Il fenomeno è ben descritto da “Repubblica”: «Le donne inglesi hanno passato gli ultimi cinquant’anni a rimboccarsi le maniche per riuscire a conciliare famiglia e professione, recuperando un punto percentuale alla volta il gap — in busta paga e in tasso di impiego — che le separava dagli uomini. E oggi che ce l’avevano quasi fatta, si trovano a fare i conti con un ostacolo del tutto inatteso: le loro figlie. Le ventenni britanniche hanno infatti rivisto le priorità: l’ufficio può attendere. I bambini crescono meglio con la mamma a casa». Lo ha dimostrato uno studio della London School of Economics.
Non è l’effetto della crisi, ma un vero e proprio mutamento culturale. «Queste cifre riflettono mutamenti culturali e sociali più profondi. In Gran Bretagna ma anche negli Stati Uniti», spiegano i ricercatori. Il fattore chiave è che per le ventenni di oggi i figli sono più importanti del lavoro. «Le donne di questa età, a ragione o torto, pensano che il ruolo di una madre non possa essere sostituito da palliativi come una baby sitter, un asilo nido o un padre più presente in casa», ha affermato Alan Manning, autore dello studio.
Secondo Raquel Fernandez, professoressa di Economia alla New York University, «Le ventenni di oggi sono meno impregnate dei valori ideali del femminismo». Finalmente! Basta imitare gli uomini per sentirsi più donne, il fallimento del femminismo è sotto gli occhi di tutti. Il femminismo è la repressione della femminilità: «Negarsi un figlio per la carriera, il piacere, un malinteso senso di libertà, è una specie di autoviolenza al cuore più segreto e potente della femminilità. Se è vero che donna non si nasce, ma la si diventa, l’essere madre fa diventare più donna di qualsiasi altra donna», ha scritto Annamaria Bernardini de Pace.
«Le radici del femminismo hanno sminuito il valore sociale della maternità», è il commento di Vittoria Maioli Sanese, psicologa della coppia e della famiglia. Dopo aver ingannato milioni di donne è tempo per le femministe di andare in estinzione, ora è tornato il tempo della donna . Quindi della madre.
Michela Marzio