Ambiguità

Da Whitemary

Non si tolse nemmeno la giacca e si rannicchiò come una bambina contro la credenza. Guardò la casa da una nuova prospettiva. Notò il disordine e si soffermò ad osservare i quadri alle pareti. Le era sempre piaciuto sistemarmi in posti in cui normalmente non ci si siede mai; era un gioco che aveva iniziato da piccola insieme a sua cugina. Scacciò i ricordi, ma non riuscì a fermare le lacrime che iniziarono a incorniciarle il viso. Il dolore non tardò ad arrivare in superficie. Non aveva idea di quello che avrebbe fatto. Non riusciva a pensare, non sapeva nemmeno a chi pensare. Il vuoto si avvicinava e il suo bisogno di riempirlo era impellente più che mai. Si alzò. Era l' ultima occasione che aveva per farlo; sapeva che se non si fosse alzata in quel momento, sarebbe stata in grado di rimanere lì seduta ancora a lungo. Si trascinò fino in cucina e preparò una tisana. Mentre soffiava piano sulla superficie della tazza, sentì il rumore delle chiavi che giravano nella serratura. Era arrivato il momento.B.