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American Horror Story: la nuova serie cult e la moda degli zombie-boys

Creato il 17 dicembre 2011 da Cuoredilattice @cuoredilattice

Dopo aver visto otto episodi su dieci, mi sento in diritto di poter mettere il becco su American Horror Story.

Non solo una delle novità più pubblicizzate dell’anno ma senza dubbio quella  con il miglior merchandising:colori forti, figure stravaganti, latex e zombie boy praticamente una LadyGagata. E cosa c’è di più popolare di Miss Germanotta al giorno d’oggi? Infatti ha fatto centro. Il telefilm è entrato di diritto nelle serie tv cult ,nonostante i primi episodi zoppicanti, proprio per la sua straordinaria forza icastica.

American Horror Story: la nuova serie cult e la moda degli zombie-boys

L’autore è Ryan. Murphy (Glee,Popular, Nip/Tuck) meglio conosciuto come il re del random e dell’assurdo. Il no-sense in telefilm come Popular funzionava a meraviglia essendo al servizio di una sferzante satira sociale, in altre come Glee,assolutamente NO, il risultato è caotico e i personaggi sono solo piatti,non divertenti.

Anche in American Horror Story ci troviamo di fronte a situazioni paradossali e decisamente al limite della credibilità,tanto da chiedersi se il telefilm a volte non si autoironizzi. è anche vero che, muovendoci sul terreno del supernatural, anche le situazioni più impensabili potrebbero risultare verosimili. Insomma,quando si parla di fantasmi, vale tutto.

I cultori del genere potrebbero storcere il naso,dicendo che, anche il soprannaturale ha delle regole. L’autore fantasy non si sognerebbe mai di far volare gli asini. Non funzionerebbe.Così come l’autore horror deve fornire spiegazioni e regole comportamentali sui suoi “freaks”, è troppo facile dire che “si può fare tutto”.

C’è un problema di fondo, però: l’horror in AHS è solo una patina,un esp

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ediente estetico disturbante che serve a deformare (in tutti i sensi) i personaggi e per offrire allo spettatore una miriade di storie shock. Non è quindi curata la parte del “mistero” o della suspence o della verosomiglianza,tanto che in ogni episodio vengono fatti dei mega-spiegoni grazie a flashback succulenti,senza la minima intenzione di tenere alta la tensione e quindi la paura.   Si potrebbe anche dire che AHS non è un telefilm prettamente HORROR, semplicemente perché non fa spaventare. Questo è dovuto al fatto che la serie è strutturata in maniera centrifuga: da un centro,cioè la casa (luogo evil per eccellenza), si diramano infinite storyline, che impediscono di focalizzarsi su un unico “monster”/nemico, espediente fondamentale per innescare il terrore.  Anzi, gli autori aggiungono continuamente materia al discorso, tanto da risultare strabordante.

Come reagiamo alla marea di robba (sì,con due b) random che ci versano addosso in American Horror Story? Reagiamo bene. Molto bene. Certo,il WTF regna incontrastato e ancora non capisco com’è che i protagonisti non si facciano due domande e non scappino a gambe levate da lì.

Quando quotidianamente ti entrano in casa decine di individui stramboidi o inquietanti e TUTTI ti ripetono che morirai,beh, tesoro mio, non ci vuole un genio per capire che qualcosa non va. è anche vero che i protagonisti tardoni e masochisti sono un rospo che si deve ingoiare quando si guarda un horror o un semi-horror.

Allora, cosa rende American Horror Story cult?

Non segue le regole del genere, non è verosimile,anzi, spesso è paradossale e sboccato, non fa spaventare e come co-protagonista c’è un tronco (Dylan McDermott alias Ben Harmon). Senza contare che è un collage di tutti i clichè del genere cagasotto: case infestate e maledette, fantasmi senza lenzuolo, Frankenstein, candele che si spengono da sole, cigolii, porte che sbattono,freaks and so on. Qual è la novità? Nessuna. Per essere glamour hanno preso anche il modello estetico di Rick Genest (anche noto come zombie-boy,celebre per l’apparizione nel video di Lady Gaga) pressoché identico a Tate (Evan Peters).

American Horror Story: la nuova serie cult e la moda degli zombie-boys

Rick Genest - Zombie boy

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Tate travestito da Rick Genest

Ma sono proprio i suoi difetti a rendere unico e assurdamente funzionale questo telefilm. Insomma hanno pescato a piene mani dall’immaginario pop e l’hanno fatto dannatamente bene. Il latexman è un colpo di genio che ha reso il marketing provocatorio,disturbante e geniale (anche se, una figura assai simile era apparsa in Nip/Tuck,sempre di Murphy).

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Figura simile al latexman in Nip/tuck

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Latexmen anche noto come "rubber man"

L’appeal della serie non sta nell’originalità o nella fedeltà al genere (che non ha) ma nel disegno d’insieme,nel puzzle che ne viene fuori. Ipnotico,paranoico,folle. Regia sincopata, protagonisti caricaturali,esasperanti, esagerati. Raramente una serie riesce ad avere una forza icastica talmente potente. Puro espressionismo.

Alla carica horror (ricordiamo puramente formale) Murphy aggiunge il suo feticismo e la sua ossessione per i nuclei familiari dissestati e anomali, dettagli morbosi, nudità (soprattutto maschile), sesso. Tutti elementi che non appartengono allo scenario horror,anzi, a quello non-soprannaturale della psicologia umana, o sarebbe meglio parlare di psicosi? Ma che,dall’horror, vengono posseduti, gonfiati e deformati. Il risultato è manieristico, paranoico,volutamente assurdo. E riesce a conquistarti,o almeno, ha conquistato me.

Note sparse:

-I teen per una volta non sono la palla al piede che impedisce alle serie di livello di decollare verso uno standard più alto,anzi. Anzi, sono fighi. Tutti e due. Violet e Tate,interpretati rispettivamente da Taissa Farmiga e Evan Peters.

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Violet

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Tate e Violet

- Il cast:su tutti spiccano Frances Conroy (la domestica doppia faccia), Connie Britton (la protagonista, Vivien) e  Jessica Lang (Constance, vero nucleo del telefilm,sembra essere collegata a tutti i personaggi)

- Sono irresistibilmente attratta da qualunque prodotto tratti il tema del doppio (sono riuscita persino a sorbirmi quella schifezza di Ringer per due episodi) quindi, ovviamente, il mio personaggio preferito è double Moira che agli uomini appare giovane e attraente(nelle vesti della splendida Alex Breckenridge), mentre alle donne, che “riescono a vedere la vera essenza dell’anima” (?), appare come una dolce ma inquietante vecchietta con un occhio di vetro (interpretata dalla già citata Frances Conroy).

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- Vi sfido a trovare le millemila citazioni ai film horror snocciolate all’interno degli episodi. Io non amo il genere per cui ne ho trovate solo una manciata (Shining, The Strangers).

- Sì,io parlo anche di telefilm qui



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