American Horror Story: Hotel (1x01 - Check In)

Da Mariparacchini

Grandissimo regalo di compleanno che la FX mi ha fatto quest'anno: il ritorno di AHS, proprio il giorno in cui compio il quarto di secolo.
Lacrime di gioia, commozione e grandi abbracci precedono la visione del primo episodio, che non poteva che chiamarsi Check In, data l'ambientazione.
(Ve lo ricordate vero che io con le serie tv ho parametri di giudizio completamente diversi rispetto ai film, vero? Che sono molto più magnanima, che con loro cerco solo intrattenimento puro e semplice? Tenetelo a mente lungo tutta la durata di questa ''''''rubrica''''')
Con che aspettative parto? GIGANTI.
Lo so che mi hanno spesso delusa e sconfortata, quelli di American Horror Story, ma se vuoi veramente bene a qualcuno gli perdoni anche gli errori, grazie allo splendore di quell'Asylum che ancora mi brilla nel cuore.
Sono al minuto 17 di visione e già avrei voluto fermarmi almeno 6 o 7 volte per fare un commento a caldo su quanto questo episodio mi sia piaciuto, mi trattengo il tanto che basta per concludere quest ora e darvi un giudizio complessivo, ma sappiate che farlo è dura.
Ci risentiamo a fine visione.
È colpo di fulmine amici blogger, non c'è speranza.
Intanto, di cosa si parla per questa stagione.
Siamo in un hotel, e fin qui era chiaro a tutti. L'hotel in questione si chiama Cortez, così possiamo dare un nome alle cose di cui parliamo. Al Cortez (che è bello bellissimo stupendo) succedono un sacco (e intendo proprio UN SACCO) di cose assurde. E dicendo assurde do per assodato che voi comprendiate orribili tremende sconvolgenti da incubo.
Tutto qui.
Ah no, c'è un detective che ci va a vivere dentro.
Com'è andato questo check in?
È andato BENE.
Dopo i primi minuti, che peccano di un minimo di eccesso di grandangolo di cui però a me in fondo importa poco più di niente, già volevo ballare la salsa e dedicarla alla mia coppia del cuore, Murphy e Falchuk. Si inizia con una rapida visione della città, moderna e rumorosa, che si conclude nel momento in cui due biondissime turiste varcano la soglia del Cortez, che niente ha che vedere con la città in cui si trova, nè con l'epoca in cui la serie è ambientata (i giorni nostri). Il Cortez è anacronistico, vintage, silenzioso. Ed è rosso. ROSSO. Mi sono sentita a casa, guardate l'immagine sopra e ditemi che non ci sta benissimo con il mio blog, siamo fatti per amarci io e AHS. Ti trascina in un'altra epoca, in un'altra dimensione, e io ci sto comodissima.
È sempre bellissimo, alla prima puntata di una stagione del nostro amatissimo telefilm, vedere cosa saranno stavolta i soliti volti noti. La Bates, paladina del mio cuore, è finita di nuovo a fare la mamma preoccupata per il figlio difficile, ma non sento il peso della ripetitività con la stagione precedente, per ora. Mi è dispiaciuto vedere la Sevigny relegata al ruolo di mogliettina del poliziotto, ma conto in una sua riscossa con le puntate, l'avevo amata alla follia in Asylum. Sarah Paulson CIAO, mi sta conquistando ogni stagione di più. Potrei ammettere o forse no che avevo a malapena riconosciuto Denis O'Hare, ma anche questo ci importa poco perché, insomma, LIZ TAYLOR. È già il mio preferito della stagione, non c'è guerra. Attendo la Roberts che nel frattempo sto adorando in Scream Queens, se volete poi facciamo due chiacchiere anche su quello. Diamo anche un caloroso benvenuto a Matt Boner che è un piacere per lo sguardo. Per quanto riguarda Gaga sono combattuta, mi aveva stuzzicato parecchio l'idea della sua presenza, e il suo personaggio ad ora mi piace, è il motivo per cui mi piace che mi urta un po'. È chiaro che abbiamo di fronte il personaggio che sarebbe stato di Jessica amoremio Lange, per cui Gaga non se l'è cavata male ma Jessica non si tocca e mi dispiace che non ci sia.

Per ora sono molto intrigata. Ci ho visto Shining, Saw, magari anche molta altra bella gente. La carne buttata al fuoco è parecchia, abbastanza da tenermi viva la voglia di proseguire, cosa che per me vale tantissimo perché abbandono serie tv come principale attività sportiva.
VI PREGO non deludetemi stavolta perché potrei soffrire come mai prima.
Ci aggiorniamo la prossima settimana, you dumb swedish meatball.
Non vedo l'ora.