro molto diversi: intelligenti, vivaci, ironici sono sparsi un po’ ovunque nel mondo. Sempre vari e originali, e soprattutto dominati da una disarmante semplicità di fondo. Page teneva sempre in considerazione lo stile e l’architettura dell’abitazione, il paesaggio circostante, il clima e il tipo di terra. Per questo, il risultato più evidente nei suoi giardini è un’equilibrata sintonia tra il naturale e l’artificiale”.Ora....alla Tenuta di San Liberato, il "giardino immaginario" di Page
Affacciata sul Lago di Bracciano, di cui si scorge una parte in lontananza, la tenuta di pone su 3 livelli, spezzata da siepi sempre verdi, tipiche dei giardini all'italiana, su modello del giardino paesaggistico inglese, che si allontana dalla linearità geometrica per sorprendere il visitatore con gruppi “spontanei” di alberi, siepi e radure. “(…) Come in un caleidoscopio, in un giardino, al variare di qualche dettaglio vividamente colorato, compare un nuovo quadro naturale, collocato sia nel tempo sia nello spazio, dove ogni foglia, per quanto morta da tempo e appassita, germoglia a nuova vita (…) Come nubi che si muovono attraverso il cielo, dissolvendosi e riformandosi (…) i disegni del mio giardino si formeranno e disferanno da soli
Così Russell Page, nel suo libro. La Tenuta di San Liberato è uno dei suoi più riusciti “caleidoscopi” naturali, in cui il genio di Page ha saputo trasformare in realtà il sogno della Contessa Maria Odescalchi e di suo marito, il conte Donato Sanminiatelli, storico dell’arte della scuola del Longhi.
Nel 1961 la contessa ereditò la vasta tenuta, insieme ad un complesso rurale a vigna. Per realizzare questo fantastico giardino, la famiglia Odescalchi chiamò Russell Page, che all’epoca stava curando la sistemazione di Villar Perosa - Agnelli. Page, appena arrivato, rimase affascinato:"Non conosco giardino che emani magia come San Liberato”.
Il giardino nasce come arboretum, collezioni di specie arboree provenienti da : Stati Uniti, Giappone, Australia, Grecia, Italia, Inghilterra, Francia, Spagna, Messico, Argentina, Brasile. Il “giardiniere” Page, aggiunse essenze e profumi di vario tipo, secondo i gusti della contessa.
L’opera di Page è durata molto tempo, e a distanza di molti decenni, San Liberato conserva più di 1200 rose in specie e varietà, Viburnum lucidum, Garrya elliptica, siepi di Iperico e Spirea, 17 specie di Pinus, 7 di Magnolia, 73 Camellia in specie e varietà, una Rhododendron, Quercus, Acer, e molte altre famiglie botaniche
“Non conosco un giardino più magico di questo, talmente grande è l’atmosfera di tranquillità, il giusto rapporto degli alberi e dei boschi con il lago, la montagna e il cielo.”Russel Page in Ritratti di Giardini Italiani
LE IMMAGINI SONO PRESE IN PARTE DAL WEB